FARMACI: SULLE RICETTE OBBLIGO DI INDICARE I GENERICI A PREZZO PIU' BASSO?
ROMA - Indicare obbligatoriamente sulle ricette non più il nome commerciale del farmaco, bensì il principio attivo o il farmaco generico a più basso prezzo sostituibile. La proposta avanzata dall'Antitrust a governo e Parlamento, con una segnalazione inviata al presidente del Consiglio, ai presidenti di Camera e Senato e al ministro della Salute, fa subito esplodere la polemica tra gli 'addetti ai lavori', a partire da medici e aziende farmaceutiche.
Una proposta che l'Autorità motiva con chiare argomentazioni: secondo il Garante per la concorrenza questo obbligo "potrebbe ridurre gli effetti del conflitto di interessi in medicina legato al finanziamento, da parte delle imprese farmaceutiche, delle spese di viaggio e di ospitalità in occasione di corsi, convegni, congressi e visite ai laboratori e ai centri di ricerca aziendali".
Inoltre, "verrebbe favorita la concorrenza fra farmaci, incentivando l'utilizzo dei generici o, in ogni caso, di quelli a più basso costo, facilitando la riduzione della spesa farmaceutica a carico delle famiglie e del Servizio Sanitario Nazionale". Argomentazioni che non convincono, però, né i medici di famiglia né Farmindustria, che hanno duramente criticato la proposta. "La posizione assunta dall'Antitrust mi stupisce non poco e questo - ha affermato il presidente di Farmindustria Sergio Dompé - per due motivi principali: perché va nella direzione opposta rispetto alle necessità indicate da Confindustria per il settore e perché pone un problema di sicurezza per i pazienti".
Ma c'è un altro aspetto da considerare, ha ammonito Dompé: "La prescrizione del principio attivo, in vari casi, può risultare estremamente complessa e questo potrebbe facilitare gli errori medici, con grandi rischi per i pazienti". Per queste ragioni, Dompé definisce la proposta dell'Antitrust "poco attuale".
E lanciano l'allarme circa i possibili rischi per la salute dei cittadini anche i medici di famiglia: "La valutazione dell'Antitrust potrà forse essere corretta dal punto di vista economico, ma sicuramente mette a rischio la salute", è il commento del segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) Giacomo Milillo. Che spiega: "Indicare il solo principio attivo non è la stessa cosa che indicare un farmaco preciso. Infatti, per lo stesso principio attivo utilizzato, a seconda degli altri eccipienti presenti, ci possono essere farmaci che agiscono in maniera percentualmente diversa rispetto alla medesima patologia. E questo può creare gravi problemi soprattutto in pazienti anziani".
Di opinione opposta, invece, il farmacologo e direttore dell'Istituto 'Mario Negri' Silvio Garattini, che si dice d'accordo e considera "positiva" la proposta dell'Antitrust. La ragione? Una misura, secondo il farmacologo, di "enorme importanza, poiché porterebbe ad una sostanziale diminuzione dell'influsso della pubblicità: va infatti ribadito - ha detto - che farmaci con nomi diversi hanno, spesso, lo stesso principio attivo ed esercitano la stessa azione terapeutica". Naturalmente, ha concluso Garattini, "vanno sempre rispettate le dovute precauzioni, come quella di indicare sulla ricetta anche il dosaggio necessario per principio attivo prescritto, cosa che d'altronde già accade con la prescrizione dei farmaci con nome commerciale".
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