Mattinata “a spasso” per i Consiglieri Regionali Umbri
Tutti a spasso i Consiglieri Regionali Umbri la mattina del 7 u.s., a causa dell’arrivo a Perugia dei cittadini del Comitato per la tutela del Rio Fergia. La piazza antistante Palazzo Cesaroni è stata presidiata con striscioni e cartelli che ribadivano la ferma volontà dei cittadini di non cedere, il piccolo fiume che attraversa il loro territorio, alle pretese della multinazionale Rocchetta e, chiedevano alla Regione Umbria il ritiro della delibera della Giunta Regionale n. 1654 del 27/09/2006. La famosa Delibera modifica il regime dei prelievi dal piccolo fiume togliendo, nei 3 mesi estivi, 7 degli 8l/s destinati a circa 240 utenze del Comune di Gualdo Tadino, per concederli alla Idrea Srl (soc. collegata alla multinazionale Rocchetta Uliveto), mentre per i restanti 9 mesi invernali concede alla società di prelevare fino a 12 l/s violando il protocollo d’intesa del 1993.
E’ dal 1993 infatti che il Comitato dei cittadini lotta con determinazione per salvare il fiume, che, già da allora era nelle mire della multinazionale. Così il 18 febbraio 1993 si stabili un protocollo d’intesa tra Giunta Regionale dell’Umbria, Comune di Gualdo Tadino, Comune di Nocera Umbra e Comitato tutela Rio Fergia che stabiliva il prelievo massimo del fiume a 28 l/s di cui 20 da destinare alle utenze di Nocera Umbra e 8 a quelle di Gualdo Tadino.
Nel marzo del 2003 con la Determina Dirigenziale della Regione Umbria n. 1900 è stato conferito alla Rocchetta SPA il permesso di ricerca per l’ulteriore sfruttamento di acque minerali in un territorio di circa 290 ha così da permettergli di scavare un pozzo di circa 500 m. (il pozzo di Corcia) che ricade all’interno del bacino di alimentazione della sorgente del fiume; tutto ciò è stato dimostrato da un rapporto preliminare dell’ARPA (Azienda Regionale per l’Ambiente prot. reg. n. 0011051 del 21/01/2005) ed, anche, da un’improvviso cambiamento del colore delle acque del fiume, notato dagli abitanti del posto in una mattina d’autunno, che dalla trasparenza passò al marrone schiumoso, a causa dei solventi e materiali chimici usati nello scavo del pozzo.
In quell’occasione il comitato ha ripreso a lottare per la salvaguardia del fiume e del territorio circostante, evidenziando alla Regione che l’area concessa alla Rocchetta, rientra in un bacino carbonatico da cui sorge il Rio Fergia che va ad alimentare il fiume Topino, d’importanza regionale; che lo stesso bacino carbonatico interessa un’area appenninica sul versante umbro e marchigiano, nel quale partono tre acquedotti pubblici dei comuni di Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Fabriano; che la legge n. 152/99 vieta ulteriori attingimenti da bacini già sfruttati per uso idropotabile.
Tante sono state le iniziative di protesta del “Comitato per la tutela del Rio Fergia” dal 2003 ad oggi. Ora i Cittadini hanno deciso di rivolgersi al Consiglio Regionale per chiedere il ritiro della recente scandalosa Delibera della giunta Regionale Umbra che mette nelle mani di Rocchetta & company, beni comuni come l’acqua, il territorio, la natura, l’ambiente. Il Consiglio Regionale ha incontrato una delegazione del Comitato, impegnandosi a discutere dell’argomento sul prossimo Consiglio che convocherà a breve. Chissà se i cittadini potranno riacquistare la fiducia nei confronti delle istituzioni, visto che fin’ora, i vari organi della regione Umbria hanno perseguito solo gli interessi delle multinazionali invece che quelli della collettività che rappresentano?
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