Venerdì, 24 Novembre 2006
Tav, si rompe il fronte dei sindaci Sul protocollo con la Regione, dopo Porpetto arriva il no di Villa Vicentina. Paviotti perplesso.
Villa Vicentina
Il protocollo d'intesa sulla Tav spacca il consiglio comunale, ma corre il rischio con il suo risultato di mettere in crisi il tavolo della trattativa tra le amministrazioni e la Regione.
Questa la novità emersa dall'assise cittadina svoltasi martedì sera nel corso di una seduta aperta alla partecipazione attiva popolare. Diverse le persone che hanno preso la parola, tutte unite da una richiesta comune: invitare i consiglieri a vigilare con la massima attenzione sui futuri sviluppi progettuali della Tav. Oltre a portare in votazione il protocollo d'intesa proposto dalla Regione, il sindaco Mario Romolo Pischedda ha infatti presentato una copia del documento «emendata in alcuni punti di fondamentale importanza». «In particolare - ha sottolineato il primo cittadino - vogliamo cambiare il metodo di confronto sin qui seguito, riportando al centro il ruolo delle amministrazioni comunali, lasciando aperta ogni soluzione, compresa l'opzione zero: ovvero il potenziamento della linea esistente».
Testo approvato, con annessa bocciatura del protocollo proposto dalla Regione. Il tutto coi soli voti della maggioranza. Entrambi gli schieramenti di opposizione, infatti, hanno espresso la propria contrarietà al documento di Pischedda, promuovendo invece il protocollo regionale.
Immediata la replica da parte del sindaco di Cervignano Pietro Paviotti: «Chi boccia o modifica il Protocollo ha già giudicato e non vuole affrontare l'argomento Tav».
Una tabella di marcia, dunque, che ha presto incontrato i primi ostacoli. Scelte che restano di difficile comprensione per il primo cittadino cervignanese: «Nei fatti, il Protocollo istituisce solamente il tavolo tecnico per lo studio del problema Tav con competenza. Al momento dell'incontro con Sonego, il documento fu emendato fino a raggiungere l'accordo di tutti i sindaci. Ora invece ognuno sta andando per la sua strada».
La rottura del fronte delle Amministrazioni locali potrebbe ora rappresentare un limite sull'effettiva capacità del territorio di incidere sull'argomento. «I consigli che hanno operato queste scelte hanno accettato la diffida presentata dai comitati No Tav- ha aggiunto Paviotti- ma tuttavia, è necessaria una scelta laica, priva di pregiudizi, per capire e conoscere il problema. Diversamente, finiremo per firmare quindici protocolli e creare quindici tavoli tecnici, il che è evidentemente improponibile».
Simone Bearzot
Andrea Doncovio
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