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Kazaa (Costa caro non capire il file-sharing) | ||
by copydown.org Saturday, Jul. 29, 2006 at 12:52 AM | mail: | |
Dopo le sconfitte in tribunale la ditta che distribuiva Kazaa consegna oltre cento milioni di dollari alle major, che le concedono cosi' di entrare nel mercato della musica online.
Sharman Networks (l'azienda dietro il programma proprietario per file-sharing "Kazaa") aveva ben chiara gia' tre anni fa la direzione da intraprendere. Ha prodotto e diffuso, imbottendolo di adware e spyware (pubblicita' e programmi nascosti che direttamente o indirettamente portano guadagni), un programma con cui la gente faceva quello che fa da un tot di anni: condividere file violando in massa e coscientemente le leggi sul copyright.
Dopodiche' ha avuto la faccia tosta di usare le stesse leggi sul copyright contro programmatori indipendenti che avevano realizzato versioni di Kazaa libere o senza spyware, minacciandoli e cercando di occultare ogni traccia del loro lavoro. La stessa Sharman Networks in seguito e' stata estromessa dal gioco, non solo tramite la sentenza Grokster ma direttamente per aver istigato alla violazione di copyright dal proprio sito web. Ora paga il prezzo per rientrare nel giro (questa volta secondo le modalita' specificate dalle major) e la ritroveremo probabilmente a vendere file musicali in formato proprietario, limitati da DRM, non utilizzabili su una buona parte dei nostri dispositivi. Le major hanno sempre ostacolato nuovi modelli distributivi e di business: gia' nel 2002 impedirono di fatto a Tiscali di sperimentare insieme a Kazaa, sebbene il provider fosse in accordo con un'importante casa discografica.
Ma piu' delle disavventure degli imprenditori di Kazaa preoccupano altre cose: le reti di file-sharing, anche quelle utilizzate tramite software libero (*), vengono messe in pericolo da leggi come quella appena varata dalla Francia; la vendita online di file non protetti da DRM senza il benestare delle major occidentali diventa un caso da Organizzazione Mondiale del Commercio; abbiamo ancora migliaia di canzoni rilasciate sotto licenze libere da ascoltare, ma nel frattempo monta l'indignazione, per usare gli eufemismi.
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