lettera scritta su mailing list assembleapermanente
le firme le abbiamo tolte
ASSORDANTE IL SILENZIO DEI PARTITI. I giorni precedenti venerdì 17 novembre 2006, la parola d’ordine era stata: tutti in piazza. Nonostante fosse un giorno lavorativo, nonostante la non adesione allo sciopero della CGIL e della Fiom, per non parlare degli altri sindacati confederali, eravamo in piazza. A fianco dei sindacati di base, dei lavoratori della scuola, degli studenti, dei precari, del movimento antagonista. In treno, con le nostre bandiere no-tav, siamo arrivati a Porta Nuova. Il ritrovo fissato in Piazza Albarello. Bella gente, colorata, festosa come sempre e come sempre incazzata. Abbastanza in tanti. Abbiamo cominciato a guardarci in giro, come al solito salutato gente, cercato amici e compagni, discusso, aspettato di vedere le bandiere della “sinistra radicale”, dei partiti da sempre schierati con il movimento No -Tav: Rifondazione Comunista, Verdi, Comunisti Italiani, Sinistra D.S.. Niente. Nessuna bandiera. Alcune facce di compagni, militanti e dirigenti della federazione di Torino o di qualche circolo di Rifondazione (quelli che conosco meglio) individuate qua e là. Bandiere, partecipazione ufficiale di questi partiti: nessuna. E allora cominci a pensare a voce alta, con i compagni e gli amici del movimento, che sono perlopiù compagni anche delle tue scelte politiche. Pensi e ti chiedi se il coraggio di mettersi contro una scelta devastante per la Valle di Susa, per Torino, per il Piemonte e per tutta la Nazione, i partiti della sinistra antagonista lo trovassero solo quando al governo c’era Berlusconi. Governo Berlusconi che la Valle di Susa, con i suoi voti, ha contribuito a far cadere. Certo la protesta, lo sciopero era contro questa finanziaria. Finanziaria che con lo scippo del T.F.R. sovvenziona le grandi opere. La quota di T.F.R. destinata all’INPS finirà nel “Fondo Infrastrutture” per finanziare il Tav, il Mose, e tutte quelle opere faraoniche e assurde (pardon… per pochi eletti saranno tutt’altro che assurde data la marea di soldi che ciò porterà nelle loro tasche) che il governo, anche questo governo, ritiene indispensabili per perseguire uno sciagurato progresso. Adesso la cosa però è diversa, terranno conto delle opinioni delle genti indigene e qui da noi manderanno Virano a discutere, a cercare di convincerci, a imbonirci. E noi continueremo con il nostro no. Potranno finalmente ripontificare che gli ottusi valsusini non hanno il senso civico, non hanno la mistica del sacrificio fatto in nome di un’Italia che deve assolutamente riprendersi, progredire, andare avanti veloce, veloce, sempre più veloce. Stanno dimenticando che noi non vogliamo discutere il “come” di un’opera inutile, dannosa, distruttiva e che rifiutiamo, per questo, di entrare nel dettaglio dei progetti presentati. I comitati sono stati a fianco dei sindacati di base che hanno indetto la giornata di lotta per diritti sacrosanti che questa finanziaria mina, mentre non risolve drammatici problemi instaurati da precedenti infami leggi. Tutti quelli dotati di puro buon senso sono consapevoli che la politica del governo Berlusconi ha prodotto enormi difficoltà al nostro paese e scavato più a fondo il solco della disuguaglianza. Proprio per questo molti di noi hanno contribuito a mandarlo a casa pur sapendo che non avremmo avuto, al suo posto, un “governo amico”. Speravamo, certo, di non avere un governo nemico. Perché un governo che ti obbliga a pagare ticket di pronto soccorso, che non mette paletti certi all’innalzamento dell’età pensionabile, che non abolisce la legge 30, che non stabilizza i precari, che finanzia con il T.F.R. grandi opere che le popolazioni rifiutano, che stanzia 4 miliardi e 450 milioni nei prossimi tre anni per armamenti sofisticati, che finanzia sciagurate missioni “di pace”, che taglia pesantemente i fondi ai Comuni, aggrava l’Irpef, ecc. ecc. come lo vuoi chiamare? Se una cosa del genere l’avesse partorita Berlusconi ora saremo a preparare uno sciopero generale; e invece niente. Non solo tutte le nuove sinistre di governo e i sindacati confederati sostengono la finanziaria ma addirittura la presentano come una “finanziaria di svolta”. Non basta il Ministro Ferrero che ogni tanto si ricorda di essere comunista e Pecoraio Scanio che ogni tanto si ricorda di essere ambientalista! Come non bastano alcuni compagni che a titolo personale presenziano; sono come le rondini solitarie che non fanno primavera. Il silenzio istituzionale di quei partiti, il 17 novembre, è stato davvero assordante. Di una cosa possono però stare certi, i valsusini hanno una buona memoria, sono un po’ come gli elefanti: ricordano E ai vari Saitta, Bresso, Chiamparino, Di Pietro, Prodi, ecc., ecc., ricordiamo che noi non molleremo; lo abbiamo già dimostrato a Venaus e in quei memorabili giorni e ora come allora continueremo, con la stessa caparbia tenacia, a difendere il futuro nostro e dei nostri figli, a ricordare ai signori delle lobbies che noi ci siamo, convinti sino in fondo a non farci fregare il futuro, a resiste per esistere, a non fare sconti a nessuno. Tanto meno ai cosiddetti “amici”.
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