LEGGE OBIETTIVO: LE CRITICHE DELL'OPPOSIZIONE La legge sulle infrastrutture, promossa dal Ministro Lunardi e appena passata in Senato, ha suscitato immediate proteste e viva preoccupazione da parte dell'opposizione e degli ambientalisti, che ne hanno criticato a trecentosessanta gradi il metodo e il merito. Obiettivo dichiarato della Legge è il rilancio delle grandi opere pubbliche, a partire dai cantieri della TAV bloccati per violazioni in materia ambientale; nel contempo, vengono fatte passare misure volte a "liberalizzare" ulteriormente lo smaltimento dei rifiuti e le ristrutturazioni di immobili, col sostanziale svuotamento di una serie di misure preventive e di controllo e la soppressione della voce di Comuni e Associazioni in sede decisionale. Numerose le insidie che si nascondono dietro il modo in cui la VIA - la valutazione di impatto ambientale è evocata nel provvedimento. A seguito del maxiemendamento presentato dall'opposizione, il Governo aveva corretto il tiro proprio rispetto alla Valutazione di Impatto Ambientale, visto che nel testo originario non era previsto alcun riferimento alla normativa europea sulla materia: giusto richiamare nel testo della legge la normativa comunitaria, ma il riferimento parla dell'articolo 2 della direttiva europea, l'unico che "prevede la possibilità di non effettuare la valutazione di impatto ambientale per alcune opere". E poiché nel resto del testo Lunardi "quando si parla di VIA si usa sempre la locuzione 'se richiesta', trattandosi di opere di importanza nazionale, si ha sensazione che permanga la volontà non tanto di riformare quanto di eliminare la valutazione di impatto ambientale.
Per Giorgio Santini, segretario confederale della CISL, ''i 236.000 miliardi indicati da Lunardi in 10 anni per le grandi opere sono in realta' o risorse gia' esistenti ed impegnate, o risorse teoriche, o risorse inesistenti''.'Temiamo che le risorse previste per le grandi opere siano in sottrazione rispetto alla spesa corrente, come sembra indicare l'affermazione che sarebbero da subito disponibili 15.000 miliardi che sono proprio le scarse risorse che la finanziaria 2002 prevede per l'intero comparto delle opere pubbliche''.
''Si apre una nuova fase di spartizioni tra affari e politica''. E' il commento del senatore diessino, Paolo Brutti, capogruppo in commissione Lavori Pubblici, a bocciare la 'Legge Obiettivo', appena licenziata dal Senato. Un provvedimento, afferma, ''incostituzionale, confuso, pericoloso''.
Critiche sulle Legge obiettivo provenivano anche in chiave di incostituzionalità, in particolare legate al prevaricamento del Governo in deroga ai poteri locali di comuni e province. Le opere infrastrutturali strategiche che si avvarranno dei vantaggi della ''Legge obiettivo'' saranno infatti definite ''d'intesa'' solo con le autorità di livello regionale, lasciando adito a critiche nei confronti della nuova svolta 'federalista' voluta dal governo centrale, sul rafforzamento dell'autonomia dei poteri locali. Lunardi ha comunque respinto i sospetti di incostituzionalita' della legge avanzati dalle opposizioni e dalle associazioni ambientaliste. ''Con le Regioni - ha aggiunto - e' stato fatto una specie di rogito: a una spesa reale corrispondera' un finanziamento reale''.
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