BLOCCHI STRADALI IN CHIAPAS, NELLA CAPITALE, A EL PASO - ARRESTATI 2 PISTOLEROS CHE UCCISERO BRAD
OAXACA RESISTE
http://WWW.SELVAS.ORG > > Non si è fatta attendere la protesta contro l'invio delle forze > militari a debellare la semestrale lotta generalizzata nella > meridionale regione di Oaxaca, e si è resa visibile in varie forme e > in molti punti della geografia messicana. > > Durante tutta la giornata di ieri, la rete stradale del Chiapas è > stata bloccata in 18 punti, isolando San Cristobal de las Casas e il > capoluogo regionale, con ripercussioni sul traffico diretto al vicino > Guatemala. I blocchi duravano 45 minuti, poi durante un quarto d'ora > autorizzavano la circolazione. > A El Paso, frontiera con il Texas, è stato bloccato il ponte > internazionale Lerdo. A questa protesta hanno partecipato manifestanti > nei due lati della frontiera, mentre un elicottero della polizia > frontaliera degli Stati Uniti sorvolava sulle loro teste. > > In vari punti della capitale messicana gli studenti hanno animato > numerosi blocchi volanti, il più consistente nelle vicinanze della > Città universitaria, dove la avenida Insurgente è stata chiusa a > singhiozzo durante la mattinata. > I militanti della APPO (Assemblea Popolare del Popolo di Oaxaca) > presenti nella capitale, dove avevano in corso lo sciopero della fame, > hanno deciso di tornare a casa per rafforzare le iniziative in corso > contro l'occupazione militare. > > I rappresentanti del sindacato dei 70000 maestri che sono stati la > scintilla iniziale che ha innescato la protesta, e che ha raggruppato > tutte le organizzazioni indigene, contadine e i movimenti sociali di > Oaxaca, hanno ribadito che non ci sono le condizioni minime terminare > lo siopero e riaprire le scuole. > Senza la smilitarizzazione e la liberazione degli arrestati, le > trattative rimarranno interrotte, le attività pedagogiche pure. Hanno > avvertito che l'arresto dei dirigenti della APPO, annunciato come > "fase due" dalla polizia militare PFP, non farà che gettare benzina > sul fuoco e radicalizzare la situazione. > > L'ineffabile Presidente uscente Fox, ormai con i bagagli già pronti, > in una intervista all'agenzia spagnola EFE, ha ammesso che la APPO "es > un duro problema" che neppure con l'uso della mano dura è riuscito ad > ammorbidire. Fox ha abbandonato il trionfalismo della prima ora e, di > fronte alle crescenti poteste interne e internazionali, è costretto a > promettere che ci saranno "indagini approfondite e rigorose" contro i > funzionari che hanno violato i diritti civili ed umani degli abitanti > di Oaxaca. > Era puerile pensare che riuscisse a nascondere a lungo i fatti > luttuosi, e che come un prestigiatore potesse occultare una traccia di > sangue lunga 19 omicidi, effettuati dall'inizio di una protesta > cominciata come semplice rivendicazione sindacale. Più i > desaparecidos. > > Ieri sono stati arrestati due dei pistoleros -Abel Santiago Zarate e > Orlando Aguilar Coello- che furono ripresi da Brad Will pochi attimi > prima di cadere al suolo crivellato dai loro colpi. > Human Right Watch (HWR) si è rivolta al futuro Presidente Calderon per > segnalargli la ripetuta "brutalità poliziesca" e "l'uso sproporzionato > della forza" cui fanno ricorso abitualmente gli apparati di polizia. > Nel corso dell'ultimo semestre si è intensificata la mano pesante > della repressione, provocando numerose vittime durante uno sciopero di > minatori a Lazaro Cardenas (Michoacan) e contro gli abitanti di San > Salvador de Atenco, alle porte della capitale. > > La situazione che Fox lascia in eredità al suo debole successore è > davvero complessa e critica, perchè le proteste si stanno estendendo a > macchia d'olio, e con Oaxaca sono passate dal livello municipale a > quello regionale. > Le ragioni della ribellione popolare ormai travalicano i confini del > mummificato sistema politico, che la destra è riuscita addirittura a > peggiorare. Appare con più evidenza che non si tratta più di un mero > problema di "governabilità" o di difettuosa "rappresentatività" delle > maggioranze sociali. E' in coma un modelo settantennale di Paese, ed è > necessario un nuovo contratto sociale che incorpori gli strati sociali > esclusi, in grado di trasformare positivamente la condizione di > milioni di persone. Per un Paese pertolifero è troppa l'emigrazione > clandestina, e difficile da spiegare il ruolo da protagonista delle > rimesse degli emigrati nell'economia messicana. > > L'estremismo neoliberista di Calderon, l'identificazione del suo > partito con il neo-falangismo spagnolo, e il patto che sta stringendo > con i dinosauri del PRI, indicano che presto entrerà in rotta di > collisione con le forze del rinnovamento. > > 2/11/06
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