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La Procura della Repubblica di Bologna è occupata da criminali
by *** Wednesday, Jun. 14, 2006 at 2:55 PM mail:

Nessun paese può tollerare i giudici che infrangono la legge per colpire ingiustamente i cittadini.


La Procura della Repubblica non finisce di stupire, e ancora una volta si fa ridere dietro da mezza città, mentre l'altra metà non ride perchè è impegnata a difendersi dalle false accuse montate tra le stanze degli investigatori e quelle del Pm Giovagnoli e del suo Procuratore capo Di Nicola.

Se qualcuno ancora aveva dei dubbi sulla buona fede di questi improbabili sovvertitori dell'ordinamento giudiziario, le ultime novità dovrebbero fugarli del tutto.

Le ultime notizie ci dicono che la recente perquisizione al Livello 57 è stata decisa dopo che il Pm Giovagnoli ha ricevuto una informativa nella quale gli "investigatori" annunciavano che nel centro sociale erano presenti:

- Un laboratorio per la produzione di droga, con tanto di presse per la produzione di cristalli di crack.
- Un archivio di dossier su componenti delle forze dell'ordine.
- Una stanza blindata nella quale l'archivio era conservato insieme ad altri misteriose "cose illegali".
- Un conseguente numero di persone impegnate stabilmente in tali attività criminose.

Nulla di tutto questo è stato rinvenuto e a chi era impegnato nella perquisizione in perfetto stile FBI (oltre 50 militari impegnati) non è restato che buttare per terra dell'hascish al di fuori del centro sociale ed attribuirlo a una delle animatrici del Livello grazie a una ridicola testimonianza malfatta e incoerente.

Alla luce di queste notizie appare ovvio che il rinvenimento della "droga" sia stato predisposto dolosamente, le sedi del Livello 57 sono del tutto aperte e frequentate regolarmente dalle forze dell'ordine in borghese, in servizio come nei momenti di svago. L'esistenza di una stanza blindata non poteva essere nascosta, non c'era bisogno di una perquisizione per verificarne l'inesistenza.

E' quindi molto plausibile che, come sostengono gli accusati del Livello 57, lo strano rinvenimento della "droga" sia stato predisposto ben sapendo che l'informativa era assolutamente infondata.

Non è il caso di andare troppo sul politically correct in casi come questi.

La Procura della Repubblica di Bologna è condotta da un matto coadiuvato da un pazzo furioso, oppure la Procura è nelle mani di squallidi personaggi che usano le istituzioni e le leggi per perseguitare innocenti cittadini costrunedo prove false e inventando reati; delle due l'una, altre ipotesi attengono solo alla fantasia.

Quindi a meno di pensare che in Procura siano tutti strafatti di crack, occorre concludere che i vertici della giustizia cittadina siano presidiati da criminali, coadiuvati da ufficiali di polizia pronti a costruire false prove e ad inventare informative all'occorrenza; neppure Giovagnoli poteva credere a storie del genere in buona fede.

Nessuna persona sana di mente avrebbe potuto credere all'informativa sopra citata, nessuna persona sana di mente può veramente credere che i comportamenti che la Procura ha indicato nell'ultimo anno come "eversivi" dell'ordine democratico ed economico possano essere minimamente idonei a tale scopo.

La Cassazione ha infatti respinto tali fantasie, anche se a nulla è servito, perchè Giovagnoli e Di Nicola hanno continuato imperterriti ad accusare ed arrestare sulla base di queste fantasie, persone scelte non a caso .

E' ora che questa gente sia richiamata alle proprie responsabilità, devono essere indagati e puniti gli autori dell'informativa, devono essere rimossi d'urgenza e sottoposti a procedimento disciplinare sia il Pm Giovagnoli che il Procuratore Capo Di Nicola.

A Bologna da troppo tempo si tollera questa plateale sovversione dell'ordinamento giudiziario e l'esistenza di una cellula di dipendenti dello stato che vive e lavora non per dare la caccia ai criminali, ma per schiacciare e normalizzare la protesta sociale inventando accuse e fabbricando prove false allo scopo.

Il sindaco di Bologna Cofferati, se non vuole essere considerato complice e ispiratore di questa manovra, deve pronunciarsi con durezza e prendere le distanze da questi personaggi che fino ad ora hanno colto solamente il suo plauso, e lo deve fare in fretta; l'allarme lanciato recentemente da Monteventi si è rivelato più che fondato, ed è interesse di tutti in città che la giustizia venga esercitata secondo le leggi (la famosa legalità) e sottratta a questa manica di delinquenti manifesti.

Non è tollerabile che a Bologna i funzionari dello stato si prendano gioco della legge, come non è tollerabile che s'inventino prove ed accuse false in spregio al buonsenso e all'evidenza. Non è tollerabile che chi è preposto a guardia della legalità compia numerosi reati per liberare il campo dall'opposizione sociale o dalle persone sgradite.

La Procura di Bologna è ormai una struttura platealmente deviata dai compiti che le assegna la legge, e si è trasformata in un bastone nelle mani di bugiardi e calunniatori in associazione tra loro (aggravante), che approfittano del loro status e dei loro poteri per perseguitare alcuni cittadini innocenti.

E' interesse di tutta la città liberarsi al più presto di personaggi del genere e ristabilire al più presto una sana dialettica tra l'amministrazione (non solo quella della giustizia) e i cittadini, pena la vergogna e incalcolabili conseguenze gravissime.

Fuori i delinquenti dalla Procura della Repubblica!



...anche perchè qualcuno è già stato condannato e soffre pesanti limitazioni della libertà personale a causa delle azioni di questi galantuomini
http://italy.indymedia.org/news/2006/06/1088978.php

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Dice la stampa
by press Thursday, Jun. 15, 2006 at 10:12 AM mail:

Solo Il Domani tra tutte le testate locali ha dato questa notizia.


«La ricostruzione della Procura è fantasiosa e inattendibile»
Blitz antidroga. Gli esponenti del Livello 57, entrati in possesso del rapporto che ha determinato la perquisizione, criticano le indagini della magistratura


Il Livello 57 torna in possesso del suo cuore informatico.
I nove computer sequestrati nel corso del blitz ordinato dalla Procura lo scorso 25 maggio verranno restituiti al centro sociale.
Lo ha deciso il Tribunale del Riesame che non è nemmeno
dovuto entrare nel merito ritenendo che mancassero gli elementi fondativi della richiesta di dissequestro presentata dai legali del centro sociale: i computer sono stati sequestrati, ma non c'è stata, infatti, la successiva
convalida e quindi il sequestro è già decaduto.
L’udienza di ieri in via Garibaldi è stata anche l’occasione
per i legali del Livello 57, avvocati Mario Marcuz e Elia De Caro, per prendere visione dell’informativa dei carabinieri posta a fondamento del blitz antidroga disposto dal pm Paolo Giovagnoli. Un rapporto fortemente contestato da una ventina di esponenti del centro sociale che proprio fuori dall’aula hanno distribuito «materiale informativo sulla vera attività
della struttura». Attività che nell’informativa del reparto
operativo dell’Arma viene descritta in termini molto pesanti: «Nel rapporto - ha spiegato l'avvocato Mario
Marcuz - si parla di presse per la rottura di cristalli di
eroina, di camere blindate, di tutta una serie di appresentazioni di un’attività di fabbrica di stupefacenti
che non hanno trovato conferme nella perquisizione.
Le sostanze sequestrate, a parte l’hascisc, sono in quantità compatibile con l’uso personale o addirittura prive di principio attivo o hanno un principio attivo non significativo. Che ci sia nel rapporto una rappresentazione
dei fatti che non ha riscontri lo indica un altro elemento: ci doveva essere, secondo il rapporto, addirittura un archivio che avrebbe dovuto monitorare l'attività di membri delle forze dell’ordine.
Nel rapporto si parla di una stanza dotata di porte blindate e sistema di videosorveglianza all’interno del quale si troverebbe materiale informativo di tipo politico-eversivo,
tra cui un archivio di fascicoli sul conto del personale delle forze di polizià.
Nessun riscontro di tutto questo. E’ una discrepanza che balza agli occhi». Gli esponenti del centro sociale hanno deciso di mettere in scena, attraverso un cortometraggio, tutta la vicenda giudiziaria degli ultimi mesi.
«Un film», dicono «sulla fantasiosa ricostruzione
della Procura». «Nel blitz - precisa Rosario Picciolo -
hanno trovato 0,33 grammi di hascisc, 10 pasticche di ecstasy, di cui due senza principio attivo, e sei piccole
piante di marijuana.

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dice la stampa due
by presss Friday, Jun. 16, 2006 at 8:17 PM mail:

ci ha fatto un pezzo anche l'unità. per niente morbido.

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MARIA PIA LIBERA
by luca Monday, Jun. 26, 2006 at 10:11 AM mail:

Penso che nessuno si stia occupando di Maria Pia che è l'unico capro espiatorio che sta pagando sulla propria pelle tutta l'ingiustizia di questa storia...
MARIA PIA LIBERA, occupatevi di lei...

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