Come una terribile strage viene normalizzata dal sistema dei media
come saluto al newswire di Indy, una riflessione su una notizia terribile, quasi indicibile, e su come viene normalizzata, banalizzata, nascosta, ingoiata e digerita dal sistema dei media. ----------- Il tank ha aperto il fuoco su due guerriglieri che dal tetto di un palazzo sparavano sui militari che stavano disinnescando un ordigno lungo la strada Iraq, carro armato Usa uccide cinque bambine I corpi ritrovati dai soldati della coalizione che hanno perlustrato l'edificio Tra le ragazzine anche una neonata. Erano insieme ad un uomo
BAGDAD - Cinque bambine irachene, tra cui una neonata, sono state uccise a Ramadi, ad ovest della capitale Bagdad, dal fuoco di un carro armato americano durante uno scontro con ribelli armati. Ne dà notizia l'esercito statunitense.
Le fonti militari Usa hanno detto che l'incidente è avvenuto durante uno scontro con un gruppo di miliziani armati nel quartiere di Hamaniyah, nel settore nord della città sunnita. Due guerriglieri hanno aperto il fuoco dal tetto di una casa contro una pattuglia che stava disinnescando un ordigno sul ciglio di una strada. E un carrarmato di scorta ha aperto un fuoco di copertura contro l'edificio.
Secondo un comunicato militare, "dopo aver ottenuto conferma della posizione dei due uomini, le forze della coalizione hanno risposto con tiri di armi automatiche. Poiché lo scontro proseguiva, un carro armato della coalizione ha sparato diversi proiettili", afferma il comunicato. "I soldati della coalizione hanno attentamente perlustrato l'edificio e hanno scoperto i corpi di un uomo e di cinque bambine, di età fra la neonata e l'adolescente", prosegue il documento.
"Una donna ferita, presente sul luogo, ha rifiutato di essere curata", mentre alcuni vicini hanno affermato che si ritiene che nella casa abitassero degli insorti. "E' stato segnalato che uno degli insorti è stato ferito e è stato portato via da altri insorti", aggiunge il comunicato.
"E' un giorno particolarmente tragico che ci ricorda che le azioni degli insorti si ripercuotono su tutti gli iracheni. Sono stati intrapresi sforzi per offrire tutto l'aiuto possibile ai familiari delle vittime", ha detto un portavoce militare, il tenente colonnello dei Marines Bryan Salas. Repubblica Online 28 novembre 2006
M’è tornata in mente Hannah Arendt, la banalità del male. Poi molti elementi dell’occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale. Però qui la crudeltà e la stupidità, la barbarie e l’incapacità, raggiungono livelli assoluti. Anzitutto, trattasi di “incidente” – è ovvio. I “nostri”, i “buoni”, stavano sminando il quartiere. Per fare questo servizio pubblico, per il quale gli abitanti avrebbero dovuto festeggiarli, erano scortati da diversi carri armati (notate, si parla sempre di “un” carrarmato, mai “del” carrarmato: ciò significa che ce n’erano diversi). Uno dei carri armati ha aperto un “fuoco di copertura”. Dicesi “fuoco di copertura” quello che viene esercitato contro il nemico per impedire che esso faccia fuoco su alleati mentre questi compiono delle operazioni. In questo caso, il “fuoco di copertura” non mira a impedire l’attacco nemico, ma a fare strage di tutto ciò che si trova intorno ad esso. “fuoco di copertura” suona meglio che “attacco indiscriminato contro un edificio civile”. Vengono trovati i sei corpi (evidentemente, gli iracheni si nascondono anche dopo morti, da qui la necessità di una “attenta perlustrazione”). “Un uomo e cinque bambine”: resta la curiosità se sia stato accertato che l’uomo fosse il padre delle bambine, non viene ritenuto necessario dirlo o forse non si è ritenuto di indagare. Viene ritrovata una donna, scampata al massacro ma ferita: non si sa se sia madre delle bambine, o parente, o amica o chissà che. Questa donna ferita, una magnifica donna irachena la cui immagine dovremmo stampare a fuoco nelle nostre menti, invece di chiedere aiuto rifiuta le cure degli stragisti. Non meglio identificati vicini di casa vengono chiamati in causa per affermare, sulla propria parola d’onore e davanti a vari carri armati di cui uno ha sventrato una casa, che sì, potrebberci esserci stati degli insorti in quella casa. "Potrebbero", perché nonostante i carri armati, nessuno degli insorti è tra le vittime; se c'erano sono riusciti a fuggire. O forse non c'erano, non lo sapremo mai. L’esercito degli Stati Uniti, comunque, si sforzerà per offrire aiuti ai parenti delle vittime: i quali forse sono già stati uccisi, oppure hanno già provveduto a maledire l’istituzione che ha sterminato la loro famiglia. La morale? C’è: “le azioni degli insorti si ripercuotono su tutti gli iracheni”.
Questa notizia sta verso il fondo della home page di Repubblica Online; la dovete cercare bene e presto, perché tra poco sparirà; sta scritta in piccolo, sotto a “Bush, più soldati in Afghanistan” e sotto a “Prodi, soldati non sono unica risposta”. Nessun commento, né da parte di Repubblica, né da parte di alcun politico, prete, ambasciatore, moralista, tuttologo. Pensate se la stessa cosa l’avessero fatta gli Hezbollah in Israele, o un terrorista arabo a NewYork, Londra o Parigi: ci sarebbe lo speciale tg a reti unificate a mostrare la tragedia che colpisce un intero paese, lo strazio dei familiari, l’indignazione e la solidarietà di tutto il mondo politico istituzionale. Ma la vita degli iracheni, dei palestinesi, dei libanesi non vale niente, non fa neppure notizia.
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