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I ceceni non hanno piu' voce
by uno Tuesday, Oct. 10, 2006 at 7:35 PM mail:

dal manifesto di domenica 8 ottobre

I ceceni non hanno più voce
Uccisa a Mosca Anna Politkovskaja, giornalista e paladina dei diritti umani nel Caucaso
Omicidi eccellenti e servizi Quello della reporter è l'ultimo di una serie di delitti per i quali si sospetta il coinvolgimento di apparati dello Stato. La commentatrice era una delle più fiere oppositrici della «normalizzazione» caucasica voluta da Putin
Fausto Della Porta
«È stata assassinata all'ingresso della sua abitazione», ha confermato il redattore capo di Novaja Gazeta, Dmitri Muratov. Vitalij Yaroshevskij, vicedirettore del quotidiano russo d'opposizione, ha aggiunto alla Reuters: «La prima cosa che viene alla mente è che l'omicidio di Anna sia legato alle sue attività professionali, non vediamo alcun altro motivo per questo crimine terribile». Il corpo senza vita di Anna Politkovskaja, 48 anni, giornalista da anni impegnata nella difesa dei diritti umani in Cecenia, è stato trovato ieri pomeriggio nell'ascensore del palazzo dove viveva nel centro di Mosca. Accanto al cadavere, scoperto da un vicino di casa, una pistola e quattro proiettili. Da sempre critica della politica di terra bruciata messa in atto dal presidente Vladimir Putin nei confronti dei separatisti ceceni, la Politkovskaja era famosa in tutto il mondo per il suo impegno per i diritti umani. Nell'ultimo mese aveva disdetto una serie d'impegni internazionali. Così, l'11 settembre scorso, aveva commentato sul suo giornale la «normalizzazione» della regione caucasica attuata dal governo russo. La sua penna aveva preso di mira Ramzan Kadyrov, «l'uomo forte sul quale il Cremlino ha puntato per normalizzare questa repubblica del Caucaso russo insanguinata da oltre dieci anni di guerra». «I kadyrovtsy (uomini di Kadyrov) - raccontava la Politkovskaja - e i battaglioni del ministero degli Interni della Federazione russa reclutati di recente fra i kadyrovtsy sono la manifestazione di una nuova sindrome che ha contagiato la Cecenia». «I caratteri distintivi di questa sindrome - continuava la giornalista - sono la vigliaccheria, la violenza e la spietatezza, presentate come coraggio e forza. I kadyrovsty picchiano uomini e donne quando credono sia necessario. Picchiano come picchiavano i wahabiti tra il 1996 e il 1999, ai tempi dell'"Itchkerija" indipendente di Aslan Maskhadov. Ai nemici tagliano le teste, come facevano i wahabiti. Sono crimini permessi dalle autorità competenti, considerati perfino una sorta di nobilitazione della coscienza nazionale dopo la scelta filo-russa della Cecenia». Ai fermi e alle minacce più o meno esplicite da parte delle autorità russe ci aveva fatto l'abitudine. Nel settembre 2004 l'attacco più diretto contro la sua persona: mentre era sull'aereo che avrebbe dovuto portarla a Beslan per raccontare l'assedio delle forze speciali russe alla scuola nella quale s'erano asserragliati i guerriglieri ceceni (e che culminò in una strage nella quale morirono 331 persone, tra cui 186 bambini) fu portata in ospedale, avvelenata da una tazza di tè che aveva bevuto sull'aereo che avrebbe dovuto portarla sul luogo dell'assedio. I sospetti ricaddero subito sui servizi russi. Abi Wright, portavoce del Comitato di difesa dei giornalisti, ha commentato l'assassinio della reporter russa come «notizia devastante che va inquadrata in un ampio quadro di attacco ai giornalisti che abbiamo documentato ricostruendo la storia dell'uccisione di decine di loro». Reporter come Paul Klebnikov, direttore dell'edizione russa di Forbes, ucciso anch'egli nella capitale, nel 2004. I suoi assassini non sono mai stati identificati, ma si stava occupando dell'utilizzo di fondi per la ricostruzione in Cecenia. Ma è tutta l'opposizione ad essere stata colpita negli ultimi anni. Omicidi clamorosi come quello della deputata liberale nonché difensore dei diritti umani Galina Starovoitova, assassinata nel suo appartamento di San Pietroburgo nel 1998. Si arriva fino al giovane banchiere Andrei Kozlov, il vice presidente della banca centrale russa ucciso il mese scorso a Mosca dopo aver portato avanti una campagna anticorruzione nell'istituto di credito.

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sono in rotta
by Serghiey Tuesday, Oct. 10, 2006 at 8:39 PM mail:

Nell'articolo che il Corriere della Sera dell'ebreo Paolo Mieli ha voluto pubblicare ieri la Politkovskaya concludeva predicendo a Putin una fine come quella di Ceacescu.

Chi di spada ferisce di spada perisce, ovvero chi semina vento raccoglie tempesta.

Si è schierata coi perdenti, ebrei fomentatori di odio e di guerre, fottuti in Cecenia, sbaragliati a Bagdad e sconfitti in Afganistan. In Russia l'oligarca mafioso ebreo Khodorkovski ha perso la Yukos, che aveva già ceduto alla Exxon/Chevron/Texaco, ed è stato sbattuto in galera.

L'oligarca mafioso ebreo Berezovski è rifugiato in Inghilterra. L'oligarca mafioso Guzinski, ex presidente del Congresso Ebraico di Tutte le Russie e proprietario delle televisioni al tempo di Eltsin, è rifugiato in Israele inseguito da mandato di cattura dell'Interpol.

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ed basta
by HIDDA IL razzista Tuesday, Oct. 10, 2006 at 9:04 PM mail:

ci hai rotto il cazzo con l'ebreo qui e l'ebreo la, spero tu venga investito da un autoarticolato carico di pompelmi Jaffa

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