Siracusa, Provincia apri-pista siciliana viene seguita a ruota dall'amministrazione Regionale.
Anche Cuffaro svende castelli ed altro ancora:
"La Regione Sicilia ha i conti in rosso"
Cessione beni pubblici: il dibattito è finito, andate in pace.
La Regione Sicilia guidata da Totò, per far cassa e tamponare i disastrosi conti, vende tutto. Tronchetti Provera compra. Appartamenti, palazzi, alberghi, terreni, boschi, spiagge, pure un castello a Pirelli. Sarà contenta Afef, che potrà farsi le vacanze in Sicilia e sentirsi un po' come a casa sua. Anzi, a dirla tutta, sarà veramente a casa sua. E non perché lei è una donna nata con la brezza del Mediterraneo in faccia e conosce il calore della gente del Sud, ma perché, più semplicemente, il marito Marco Tronchetti Provera si sta comprando mezza Sicilia. Dalla Regione Sicilia…
Appartamenti, palazzi, alberghi, terreni, boschi, spiagge e pure un castello. Perché l´ente guidato da Totò Cuffaro, per far cassa e tamponare i disastrosi conti (un «buco» che si aggira attorno ai due miliardi di euro) dopo cinque anni di governo, ha deciso di vendere. Vendere tutto è la parola d´ordine di Palazzo d´Orleans, sede del Governo regionale, e se continua così non è detto che non si vendano pure quello. E pazienza se domani la Regione pagherà affitti salati per alloggiare i suoi diciassettemila dipendenti in palazzi che prima erano suoi, l´importante è far cassa. Al più presto possibile.
Così, all'appello di un «Cuffaro con l´acqua alla gola» per dirla con le parole del segretario siciliano di Rifondazione Comunista Rosario Rappa che accusa inoltre il governatore di cedere senza le adeguate garanzie il patrimonio immobiliare della Regione a Marco Tronchetti Provera, che lo stesso Rappa definisce «l´uomo più indebitato d´Italia», rispondono 5 colossi della finanza internazionale, con capofila come Bnl, Beni Stabili gestioni, Rif Fondi assieme ai tedeschi di Deutsche Bank, Investire e la cordata Pirelli Real Estate che comprende Banca Intesa, Caboto, Mcc e Capitalia. Ma all'apertura delle buste, pochi giorni fa, il colpo di scena: l'unica offerta a rimanere in piedi è proprio quella Pirelli, gli altri quattro gruppi alla fine hanno deciso di non partecipare alla gara. Così Tronchetti si mette alla testa di un´operazione da 800 milioni di euro, anche se ancora non è stata resa nota la proposta finanziaria fatta da Pirelli Re.
Ben nota invece è la lista dei primi 53 immobili della Regione messi in vendita. E anche se il centrosinistra è riuscito a fermare in zona Cesarini la dismissione del patrimonio artistico, come la Villa Romana del Casale l´elenco dei beni che la Regione ha deciso di dar via è di quelli tosti. Sloggeranno (o diventeranno inquilini di Tronchetti pagando un canone annuo fino all´8,5% del valore dell´immobile) numerosi assessorati, da quelli che si affacciano sulla centralissima via Notarbartolo di Palermo: Turismo, Sanità e Bilancio, a quelli dei Lavori pubblici e dell´Agricoltura, poi ci sono le sedi dell´ufficio legislativo e legale, l´Esa (Ente sviluppo agricolo) e la Corte dei Conti, tutti in pieno centro, le sedi dell´autoparco della Regione e l´Ausl 6, una delle più grandi d'Italia, fino ad arrivare al Castello Utveggio che sovrasta la città dal monte Pellegrino, luogo simbolo di Palermo e dei palermitani. E ancora, l´ex ospedale delle donne di Caltagirone dal prospetto rinascimentale, che oggi ospita la sede della galleria civica di arte contemporanea, l´albergo Europa di Catania e i palazzi storici Grignani e Fici-Valenti di Marsala. Ma sul piatto offerto dalla Regione di Cuffaro in realtà c´è molto di più: dagli 8mila 750 ettari di terreni ai 934 boschi per altri 41mila ettari, dalle spiagge agli edifici industriali e commerciali, fino ad arrivare all´ex base Nato di Comiso, posseduta al 75% dalla Regione, che potrebbe diventare buona per l´ennesimo, grande insediamento turistico. Così non mancherà proprio nulla quando la bella Afef sbarcherà nell´Isola del Sole, e troverà il solito, ineffabile Totò Cuffaro nelle vesti di (ex) padrone di casa che non potrà certo restare insensibile al suo fascino e da galante uomo del Sud si leverà tanto di cappello. O meglio, di coppola...
Qualcuno a Siracusa pochi giorni fa aveva detto dello strano caso del presidente della Provincia Bruno Marziano, che prospettava vendite o cessioni di beni pubblici, come nel caso dell'ex-carcere borbonico di Siracusa, destinato ad una compagnia di grandi alberghi; chiamando Marziano: uomo di sinistra che fa cose di destra. Uno strano dibattito è corso poi per alcuni giorni nelle pagine locali della stampa; Udc, contro la cessione, Alleanza Studentesca, organizzazione di destra legata ad Alleanza Nazionale, schierate per un utillizzo pubblico del bene, a vantaggio della colletività; la sinistra (quella moderata) che sommessamente si pronunciava per un utilizzo pubblico dell'antica costruzione, senza indicare, come e con quali fondi, affrontare l'impresa. Verdi, tutelatori di coste, salvaguardatori dell'ambiente, misteriosamente muti come pesci. Comunisti italiani e Rifondazione, fragorosamente silenti.
Non sono valse osservazioni e critiche venuta dal basso, a niente è servito ricordare che il degrado subito dalle costruzioni, è dovuto unicamente alla irresponsabilità di quei pubblici amministratori che le hanno abbandonate per troppi anni.
A niente è servito indicare che in Regioni e Provincie meno cieche, amministratori che hanno avuto a cuore la salvaguardia del pubblico patrimonio siano riusciti a conservare ed a valorizzare necropoli e antiche costruzioni aprendole al pubblico. Il nostro Presidente Marziano, ha argomentato che i soldi per il recupero e la valorizzazione non ci sono, e che se si parla ancora, se si cercano altre strade la "vantaggiosa cessione" sfuma. Ma l'interesse dei privati è come una sirena, e se una Provincia di Sinistra, quella di Siracusa, puo' "concedere" ai privati senza che nessuno dica alcunchè, allora è possibile, è giusto, che una Regione di destra, quella Siciliana, governata da un sospetto favoreggiatore di uomini di mafia, possa nel silenzio generale, mettere in vendita l'intero patrimonio pubblico. Ed ora qui, a Siracusa, tutti si sono pronunciati, i consiglieri comunali, quelli DS, hanno parlato, condannando l'operato della Provincia, ma tacendo sulle idee di svendita di altre pubbliche proprieta, come il mattatoio, ideate dal Comune; l'assessore, se esiste, al territorio, ha taciuto, Lega Ambiente non si è sentita, e l'Assessore alla Cultura, di Rifondazione non ci ha illuminati. I soli a dire qualche cosa, sono stati i Giovani Comunisti, di Rifondazione, che hanno rivendicato il ruolo centrale dei cittadini, i soli titolari dei "diritti di proprietà che Provincia, comune ed ora anche la Regione, vohglino "alienare". Ora sembra che il dibattito sia concluso, inascolate le proposte dei cittadini, le Istituzioni "democratiche" vogliono andare avanti nel loro operato, vogliono "vendere. Andate in pace il dibattito è finito.
www.uonna.it/sicilia-conti-rosso-cuffaro-vende-immobili.htm
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