Berlusconi ha un semisvenimento al convegno di Montecatini. Viene ricoverato per 4 giorni ma giura che sara’ in 2 dicembre in piazza contro la Finanziaria. Forse questo rinvigorira’ le presenze. Habemus heroem? / A causa del malore dell'ex premier e’ stato rinviato al primo dicembre prossimo il processo che vede imputati, tra agli altri, Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri per presunte irregolarita’ nella compravendita di diritti cinematografici e televisivi da parte di Mediaset./
Vedi anche : "Il broglio come categoria permanente nella politica italiana", di Stefano Olivieri
Il broglio originale della politica italiana
Stefano Olivieri
Le regole della democrazia non vanno disattese, mai. E se il dubbio di brogli e’ stato tale da sopravvivere piu’ di sei mesi e generare addirittura un film andato a ruba in tutto il paese, questo vuol dire che la classe politica nel suo insieme e’ ancora in forte debito di democrazia con i cittadini Avevo prenotato per fortuna il film di Diario al mio edicolante di fiducia. E cosi’ l'ho trovato. Ma un mio amico mi aveva chiesto il favore di comprargliene una copia, e cosi’ ho cercati di accontentarlo. Inutilmente. In quindici edicole visitate ieri mattina fra la via cassia e il quartiere trionfale il film era andato a ruba, l'ultima copia venduta sotto ai miei occhi a un distinto signore che aveva sotto braccio anche una copia di Libero. Se si fosse trattato soltanto di una furba operazione di marketing, Deraglio avrebbe comunque gia’ stravinto, di "Uccidete la democrazia" e’ stata gia’ annunciata una frettolosa ristampa dall'editore. E' chiaro che l'argomento e’, come dire, pruriginoso di suo. E il fatto che oggi la Cdl, da Berlusconi a Pisanu, da Fini a Cicchitto si agiti gridando allo scandalo e’ del tutto normale, siamo abituati alle contraddizioni e alla memoria cortissima della destra : dopo la pur stentata vittoria dell'Unione Berlusconi, premier ancora in carica ma solo per la normale amministrazione in attesa dell'avvicendamento, non si comporto’ affatto come un presidente del consiglio dimissionato dalle elezioni. Grido’ alla scandalo e ai brogli, aizzo’ il fuoco nelle piazze, minaccio’ sinistri decreti presidenziali per annullare il suffragio popolare che lo aveva appena visto perdente, seppure per soli 25mila voti. Perse insomma non soltanto il senso dello Stato, ma anche quello del decoro, rifiutandosi perfino di telefonare al suo avversario e fargli gli auguri, come pretenderebbe il gentlemen's agreement istituzionale. Contro le prefetture, contro i verbali certificati, contro la stessa Cassazione continuo’ a battere la grancassa, fermandosi soltanto quando comincio’ a rendersi conto che i suoi stessi alleati lo avevano abbandonato in quella solitaria e patetica battaglia. Insomma non fu una resa onorevole, al di la’ e al di sopra di come ando’ quella famosa tormentatissima notte delle elezioni. E di questo re ormai nudo e stizzoso che lanciava veleno ovunque deve essere rimasta una impronta indelebile nel popolo italiano, in particolare nella parte degli elettori che proprio in lui aveva confermato la fiducia del proprio voto. L'elettorato conservatore di destra non e’ mai stato barricadiero, non scende in piazza e non fa girotondi, e’ in cerca piuttosto di una sponda sicura in politica che conservi lo status quo con un minimo di credibilita’ e di rispettabilita’. Ebbene, Berlusconi che pure in quelle elezioni aveva investito immense risorse - anche personali - per tentare di risalire una china per lui e i suoi sempre piu’ scivolosa, pur riuscendo - se legittimamente o meno e’ il dibattito aperto dal film di Diario - quasi a pareggiare disperse nei quindici giorni successivi alle elezioni tutto il capitale di consensi che era riuscito a strappare all'Unione. Per l'ultimo suo colpo di teatro, quello dell'ICI, vidi ammiccare di simpatia piu’ di qualcuno fra le mie conoscenze in campo democratico: era un colpo basso e sleale certamente, ma furbo ed efficace e in politica, come si dice, la guerra e’ guerra. Ma l'indecorosa pantomima inscenata dopo le elezioni con l'ossessivo richiamo ai brogli distrusse tutto, mandando in picchiata il carisma personale del cavaliere in tutto il paese. Bene avrebbe fatto il nuovo esecutivo, magari con discrezione e senza strombazzare la notizia ai giornali come troppo spesso avviene, a risolvere il giallo delle schede bianche nel tempo giusto, a prescindere dall'inevitabile calo di attenzione popolare sull'argomento. Il paese infatti aveva bisogno di rimettersi subito in moto, aveva necessita’ di ritrovare quell'unita’ e condivisione necessarie per superare le tremende prove che lo attendevano. La forsennata battaglia politica degli slogan e delle promesse aveva infatti creato un solco profondissimo fra i beneficiati e i diseredati dal precedente governo e la parola d'ordine era : ricucire. Ma le regole della democrazia non vanno disattese, mai. E se il dubbio di brogli e’ stato tale da sopravvivere piu’ di sei mesi e generare addirittura un film andato a ruba in tutto il paese, questo vuol dire che la classe politica nel suo insieme e’ ancora in forte debito di democrazia con i cittadini. E se fra questi ci sono un milione e duecentomila persone che pur avendo votato scheda bianca oggi hanno il legittimo dubbio di aver contribuito invece al successo elettorale di un partito, quale che sia, ebbene questo e’ un vulnus profondo per il nostro sistema democratico, gia’ minato profondamente da una schifosa legge elettorale a cui il governo Prodi avrebbe dovuto mettere mano gia’ all'indomani della vittoria elettorale. Enrico Deaglio ha indicato la luna, interpretando seppure con una fiction l'ansia di rinnovamento e di democrazia diretta, il desiderio di trasparenza e pulizia di milioni di cittadini elettori. Speriamo che la politica italiana tutta non si limiti stavolta a guardare il dito. Il vero broglio da risolvere e’ li’, nella clamorosa assenza di nuove e piu’ trasparenti regole di delega e rappresentanza di cui il nostro paese dovra’ prima o poi dotarsi, per voltare davvero pagina. .. Da aprileonline http://www.aprileonline.info/811/il-broglio-originale-della-politica-italiana ...
Da un blog
Il film di Deaglio propone un serio dubbio sul significato stesso di democrazia collegata al voto. Infatti, due paesi che si piccano persino di esportarla (in Afghanistan, per esempio) tollerano senza assumere iniziative incisive, di essere governati per un possibile broglio. Mi riferisco a Italia e USA, ovviamente. C‘e’ di che dubitare in radice dell’attuale “democrazia” di voto e anche di coloro che se ne accontentano. Maria Grazia
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