sabato 25 novembre: altra pagina nera per la storia contemporanea del messico tutto
Nella giornata di sabato 25 novembre la città di Oaxaca ha vissuto un'altra giornata di lotta, ma anche di brutale repressione e morte. Al momento il saldo del meccanismo repressivo messo in atto dal governo federale e statale, che mai come in questa occasione ha agito in accordo e in perfetta armonia, è di 3 giovani studenti morti nei pressi della facoltà uiniversitaria di medicina. Morti ammazzati da pallottole sparate da uomini in abiti civili scesi da camionette che hanno portato nei vari luoghi della città scagnozzi del PRI armati, paramilitari, agenti della PFP e della polizia ministeriale. Sono tantissime le accuse che parlano di uomini della pfp che hanno sparato dopo aver abbandonato l'uniforme e raggiunto i gruppi di manifestanti in strada vestendo abiti civili.
Barricate, scontri corpo a corpo, spari da armi da fuoco in diverse zone della città oltre a un grosso numero di fermati e scomparsi dopo l'arresto in strada. Radio Universidad è stata una voce costante anche ieri nel diffondere i messaggi dei movimenti sociali che avevano organizzato la Megamarcha per le strada di Oaxaca (appo e sezione22 del sindacato dei maestri di scuola su tutti), ma anche purtroppo nel confermare la morte di 3 universitari e la scomparsa di una lista di persone che nella mattinata di oggi ha raggiunto le 80 persone. Ascoltando in questi momenti la radio si può dire che la lista è destinata a rimpicciolirsi ma non è al momento possibile dire di quanto. Se il 2 novembre si poteva gridare con gioia e orgoglio che il popolo di Oaxaca aveva fatto ripiegare la Polizia Federale Preventiva grazie ad una coraggiosa giornata di resistenza in strada, ieri si poteva affermare che nonostante il coraggio le barricate e il popolo sceso in strada a difendere la propria città il meccanismo repressivo armato ha prevalso: è stata la APPO a chiamare la gente in strada verso un ripiegamento strategico e riorganizzativo nella zona dell'università.
Ulises Ruiz Ortiz, il contestatissimo governatore dello stato di Oaxaca, ha in un certo senso rivendicato l'azione repressiva di sabato festeggiando nello zòcalo con 300-400 sostenitori la "conquista" di alcune zone del centro cittadino. Per arrivare allo zòcalo si è fatto aprire strada da un operativo di sicurezza composto da pfp-polizia ministeriale-esercito e agenti in borghese. Proprio l'insieme di forze che ha represso, sparato e ammazzato sabato come nei mesi scorsi. La APPO invita tutti coloro che nel mondo hanno portato solidarietà al popolo di Oaxaca nelle scorse settimane a tornare a farlo quanto prima.
Il livello di attenzione da parte dei media indipendenti a livello internazionale sulla realtà attuale di Oaxaca è scemato, forse perchè in tanti sono abituati a considerare decisive alcune battaglie vinte. Putroppo la battaglia vinta del 2 novembre è passata. Da ieri si apre una nuova fase del conflitto di Oaxaca. Lo Stato messicano ha confermato quanto non sia disposto a cedere, anche utilizzando in maniera più decisa e diffusa armi e morte, come detenzioni e sparizioni illegali.
A conferma di un "nuovo" clima anche le voci di radioUniversidad che per la rpima volta dal giugno scorso parlano della necessità di rispondere con metodi simili a quelli della controparte da sconfiggere: alla lista di indirizzi che la radiopirata pro-RuizOrtiz diffonde nell'etere, invitando a "scovare" i responsabili della confusione sociale e delle barricate, dal campus universitario si risponde con una lista di indirizzi di membri del PRI che da stanotte (europea) saranno più facilmente identificabili, se ritenuti responsabili di azioni repressive ai danni del movimento. Bisognerà vedere quanto queste "tendenza" strategica venga messa in atto fino in fondo ma qualcosa sembra essere cambiato...
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