Tratto da "ecodibasilicata.it"
Giuseppe Fasanella, classe 1940, sposato nel 1964 quattro figlie. Zio Peppino, come viene chiamato a Viggianello è uno di quelli che, nella sua vita ha fatto di tutto. Apprendista sarto fino a 16 anni, dopo in società fino ai 18 anni poiché aveva bisogno di "imparare l'arte". Ha lavorato da solo fino al 1969, quando fu chiamato all'ufficio postale per una supplenza. Poi il messo conciliatore con mansioni di ufficiale giudiziario, la drogheria sotto casa, infine l'incarico da bidello a scuola fino a settembre 2006, quando va in meritato riposo. Nel suo tempo libero è stato ed è ancora l'elettricista di fiducia del paese. Con lui vogliamo ricordare una pagina della nostra storia: uno sciopero dimenticato.
Sono gli inizi degli anni 60', si comincia a parlare dell' apertura della centrale del Mercure. Nel ricordo di zio Peppino le immagini dei volantini che annunciavano grandi prospettive per il nostro territorio: posti di lavoro e un boom economico di grande portata. "L'inizio della produzione, ricorda, avrebbe creato, come timidamente si annunciava, qualche piccolo problema ambientale ma, niente di preoccupante." "Non fu così e, presto specialmente i cittadini che abitavano nella zona di Pedali, cominciarono a preoccuparsi; una fuliggine nera si stendeva sulla Valle e, assecondata dai venti non risparmiava nessuno, la gente ritirava la biancheria nera…ero un ragazzo di 25 anni e ricordo che alle proteste sacrosante della gente, gli amministatori locali sdrammatizavano". Il ricordo continua sempre più chiaro "allora le notizie erano confuse e gli unici quotidiani che arrivavano erano il Popolo, organo della Democrazia Cristiana e l'Unità organo del Partito Comunista, c'era in paese la sezione Comunista diretta da tale Carluccio Romano, un operaio che si batteva molto per i dirittti dei cittadini, fu così che si iniziò a reagire, anche con l'aiuto di qualche politico di Roma. "Fu l'avvocato Savino che fece pubblicare articoli che trattavano l'argomento sull'Unità e che, venivano poi smentite sul Popolo, qualcuno addirittura scrisse che la fuliggine era un ottimo concime per i terreni e, di non credere ai comunisti poiché erano soltanto degli istigatori". "Poi la gente iniziò a capire la gravità della cosa, gli animali cominciarono ad ammalarsi, i cacciatori notarono la mancanza di selvaggina e, quando la gente iniziò ad accusare malattie polmonari lo sciopero fu inevitabile".
"Lo sciopero venne organizzato dal partito comunista ,dall'allora parlamentare Grezzi di Latronico, da un parlamentare di Potenza Curcio ma, colui che ci mise l'anima fu l'avvocato Savino, lui diceva alla gente che si doveva bloccare la centrale e la strada ma, senza violenza; purtroppo i problemi c'erano la gente era arrabbiata per i terreni espropiati e non pagati dove sorgeva la miniera, la terra per noi contadini ha sempre rappresentato l'unica fonte di vita……fu così che, forse per aver capito che le forze dell'ordine volevano caricare, la folla esplose…volarono pietre da tutte le parti, in molti riuscirono a scavalcare i cancelli della centrale e penetrarono dentro, la gente scappava dappertutto… in molti furono arrestati, subironomolti processi,furono difesi, anche senza soldi, dall'avvocato Savino, tanti furono gli strascichi penali, le donne assaltavano le forze dell'ordine con i bambini in braccio, fu forse la prima ed unica vera sommossa di popolo".
"Dopo tanto tempo, forse anche sotto la spinta politica si cominciò a capire che la lignite era soprattutto svantaggiosa economicamente così si decise la conversione, qualla fu una fregatura poiché non era a gasolio ma ad olio combustibile probabilamnte riciclato, quando andò a regime la gente iniziò a fare la processione verso gli ospedali della zona; i nuovi scioperi annunciati si allontanarono sempre di più" "Passarono gli anni, la centrale funzionò indisturbata; sulla stretta strada che portava alla centrale, grossi tir portavano olio combustibile causando incidenti , quando misero i filtri era già tardi per tutto, era la fine degli anni 60'".
"Per i cittadini di Viggianello la centrale del Mercure non portò alcun sviluppo,oggi le terre dove c'era la miniera sono di propietà di cooperative agricole, la miniera è stata dimenticata, con la tecnologia avanzata dei nostri giorni si potrebbe andare a vedere cosa c'è veramente dentro, se le voci sono vere… chissà se esistono davvero quei fusti di materiale tossico; certo è, che i camionisti non erano locali e la criminalità, com'è noto, non rinuncia mai a grossi affari"
Maddalena Palazzo
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