Al Pacio, a Piacenza, dal 26 novembre al 17 dicembre.
Mondo Risiko è un Torneo di risiko vero, con dadi e carrarmatini, ma anche una scusa per parlare di guerra attraverso conferenze, reading, presentazioni di libri, film...
Leggi il programma completo e il regolamento su http://mondorisiko.noblogs.org Per iscriverti al torneo scrivi a mondorisiko@inventati.org
Sul sito potrai anche scaricare il banner per pubblicizzare Mondo Risiko sul tuo blog
E scalda i dadi rossi.
Pacio_vicolo molineria s.andrea 4_piacenza pacio@autistici.org
Mondo Risiko Torneo: Alle 21 pillole dai conflitti: lo sapevi che la guerra nei territori del risiko c'è davvero? Alle 21.30 inizia il torneo, ma chi gioca deve registrarsi ogni sera entro le 20.45
Domenica 26 novembre America Centrale Silvana Pazzagli, ass. Ya Basta!: La rivolta di Oaxaca Africa Orientale reading: Marco Bosonetto legge Diario di un uomo scimmia di R.Sapolsky
Domenica 3 dicembre Ucraina Giampaolo Capisani, giornalista: Il 52° stato dell'Unione? Urali reading: Marta Tartarini legge Il mio lavoro a ogni costo di Anna Politkovskaja
Domenica 10 dicembre Futurisiko Paolo di Molleindustria: Videogame e guerra reading: Vittorio Curtoni legge frammenti di guerre future
Domenica 17 dicembre Risiko globale permanente! Babe, M46 e Alex, conduttori di GlobalRisiko: faglie geopolitiche in movimento su radio(h)acktive: Sud America, Medio Oriente e Europa Occidentale nel risiko globale
Mondo Risiko Cinema: Altri territori visti attraverso una cinepresa. Alle 21.30, ingresso libero, al Pacio
Giovedì 30 novembre Argentina Kamchatka (M. Pineyro, ES/AG 2002)
Giovedì 7 dicembre Europa Meridionale No Man's Land (Danis Tanovic, IT/BE/GB 2001)
Giovedì 14 dicembre Stati Uniti Orientali 11 settembre 2001 (Ken Loach, Amos Gitai, Sean Penn, FR/GB 2002)
Mondo Risiko Libri: Ancora territori nelle parole degli autori, alla libreria Fahrenheit 451, via Legnano 16, Piacenza. Ore 21, ingresso libero
Mercoledì 29 novembre Medio Oriente Vincenzo Maddaloni: L' atomica degli ayatollah, ed. Nutrimenti
Martedì 12 dicembre Africa Orientale Roberto Fontolan:Kop ango? Un giorno nella vita del Nord Uganda, ed. Marietti
Un terzo continente a tua scelta: Tutte le sere di torneo, dalle 20.30 nella sala rosa del Pacio: - Esposizione e consultazione di libri a cura di Fahrenheit451 - Proiezioni di filmati da New Global Vision - Mostra di manifesti, foto, quadri - Durante le partite: spazio aperto di discussione sui territori della serata Aperto anche a chi non gioca!
La Favola del Mondo Risiko: La prima volta è stata il 17 gennaio 1991. La notizia dei bombardamenti sull'Iraq è arrivata durante la notte. Il mondo era appena cambiato ma noi eravamo i soliti quattro. Il giorno dopo saremmo scesi in piazza, ma quella notte c'era da esorcizzare lo spettro della guerra, sotto con i dadi e con i carrarmatini. Non sapevamo che sarebbero seguite molte altre notti, bombe vere mentre noi attaccavamo da due dalla Kamchatka. Scrivevamo volantini e perdevamo il Siam. Cazzo, non si può perdere un territorio così strategico. Addio controllo dell'Oceania. Anche la Cecenia è strategica per controllare il petrolio. Chiedetelo ad Anna Politkovskaja. La gente crepava a migliaia in Africa orientale, e noi difendevamo da tre contro un attacco dal Madagascar. Obiettivo: sconfiggere le armate rosse. Fatto. Le armate verdi sono i marines che sbarcano a Baghdad o la Guardia nazionale padana che fa la ronda in un quartiere di migranti? La confusione aumentava e nell'Europa meridionale tornavano la guerra, le deportazioni, l'odio etnico. Armate nere in Bosnia(Jugoslavia), non se ne vedevano in giro dal 1945. Esplodono autobombe in Indonesia? D'Alema bombarda Belgrado? E io ci provo da uno dalla Cita, non mi interessa se è un suicidio. A un certo punto qualcuno ha attaccato gli Stati uniti orientali da tre, una mossa a sorpresa. Ha fatto sei-sei-sei e la confusione è aumentata ancora. La risposta è stata conquistare l'Afghanistan, e non era difficile. I Talebani difendevano con un dado solo, e uno contro cento anche con molto culo non funziona. Figuriamoci poi se gli esce un bell'uno. È che dopo ti accorgi che a ogni turno bisogna rinforzare i territori, e i carrarmatini non bastano mai, non bastano mai. Un'assemblea, un corteo, una partita. Qui sulla Cisa dei pazzi bloccano treni pieni di carrarmatini in viaggio per il Golfo. In Chiapas si gioca in passamontagna, a Gaza con la kefiah e a Washington in doppiopetto. Chi controlla l'America meridionale porta a casa due armate supplementari a ogni turno, ma non è mica come dirlo. I governi cambiano e i colpi di stato continuano. Però a Cuba c'è Fidel castro e c'è anche Guantanamo, e sembra che levarseli dalle balle non sarà facile. Intanto in Medio oriente tutti vogliono farsi l'atomica, anzi qualcuno ce l'ha già. L'atomica? Ma non si giocava coi dadi? Truccati magari, ma pur sempre dadi. Oddio, non ci si capisce più niente. La nostra arma chimica è il gutturnio, che va giù a litri mentre giochiamo. Che poi tutti quei carrarmati blu elettrico nel deserto sono troppo psichedelici, la gente non capisce mica che sono finti e li fa saltare per aria. Le armate verdi dicono che le armate gialle ci invaderanno tutti, a cominciare dalla Brianza e da Treviso. Per ora non si sono mosse dalla Cina. Sono gialle anche le bandierine di Hezbollah che sventolano a Beirut sud. Valgono dieci armate e non è mica facile farle fuori. Comunque lo scontro più memorabile rimane la grande sfida del 15 febbraio 2003. Il debutto delle armate arcobaleno. Centodieci milioni di dadi contro un solo, gigantesco, presidente con la testa a forma di dadone rosso. Lo scroscio dei dadi sul tabellone si è sentito in tutto il mondo. Ma abbiamo perso anche quella partita. Nella storia del risiko non si era mai vista una simile sfilza di uno. Eppure ancora oggi qualcuno di noi, ogni tanto, sogna un terzo continente a tua scelta dove non ci siano né guerre, né dadi, né carrarmatini. Mi sa che dobbiamo smettere di sognare. E basta anche con questo vizio di attaccare da uno dalla Cita.
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