Elogio della pirateria è un saggio di Carlo Gubitosa. L'autore affronta lo spinoso tema della pirateria odierna, diffusa non più in campo navale ma in molteplici settori dell'agire umano nei quali si configurerebbe sempre di più come pratica sociale o meglio ribellione creativa, come suggerisce il sottotitolo del libro, messa in atto da un numero sempre crescente di individui in reazione a delle regole avvertite come ingiuste.
Il libro, con prefazione di Paolo Attivissimo, è suddiviso in dieci capitoli o tesi.
Carlo Gubitosa - Elogio Della Pirateria
Libro rilasciato sotto licenza Creative Commons, liberamente scaricabile dal sito dell'autore (tramite questo Link) e da vari altri posti.
Sapete una cosa? Quello che facciamo e' giusto. Profondamente giusto.
Sono sempre stato nel dubbio, anche perche' gli indottrinamenti e le sentenze piovono da tutte le parti, ma questo libro, cosi' come anche Cultura Libera di L. Lessig inserisce le nostre azioni di "pirateria", consapevoli o meno, in un contesto storico ad ampio raggio, dalla nascita del copyright all'avvento di internet, passando per le radio libere, le tv di quartiere e le crociate delle major, senza tralasciare atti di ribellione creativa e riappropriazione degli spazi come il writing o il doppiaggio e riediting amatoriale di film famosi.
Senza tergiversare troppo, il punto della questione e' semplice: ci stanno rubando il sapere, violentando l'arte sotto tutti gli aspetti e noi glielo stiamo lasciando fare, glielo abbiamo sempre lasciato fare ed anzi, peggio, li giustifichiamo da una vita e ci sentiamo quasi in colpa quando usciamo dai loro giochi.
Mercificano e conteggiano ogni umana espressione dell'ingegno, della passione, delle emozioni, poi impacchettano tutto e ce lo rivendono a prezzi immotivati. Noi battiamo le mani, facciamo l'inchino e saltiamo di gioia.
Tutte le opere piu' belle del genere umano vengono blindate e riservate ad un'elite sempre piu' ridotta: chi puo' comprare i cd, pagare il biglietto del museo, visitare il tal salotto bene, cercare per mesi un film introvabile, acquistare d'importazione, abbonarsi al mega-provider monopolista di tv via cavo, buttar via centinaia di euro in licenze software, pagare oro servizi a costo zero.
Tutti gli altri che restino nella loro ignoranza, che continuino a non conoscere, a non immaginare neppure che cosa ci possa essere la' fuori in grado di appassionarli, di cambiarli, di regalargli anche solo qualche attimo di felicita' in piu'.
Si tengano solo cio' che e' trendy, pop, mangime per le masse.
Noi per loro siamo "i pirati" perche' leggiamo troppi libri, ascoltiamo troppa musica, vediamo troppi film.
Conosciamo troppo. E siamo troppo curiosi. Vogliamo continuare a scoprire.
Chiariamo una cosa: non fosse stato per internet e per il file-sharing probabilmente non sarei qui a scrivere in questo momento. Non conoscerei gran parte delle opere d'ingegno che mi rendono felice.
Avrei vissuto lo stesso, anche senza ascoltare gli Skruigners, i Kyuss, i Pistols, Bowie o i Pink Floyd, senza mai vedere "La Montagna Sacra" di Jodorowsky, senza leggere "Neuromante" di Gibson ne' godere della fotografia di Jan Saudek o Robert Mappelthorpe, senza aver mai installato Linux sul mio computer o mai speso un po' di tempo ad osservare i capolavori di Miro'.
Ma che vita sarebbe stata? E soprattutto perche' mai avrei dovuto rinunciare a tutto questo ora che e' a portata di mano, quando proprio lo scopo ultimo dell'artista e' raggiungere piu' gente possibile, comunicare, regalare al mondo le proprie emozioni?.
Il libro ci mostra come il progresso tecnologico sia una continua lotta del "pirata" innovatore contro gli interessi di qualche mastodonte conservatore e del suo business.
"Elogio della Pirateria" parla abbastanza rapidamente, come gia' accennato, delle radio libere e delle televisioni di quartiere, media assolutamente alla portata delle tasche e delle capacita' di tutti ma completamente zittiti dalle leggi di chi preferisce tutelare l'oligopolio di chi ha il soldo piuttosto che la millenaria liberta' di parola e d'informazione del libero cittadino. Gubitosa s'inoltra poi piacevolmente nella vita degli hacker, nonche' dei phreak, analizzando l'anima e le motivazioni del software libero, la lotta contro i brevetti, che rappresentano la nuova frontiera del furto di conoscenza legalizzato (e ben retribuito) e dipingendo un quadro veloce ma brillante su quel fenomeno meraviglioso del quale tutti noi facciamo parte: il file-sharing.
Il quadro in questione ripercorre lo sviluppo delle leggi sul copyright (con tutte le loro contraddizioni), parla di alcuni dei casi piu' eclatanti di giustizia privata delle major, offre un breve scorcio sui pochi artisti che si sono svegliati e stanno tentando nuovi modi di diffondere la propria musica ed infine si sofferma sul semplice piacere che le tecnologie peer2peer offrono, con la loro capacita' di eliminare le distanze culturali e di permettere una scoperta ed un intrattenimento virtualmente senza limiti.
Il libro tratta anche un argomento meno "intellettualoide" e spesso tralasciato, nonostante la drammatica urgenza che lo accompagna: i brevetti biotech e farmaceutici. In questo preciso momento migliaia di persone stanno morendo perche' non possono pagarsi dei farmaci che costerebbero pochissimo se non fosse per il pagamento delle royalties che vanno ad ingrassare le grandi corporazioni farmaceutiche; queste infatti vietano alle nazioni del mondo di produrre autonomamente i farmaci coperti da brevetto, costringendole ad acquistarli a prezzi imbarazzanti presso chi e' "padrone" di tale fetta di scienza.
Assurdita' simili continuano a spuntare ogni giorno, tant'e' che nessuno si scandalizza piu' di tanto neppure se la beneamata Monsanto costringe i contadini di tutto il mondo a non riutilizzare i semi geneticamente modificati da lei vendutegli, in barba a millenni di tradizioni agrarie, anche a costo di rovinarli con pesanti azioni legali.
Tutto questo e molto altro, dalla perdita della naturale biodiversita' al furto dei prodotti tipici, in nome della "brevettabilita' di ogni conoscenza" e del profitto di poche, luride, merde.
In tutti i campi dell'ingegno cio' che e' spacciato per "il nostro bene" in realta' ce lo sta' sbattendo sonoramente in posti molto bui e stretti, con conseguenze diverse e di diversa gravita'.
E' ora di iniziare quantomeno a rendersi conto che tutto cio' e' reale e non fa parte dei "problemi di qualcun'altro". A questo scopo "Elogio della Pirateria" di Gubitosa e' un libro magnifico, corto e sintetico ma meravigliosamente esaustivo, per certi aspetti militante.
Inoltre, proprio come il gia' citato "Cultura Libera" di Lessig (che si puo' quasi considerare il fratello maggiore), inserisce le nostre gesta in un limpido contesto storico, dando ad ognuno di noi un ruolo nell'innovazione tecnologica: un ruolo all'insegna della semplicita', della riappropriazione e della condivisione.
Tre parole che credo ameremmo tutti sentire piu' spesso in questa nostra meravigliosa e progreditissima civilta'.
sberla54
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