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Quel tragico sciopero dimenticato degli Anni Sessanta a Viggianello
by Imc basilicata (PZ) - info Saturday, Oct. 28, 2006 at 11:54 AM mail:

Tratto da "ecodibasilicata.it"

Giuseppe Fasanella, classe
1940, sposato nel 1964
quattro figlie.
Zio Peppino,
come viene chiamato a
Viggianello è uno di quelli
che, nella sua vita ha
fatto di tutto. Apprendista
sarto fino a 16 anni, dopo
in società fino ai 18 anni
poiché aveva bisogno di
"imparare l'arte".
Ha lavorato da solo fino al
1969, quando fu chiamato
all'ufficio postale per una
supplenza.
Poi il messo conciliatore
con mansioni di ufficiale
giudiziario, la drogheria
sotto casa, infine l'incarico
da bidello a scuola fino
a settembre 2006, quando
va in meritato riposo.
Nel suo tempo libero è
stato ed è ancora l'elettricista
di fiducia del paese.
Con lui vogliamo ricordare
una pagina della nostra
storia: uno sciopero
dimenticato.

Sono gli inizi degli anni
60', si comincia a parlare
dell' apertura della centrale
del Mercure.
Nel ricordo di zio Peppino
le immagini dei volantini
che annunciavano grandi
prospettive per il nostro
territorio: posti di lavoro e
un boom economico di
grande portata.
"L'inizio della produzione,
ricorda, avrebbe creato,
come timidamente si
annunciava, qualche piccolo
problema ambientale
ma, niente di preoccupante."
"Non fu così e, presto specialmente
i cittadini che
abitavano nella zona di
Pedali, cominciarono a
preoccuparsi; una fuliggine
nera si stendeva sulla
Valle e, assecondata dai
venti non risparmiava nessuno,
la gente ritirava la
biancheria nera…ero un
ragazzo di 25 anni e ricordo
che alle proteste sacrosante
della gente, gli
amministatori locali
sdrammatizavano".
Il ricordo continua sempre
più chiaro "allora le notizie
erano confuse e gli
unici quotidiani che arrivavano
erano il Popolo,
organo della Democrazia
Cristiana e l'Unità organo
del Partito Comunista,
c'era in paese la sezione
Comunista diretta da tale
Carluccio Romano, un
operaio che si batteva
molto per i dirittti dei cittadini,
fu così che si iniziò
a reagire, anche con l'aiuto
di qualche politico di
Roma.
"Fu l'avvocato Savino
che fece pubblicare articoli
che trattavano l'argomento
sull'Unità e che,
venivano poi smentite sul
Popolo, qualcuno addirittura
scrisse che la fuliggine
era un ottimo concime
per i terreni e, di non credere
ai comunisti poiché
erano soltanto degli istigatori".
"Poi la gente iniziò a capire
la gravità della cosa, gli
animali cominciarono ad
ammalarsi, i cacciatori
notarono la mancanza di
selvaggina e, quando la
gente iniziò ad accusare
malattie polmonari lo
sciopero fu inevitabile".

"Lo sciopero venne organizzato
dal partito comunista
,dall'allora parlamentare
Grezzi di Latronico,
da un parlamentare di
Potenza Curcio ma, colui
che ci mise l'anima fu
l'avvocato Savino, lui
diceva alla gente che si
doveva bloccare la centrale
e la strada ma, senza
violenza; purtroppo i problemi
c'erano la gente era
arrabbiata per i terreni
espropiati e non pagati
dove sorgeva la miniera,
la terra per noi contadini
ha sempre rappresentato
l'unica fonte di vita……fu
così che, forse per aver
capito che le forze dell'ordine
volevano caricare, la
folla esplose…volarono
pietre da tutte le parti, in
molti riuscirono a scavalcare
i cancelli della centrale
e penetrarono dentro,
la gente scappava dappertutto…
in molti furono
arrestati, subironomolti
processi,furono difesi,
anche senza soldi, dall'avvocato
Savino, tanti furono
gli strascichi penali, le
donne assaltavano le forze
dell'ordine con i bambini
in braccio, fu forse la
prima ed unica vera sommossa
di popolo".

"Dopo tanto tempo, forse
anche sotto la spinta politica
si cominciò a capire
che la lignite era soprattutto
svantaggiosa economicamente
così si decise
la conversione, qualla fu
una fregatura poiché non
era a gasolio ma ad olio
combustibile probabilamnte
riciclato, quando
andò a regime la gente
iniziò a fare la processione
verso gli ospedali della
zona; i nuovi scioperi
annunciati si allontanarono
sempre di più"
"Passarono gli anni, la
centrale funzionò indisturbata;
sulla stretta strada
che portava alla centrale,
grossi tir portavano olio
combustibile causando
incidenti , quando misero
i filtri era già tardi per
tutto, era la fine degli anni
60'".

"Per i cittadini di
Viggianello la centrale del
Mercure non portò alcun
sviluppo,oggi le terre
dove c'era la miniera sono
di propietà di cooperative
agricole, la miniera è stata
dimenticata, con la tecnologia
avanzata dei nostri
giorni si potrebbe andare
a vedere cosa c'è veramente
dentro, se le voci
sono vere… chissà se esistono
davvero quei fusti
di materiale tossico; certo
è, che i camionisti non
erano locali e la criminalità,
com'è noto, non
rinuncia mai a grossi affari"

Maddalena Palazzo

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