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UN AMARO BICCHIERE DI VINO
by Vito L'Erario - Accademia Kronos Monday, Sep. 04, 2006 at 3:53 AM mail: accademiakronos@akbasilicata.it

Cosa si può chiedere a una manifestazione come quella dell’Aglianica?

Cosa si può chiedere a una manifestazione come quella dell’Aglianica? La prima cosa si chiama cortesia. Quanto mi appresto a scrivere susciterà l’ira degli organizzatori e di qualche amministratore attento più alla forma che ai contenuti. Ma questo aspetto mi interessa a dir poco se consideriamo che nelle tre giornate di degustazione molti residenti di una città che si etichetta come terra di Orazio, che fu grande bevitore di quel vino prodotto dai vitigni autoctoni, ha letteralmente boicottato la “sagra vinicola” ormai divenuta famosa in tutto il globo.

Sono dispiaciuto di una cosa in particolare: il mancato invito delle associazioni presenti sul territorio di Venosa a partecipare all’evento degustativo. La sola lettera del Sindaco di Venosa, che in occasione dell’inaugurazione dell’Orazio fuori “la gabbia” è stato un gesto gentile ma non sufficiente a colmare l’ennesima grave dimenticanza che rimarca ancora una volta quanto Venosa soffra di carenza di coinvolgimento verso i propri residenti, che messi all’angolo si sono dovuti sentire chiedere all’ingresso dello splendido castello Pirro del Balzo ben otto euro di tassa. Non da meno le dolci ma poco gentili signorine che a una mia domanda se c’era la possibilità di una entrata gratuita per i rappresentanti delle associazioni, rispondono che anche il Presidente della Repubblica avrebbe pagato la tassa di ingresso! Chissà se la regola valeva anche per gli Amministratori comunali, regionali e provinciali, visto che il nostro caro Presidente Napolitano si sarebbe sentito dire: <<otto euro, grazie!>> . Non me ne vorranno le graziose e spiritose signorine che forse in mancanza di una vetrina da Miss o Velina hanno riempito il proprio portafoglio grazie ai vari contributi pervenuti anche dalla luna del dodicesimo pianeta.

Se è vero che l’Aglianica è un evento itinerante sarà pur vero che una promozione di un territorio deve vedere il coinvolgimento di tutti, dagli artigiani, ai produttori eno-gastronomici, ai cittadini, alle stesse associazioni che mi pare vengano classificate in base alle scelte di taluni soggetti che contano. Mi domando a questo punto: cosa contano i venosini? Niente? Nulla? Qualcuno mi dice anche che ce lo meritiamo perché la nostra comunità è sopita e priva di idee e spirito di cooperazione. Forse qualcosa di vero si intravede quando si parla di mancanza di cooperazione, ma non posso che dissentire quanto si afferma che ci sta bene, perché a parer mio Venosa “sforna” dal proprio “paniere” giovani talenti che io stesso ho avuto modo di conoscere e apprezzare, lo dimostrano i tanti eventi culturali partiti dal basso.

Sono certo di una cosa: un buon piatto è saporito quando il cuoco che lo prepara e il cameriere che lo “serve” ci mettono quel valore aggiunto che si chiama professionalità, quella che Venosa ne ha da vendere così come quel vino in brocca gustato dal sommo Orazio e dai suoi concittadini...nei secoli dei secoli.



Per info: http://www.aglianica.it

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