giovedì, febbraio 23, 2006
La legalità è un optional? (da Enrico Schiffini, pres. comitato per la salvaguardia del Golfo dei Poeti)
La legalità è un optional? Sembrerebbe di sì, almeno per il presidente degli industriali spezzini che si è lanciato in una forsennata reprimenda delle azioni del nostro Comitato, di Italia Nostra e del WWF, al grido di una nuova parola d'ordine: "Contiamoci!".
Contiamoci pure, così il presidente confindustriale scoprirà che gli aderenti al Comitato sono più di 14.000 e che Italia Nostra e il WWF, oltre che essere serissime e storiche associazioni ambientaliste, contano migliaia di iscritti in tutta Italia.
Contiamo però anche gli imprenditori spezzini, quelli veri però, con l'esclusione di quelli che fanno solo numero dentro l'Associazione degli Industriali, quelli le cui aziende sono poco più che scatole vuote, quelli che hanno al massimo un ufficio da spedizioniere...
Si accorgerà il nostro presidente, che pur contando alcune validissime aziende industriali, sia grandi che piccole, le aziende che si possono definire industriali per attività e struttura sono purtroppo davvero scarse nella nostra Provincia.
Ma a proposito, chi rappresenta la Confindustria locale è a capo di qualche attività che si possa definire industriale, o è anche lui un ex?
Quindi se parliamo di numeri il terreno mi sembra scivoloso per chi ha lanciato la sfida...
Ma detto questo, che ha un suo lato anche comico, visto da chi viene la sfida, cerchiamo di essere seri in questa vicenda dei dragaggi, perché ormai tutti si sentono in diritto di intervenire sulla questione sparando le più grosse sciocchezze. Tra l'altro proprio due giorni fa l'Autorità Portuale ha con soddisfazione riferito pubblicamente che anche per il 2005 il risultato del porto container è stato molto positivo.
Ma che senso ha porre la questione su quanti sono favorevoli o contrari ai dragaggi?
Qui non c'entrano nulla i numeri, qui si parla solo di leggi che vengono o non vengono rispettate!
Ma quale tipo di cultura della legalità ha un politico o un dirigente di associazione che, motivato solo dai tornaconti politici ed economici di pochi, si arroga il diritto di censurare chi si rivolge alla Magistratura per fare rispettare la legge posta a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini?
Evidentemente si ignorano anche i principi fondamentali dello "stato di diritto".
Ma in base a questi principi anche un solo cittadino, e non solo il Comitato che ne rappresenta 14.000, può rivolgersi ai Tribunali per far rispettare la legge!
Noi ci siamo rivolti al TAR Liguria e al Consiglio di Stato insieme ad Italia Nostra e al WWF perché si voleva raggirare la legge sulle bonifiche, legge nazionale che norma i siti inquinati, come il nostro golfo.
Abbiamo vinto perché quei dragaggi erano illegittimi.
Adesso si ripropongono i soliti dragaggi, camuffati da bonifica, facendo rientrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta. E' partita in questi giorni l'offensiva mediatica di chi difende gli interessi di ben individuati poteri economici per far credere all'opinione pubblica che se non si fanno i dragaggi sono a rischio i luminosi destini economici di questa Provincia.
Noi invece, che non rappresentiamo né interessi economici né rispondiamo a partiti politici esprimiamo la volontà di migliaia di cittadini che non vogliono né i dragaggi camuffati da bonifica, né l'ampliamento del porto container.
Se passerà il nuovo Piano Regolatore del Porto, con i suoi 300.000 mq di interramenti e il raddoppio del movimento dei container, il destino di questo nostro straordinario golfo sarà segnato per sempre.
E questo non per ragioni puramente ambientali, ma anche per ragioni economiche.
Sono anni che cerchiamo di far capire che il futuro del nostro golfo si baserà principalmente sulla cantieristica nautica, sui porticcioli, sul turismo qualificato.
In questa visione c'è posto naturalmente anche per il porto mercantile, ma non nella posizione dominante che si vuole imporre alla città. Di container ne arrivano abbastanza in questo golfo, abbiamo invece perso ogni traffico di traghetti e non è stato fatto niente per le navi da crociera.
Questa nostra visione, che per le caratterisctiche del nostro golfo è dettata soprattutto dal buon senso (ma come si può pensare di potenziare un porto container davanti ad una città e dentro uno dei più pregevoli golfi del mondo?), si scontra con interessi costituiti, molto radicati e ben rappresentati nelle forze politiche ed economiche che dominano la nostra città, e sono ben presenti sia nella maggioranza che nell'opposizione.
Questi interessi e queste forze, quando influenzano e determinano le scelte strategiche del territorio, seguono la regola del massimo profitto, mentre gli interessi della collettività diventano assolutamente subalterni.
E' una visione dell'economia e della politica conservatrice in senso negativo, di corto respiro, tesa a difendere solo l'esistente ed il proprio interesse immediato, sempre con un sguardo più al passato che al futuro. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, almeno di chi vuol vedere la realtà: un declino inesorabile di questa città, che invecchia sempre più e dove i giovani devono scappare.
Manca un disegno generale di grande respiro, di trasformazione vera del tessuto economico, di un rinnovamento radicale della classe dirigente, di una nuova classe imprenditoriale.
Invece eccoli qua, i nostri capitani d'industria (senza fabbriche), attraversati da una scossa elettrica e da fremiti solo quando devono difendere i propri interessi di bottega.
Sono talmente incapaci di qualsiasi scatto ideale, di un qualsiasi disegno che porti vantaggi non solo a loro ma anche alla collettività, che non riescono a capacitarsi di come qualcuno possa occuparsi di qualcosa che va oltre il proprio interesse particolare.
Disegni misteriosi ed inconfessabili sono, per loro, quelli di chi si prende la briga di rivolgersi alla magistratura per vedere rispettata la legge e per salvare un patrimonio che è di tutta la collettività.
Per loro questo è inconcepibile.
Io credo che una società in cui domini solo l'egoismo dell'interesse immediato e particolare, sia in politica che in economia, sia una società malata e in decadenza.
E la nostra è purtroppo una città in decadenza perché manca in tutte le categorie il senso dell'interesse collettivo.
Una città che ha rinunciato alla bellezza, al rispetto della natura, alla qualità della vita, che sono tutti valori collettivi, è una città che si condanna ad un inesorabile declino.
Quelle montagne di rottame rugginoso che con gran disprezzo per gli abitanti sono state scaricate in porto davanti al centro cittadino ci sembrano l'emblema dei risultati conseguiti da questa classe dirigente: un mucchio di rottami, appunto.....
Enrico Schiffini Comitato per la Salvaguardia del Golfo dei Poeti
http://salviamolaspezia.splinder.com/archive/2006-02
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