La stampa internazionale condanna Microsoft di pressioni sugli indiani d'america quando questi hanno un contenzioso aperto con i governi di appartenenza.
E' ormai una storia senza fine. Quando non sai a chi dare la colpa cita Microsoft e hai risolto tutti i tuoi problemi , nessuno (escluso l'azienda di Seattle) oserà contestare niente. Ci siamo abituati.
E' quello che succede sulla stampa internazionale che riporta l'accordo tra Microsoft e il governo cileno sul Language Pack di XP in mapudungun, idioma indigeno degli autoctoni Mapuche, un popolo tranquillo che occupa una regione ai margini del Cile (e non solo).
Dal convegno del 1 dicembre 2003 tenutosi all'Università "de la Frontera" di Temuco, tra il colosso informatico e il governo cileno, emerge l'approvazione a produrre Windows XP nella lingua locale indigena.
La cronaca passata sui media dà seguito ad una causa civile mossa nei confronti di Microsoft dalla comunità Mapuche contro il language pack. Causa vinta in questi giorni dal colosso: i Mapuche dovranno usare Windows nella loro lingua. La stampa internazione titola " Microsoft inghiotte anche il popolo Mapuche "
Conoscendo qualcosa sui Mapuche e l'orgoglio delle propria identità, qualcosa non mi tornava. possibile?
No, infatti, non è così.
La cronaca vede da sempre gli indigeni contro il governo cileno accusato di discriminazione razziale e di ghettizzazione in luoghi periferici.
Sono andato a controllare e gli atti del convegno parlano di dissenso mapuche NON nei confronti di Microsoft, ma verso il governo, che ha deciso autonomamente senza chiamare in causa la comunità procedendo con gli accordi. Accordi senz'altro bidirezionali, ai quali i mapuche rispondono con la stessa ansia di chi viene utilizzato per dubbie finalità.
Favorevolissimi nel partecipare al progresso tecnologico, a patto che si rispetti la volontà espressa degli stessi.
Mi sembra ragionevole.
Per tutti però i cattivi sono stati Microsoft che si è mangiato in un boccone gli sfortunati e insignificanti ribelli.
per le fonti consultare
prcValdelsa blog
prcvaldelsa.altervista.org/blog
|