«Se continueremo ad urlare tu vivrai per sempre». Diablo (nome d’arte) ha 17 anni, vive a Scampia e nel tempo libero fa il writer. In altre parole dà colore con scritte e disegni ai muri grigi di periferia. La frase dedicata a Tonino Landieri, il 25enne ammazzato per errore dalla camorra due anni fa, l’ha impressa lui sul perimetro di cemento dello stadio di via Pratt, l’impianto sportivo mai consegnato al quartiere. Insieme a lui altri cinque ragazzi (Amo, Nitro, Funny Crak, Zago) hanno realizzato un murales lungo 27 metri in memoria di Tonino, e per dire ancora una volta “no” alla violenza. «L’opera – spiega l’autore - rappresenta un grido di ribellione lanciato da un giovane verso chi non vuole ascoltare i problemi di Scampia». Amo, 18 anni, bomboletta spray alla mano, stende sulla parete grezza i lineamenti di un volto che sembra meditare come a voler cambiare l’ambiente che lo circonda. «Qui ci sarebbe molto da cambiare, a partire dalla sorveglianza completamente assente, cosa che ci costringe a scendere di casa sempre con paura», dice l’artista scampiese. Crack di anni ne ha 23 e da Scampia ha portato i suoi murales in giro per il mondo. E’ arrivato in California, in Spagna dove ha sfoderato una passione a cui confessa di essere legato sin da bambino. Intorno al campo di via Pratt ha disegnato una composizione dal forte impatto visivo: un intreccio di mani sporche di sangue, le manette ai polsi, i segni del tormento stampati sulla faccia. Sagoma di un personaggio preso in prestito dalla cronaca quotidiana, raffigurata laddove la mattanza tra clan ha lasciato sul selciato più di cinquanta morti. Crack ha un laboratorio di graffiti nel vicino quartiere di Piscinola dove opera in un gruppo con altri artisti, chiamato I.S.C. (Incriminati senza colpa). «Purtroppo appena sanno che sei di Scampia ti etichettano come un criminale. Un giorno andrò via da qui, ma finchè resterò non mi stancherò mai di inviare un messaggio positivo», precisa il giovane. Ad assistere alla performance i ragazzi di Vo.di.sca, il gruppo fondato perché il sacrificio di Tonino non passi inosservato. «Le Istituzioni hanno dimenticato la fine di mio cugino. Non possiamo nemmeno esumarlo perché al cimitero di Miano mancano i loculi nonostante un tomba dignitosa gli spetterebbe di diritto», lamenta il 18enne Rosario Gaviota. Lui, supportato dagli amici, pubblicherà un fumetto per Tonino e chiederà al Comune di intitolare all’indimenticato “o’ Ti” (così lo chiamavano i compagni), una strada. E nella patria adottiva del famoso muralista Felice Pignataro non ci poteva essere migliore strumento perché, almeno per una volta, al grigio – rosso delle strade su cui affacciano i casermoni, si sostituissero i colori della speranza. Luca Saulino
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