Autor: Julio Carreras e Maria U. Berton Zoat
Traductor: Tradotto da Davide Bocchi
Julio Marcelino Galeano è un santiagueño originario di Bandera, terra di agricoltori ed allevatori. Come molti di noi, ancora giovane se ne andò a Buenos Aires in cerca di orizzonti economici più ampi. E li ha passato gran parte della propria esistenza, che oggi supera i 60 anni. Negli anni '80 portò a termine il coronamento del ciclo santiagueño della diaspora: il ritorno. Con alcuni pesos che aveva messo da parte compró un appezzamento, nel dipartimento Moreno, e non gli cambiò il nome, perchè quello che portava faceva già parte della tradizione: Santa Ana. Julio Marcelino Galeano ama la campagna, gli uccelli e gli animali. Come tutti i contadini santiagueñi, che per secoli hanno abitato questo spazio sacro sentendosi parte e non padroni dello stesso. Con il valore aggiunto portato indietro dalla gran città, Julio introdusse nuovi elementi: l'organizzazione solidale, la tecnologia possibile, l'educazione necessaria. In poco tempo, assieme ai vecchi paesani, costruì una scuola, organizzò un gruppo comunitario, installò una FM, riuscì a montare un telefono comunitario. In vent'anni e con l'entusiasmo dei contadini, giovani e vecchi, uomini e donne, docenti e giornalieri che abitano nei paraggi di Santa Teresita, Elsita, Santa María, El Puesto, El Aibal, María Angélica, San Isidro, tutte zone confinanti con il terreno di Julio, montarono un gruppo elettrogeno per provvedere da soli all'elettricità, formarono una cooperativa rurale, installarono due antenne satellitari per vedere la televisione, e costruirono un campo sportivo completamente illuminato. Inoltre diedero vita a programmi educazionali, corsi per il miglioramento delle coltivazioni e dell'allevamento bovino, ovino e suino, lezioni di ecologia. Per tutto ciò poterono contare sulla famiglia di Julio, che da Bandera e da altre località appoggiò dal principio le sue iniziative solidali.
Le cose andarono bene fino all'anno 2001. In quell'anno la crisi argentina provocò nei risparmiatori medi una febbrile agitazione, e li indusse a spostare i propri fondi verso investimenti facilmente controllabili. Molti medi produttori di Cordoba misero gli occhi sui terreni santiagueñi: economici, enormi, senza contratti chiari, con grandi possibilità di sfruttamento. I più audaci si sbizzarrirrono in questa provincia, vendettero i propri possedimenti cordobesi per venire qui e comprarne altri dieci volte più grandi, rimanendo addirittura con dei soldi in tasca. "Santiago ebbe la sfortuna di essere l'epicentro delle speculazioni immobiliari, in quanto zona considerata marginale e con prezzi infimi", si lamenta Julio Galeano durante la conversazione con @DIN. "Molti cordobesi vennero con il semplice affanno di recintare migliaia di ettari, ripulirli completamente, generare alcune installazioni per poi venderle ad un prezzo almeno quattro o cinque volte superiore alla somma investita", spiega. Quelle di Moreno sono terre adatte tanto all'allevamento quanto alla coltivazione di cereali e soia. Il boom dell'esportazione di quest'ultima completò il panorama: man mano che terminano le terre sfruttabili nelle province del Litoral, gli insaziabili mercati europei e cinesi stimolano i capitalisti alla ricerca vertiginosamente ossessiva di terra per le monoculture.
Uomini decisi
Un mattino Julio vide sfrecciare ed entrare sul suo terreno una potente jeep carrozzata. Si fermò a circa 50 metri dalla casa e ne scesero due uomini. Alti, rudi, scuri. Con accento cordobese gli dissero che dovevano parlare con lui. Julio - che vive da solo con suo figlio adottivo, Cristian Ariel Ibáñez, di 32 anni - li invito ad entrare. Accalorato, il più robusto, che sembrava essere il capo, chiese scusa e disse che aveva bisogno di "togliersi un peso", così disse. E contemporaneamente tirò fuori dalla giacchetta un'oscura e rilucente pistola 9 mm, che mise sul tavolo. Quindi, mostrò il contratto: "Bene, amico", esclamò con voce potente: "come vedi, questa terra è mía... l'ho appena comprata". Julio non perse la calma, e prendendo da un armadio il suo contratto, assolutamente regolare, lo mostrò al cordobese dicendo: "Guardi come stanno le cose! Anch'io ne ho uno uguale, però più vecchio! E, che mi ricordi, non ho venduto a nessuno la mia terra." [............]
------------------------------------------------------ Fotografie di Gustavo Tarchini da Sombras Abatidas
Originale ed ulteriori notizie sulla situazione dei campesinos di Santiago su @ din
Tradotto dallo spagnolo all'italiano da Davide Bocchi, un membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questa traduzione è in Copyleft per ogni uso non-commerciale : è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne l'autore e la fonte.
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