Campello sul Clitunno, Spoleto (PG) – Il 25 Novembre 2006 si è verificata una grave esplosione nell’oleificio dell’”Umbria Olii”,una delle maggiori aziende produttrici d’olio d’oliva a livello europeo.Il bilancio della tragedia è di 4 operai morti e un quinto ferito
Campello sul Clitunno, Spoleto (PG) – Il 25 Novembre 2006 si è verificata una grave esplosione nell’oleificio dell’”Umbria Olii”,una delle maggiori aziende produttrici d’olio d’oliva a livello europeo.Il bilancio della tragedia è di 4 operai morti e un quinto ferito. Gli uomini stavano effettuando lavori di manutenzione, per conto di una ditta di Narni, all’interno di un silos. Sembra che una scintilla, durante un lavoro di saldatura, possa aver causato l’incendio che poi ha determinato l’esplosione. I vigili del fuoco giunti sul luogo dell’incidente non sono potuti intervenire per salvare gli operai coinvolti poiché si è verificata una seconda esplosione. Solo in serata sono stati recuperati i corpi delle 4 vittime e l’operaio ferito.
A seguito dell’incendio si è sviluppata una colonna di fumo grigio e si è parlato di far evacuare gli abitanti delle zone circostanti. Nonostante l’Arpa abbia dichiarato che quel fumo non è tossico, molte persone hanno spontaneamente lasciato le proprie case. Inoltre, sono state create barriere per impedire che la grande quantità d’olio, fuoriuscita dalle cisterne, possa raggiungere il fiume Clitunno; ciononostante già si parla di disastro naturale.
I vigili del fuoco di Perugia e Terni sono riusciti a spegnere il rogo solo in serata, con l’ausilio dei colleghi di Macerata e Arezzo.
Ora il titolare dell’ “Umbria Olii” è indagato dalla Procura di Spoleto per omicidio colposo plurimo con l’aggravante di inosservanza delle norme di sicurezza sul lavoro.
I sindacati hanno proclamato per lunedì lo sciopero di un’ora in tutte le aziende umbre.
Noi siamo indignati e troviamo assurdo e deplorevole che in tempi come questi, in cui si parla di globalizzazione come di un bene comune, si verifichino ancora tali incidenti. Un mercato globale che permette alle aziende di trarre maggiori profitti, crea loro la possibilità di investire maggiormente anche per migliorare le condizioni dell’ambiente di lavoro e riuscire a prevenire, o quanto meno a ridurre, il verificarsi di tali episodi. E’ vergognoso che una azienda col capitale sociale dell’entità dell’ ”Umbria Olii” agisca solo in virtù del proprio guadagno, ignorando la sicurezza dei propri lavoratori e dell’ecosistema circostante. Non ci interessano le dichiarazioni delle istituzioni, dal presidente Napolitano a Bertinotti e i sindacati, che si dicono indignate ed esprimono il loro cordoglio alle famiglie delle vittime: un’ora di sciopero nelle aziende umbre lunedì mattina non cambierà le cose. Le chiacchiere stanno a zero se si guardano i dati sconcertanti :1200 i morti per incidenti sul lavoro in Italia nel 2005. La corona di fiori portata da Bertinotti sul luogo della catastrofe non riporterà in vita gli operai, non darà sollievo ai familiari delle vittime, non servirà a cambiare le pessime condizioni in cui molti si trovano a dover lavorare. C’è necessità di una politica ancora più dura in tema di misure di sicurezza sul luogo di lavoro; e le norme vigenti devono essere applicate non solo formalmente. Non si può chiudere un occhio quando a pagare possono essere i lavoratori con le proprie vite. Gli operai dovrebbero cercare di sollevare la problematica e darle più eco, ma non è facile se questo può costargli il posto, come nel caso dei macchinisti e del capotreno licenziati dalle FS perché intervenuti in un servizio della trasmissione “Report”. Alla luce del comportamento dei sindacati confederali, che spesso prendono le giuste posizioni ma mancano poi di pragmaticità nella difesa effettiva dei lavoratori, noi crediamo che l’unica forma di tutela che possa portare dei risultati sia l’autorganizzazione.
|