Accade a Genova.
In questi giorni in varie città, Roma, Milano,Bologna, Massa, sono state indette assemblee pubbliche per preparare la manifestazione contro la nuova Finanziaria. I lavoratori dei vari settori e comparti produttivi hanno sentito la necessità di “costruire” un dissendo che nasce dal comune sentire, dalla necessità di provare ad interrompere l’abitudine al furto continuo ai danni dei lavoratori da parte dello stato. Ma la città dov’è? Genova come sempre, si arrocca e sottolinea la sua peculiarità e la sua riservatezza che non gli permette di “uscire” e di provare a costruire con altri operai, migranti, pensionati, lavoratori a tempo determinato e non, lo stesso momento di riflessione e discussione che avviene altrove. Mi risulta che perfino gli studenti sfileranno il 17 in un corteo che nulla a che vedere con quello del mondo del lavoro, eppure anch’essi tra non molto ne faranno parte, se non già oggi. Sono state indette assemblee interne ai luoghi di lavoro (almeno quello!) che permetteranno di scendere con diversi volantini allo sciopero, che verranno puntualmente scambiati, e verremo a conoscenza solo lì dei contenuti portati avanti da ognuno in rappresentanza del proprio cosmo. Ma la necessità della classe operaia e lavoratrice, qui come altrove, Roma, Milano, Cagliari, in Iraq, in Afghanistan, in Palestina è quella di lottare per istanze comuni e la frammentazione è uno strumento che il padrone utilizza a suo vantaggio, ovunque! Questa finanziaria ci coinvolgi tutti, vorrebbe far funzionare i conti pubblici mettendo mano al portafoglio dei soliti noti, sviluppare l’economia sfruttando sempre meglio, grazie alle leggi sul lavoro, i nuovi assunti, e rimangiandosi dove è possibile i privilegi ottenuti con le lotte dagli altri lavoratori, dare “equità sociale” propondendo qualche tassa in più alle imprese impegnate a trovare metodi nuovi per aggirarle, e riducendo i prelievi per i redditi sotto i 40.000 euro l’anno, recuperandoli però attraverso gli aumenti delle bollette di gas e luce aumentate a dismisura. Il solito imbroglio, insomma. Forse qualcuno penserà che da un governo di centro-sinistra la fregatura non sarà comunque totale, ma dimentica che le finanziarie dei paesi capitalisti hanno un unico grande progetto: difendere gli interessi dei padroni e dei borghesi. Inoltre per poter sopravvivere l’imperialismo italiano sta in guerra e stanzia denaro per coprire missioni che definisce con faccia tosta, “di pace”, per alleggerire la coscienza sua e dei suoi elettori. Spunti per una discussione ce ne sono parecchi e non credo che anche chi ha partecipato alle ultime assemblee pubbliche sull’antifascismo in porto non abbia qualcosa da aggiungere
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