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Libertà e declino
by Nonxtutti Monday, Nov. 20, 2006 at 5:23 PM mail:

Un articolo di destra, scrivete i vostri commenti...

Il sud del mondo preme alle nostre porte ed è questo il fenomeno sociale e geopolitico più importante dell’inizio del secolo.
In pochi anni la società occidentale ha cambiato e cambierà sempre più il suo tessuto sociale per via dell’arrivo di milioni di persone che giungono alla ricerca di un’esistenza migliore rispetto a quella che offre la loro terra. Questo fenomeno è inarrestabile e trasforma le nostre scuole, i nostri quartieri, le nostre città e tende a modificare la nostra società che è già multietnica e tende a divenire una società multiculturale, il melting pot che la sinistra ha sempre anelato come il mondo ideale, quello dove le differenze venivano cancellate dall’appartenenza all’unica e indistinta civiltà globale.
Questo fenomeno che tende a cancellare le culture e le identità dei popoli e delle comunità, dopo essere stato il sogno da realizzare per generazioni di “compagni” oggi è ripudiato dai no-global, dalla sinistra antagonista e dai partiti che al Governo rappresentano queste frange, questi signori continuano ad immaginare un mondo senza confini, ma dove ognuno abbia la propria identità culturale, le proprie tradizioni e i propri costumi.
Sembra che la sinistra abbia alla fine sposato le cause della destra e questo ci rende felici, tuttavia proprio a causa della propaganda del pensiero marxista, l’invasione ci coglie impreparati, la realtà è che non abbiamo in questa fase storica un modello culturale forte, grazie all’annientamento di ogni riferimento culturale legato alle nostre origini, operato in nome del fervore progressista che ha distrutto la nostra identità culturale diffondendo il morbo del relativismo assoluto.
Per noi occidentali non c’è più nulla che sia certo, indiscutibile, indubbio. Tutto può essere e tutto può farsi, non ci sono limiti, anche il nostro corpo può e deve essere modificato, tutto è lecito in nome dell’unico DIO: la libertà. Il problema è che questo concetto di libertà che assurge a parametro assoluto di riferimento del nostro modello sociale e culturale è, di per sé, un concetto relativo.
Ci troviamo nella paradossale situazione di avere come unico concetto assoluto di riferimento, un valore che è concettualmente relativo, essendo fondato esclusivamente sul concetto di inviolabilità della sfera di interessi altrui.
Coloro che arrivano nelle nostre città da altri paesi sono, invece, portatori di valori assoluti, di costumi millenari, di bisogni assoluti come la fame e la sete, la carestia, la morte.
In questo loro sono più forti, più saldi, più focalizzati sulla realtà, hanno certezze assolute e necessità reali.
Arrivando nelle nostre città non diamo a questa gente alcun punto di riferimento, non dettiamo regole, non enunciamo valori, tutto è lecito, tutto si può fare, niente è precluso e anche quando qualcuno non ha comportamenti conformi con le norme dettate dalle leggi, avrà sempre un’attenuante sociale, un problema psicologico che lo porta a sbagliare, un’esimente e in ultima analisi, quando tutto lo condanna, avrà un indulto, perché in questa realtà anche le pene sono relative.
Quand’è così, risulta chiaro come il fenomeno immigratorio, inserito nella società dei divorzi, delle droghe, dei figli agli omosessuali, della prostituzione per le strade, diventa una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere per qualunque pretesto. Diventa difficile stabilire anche quanto arretrata possa essere una società dove le donne sono ridotte in schiavitù, rispetto ad un’altra dove sono oggetti sessuali, dove ai ladri vengono amputate le mani rispetto ad una dove non vengono perseguiti, una società nella quale si combatte in nome di Dio rispetto ad una nella quale l’unico Dio è il denaro.
Stabiliamo allora quali debbano essere i valori di riferimento, assumiamo modelli di comportamento, trasmettiamo esempi di condotta da seguire, eliminiamo dalle reti televisive pubbliche programmi che fanno leva sui sentimenti più deteriori della gente, stabiliamo codici etici severi per la politica, non propagandiamo atteggiamenti volgari come costumi dei tempi moderni, non abusiamo del corpo femminile come richiamo per i consumi.
C’è bisogno di riportare l’ordine in casa nostra per essere pronti ad accogliere chi ci fa visita e a spiegare loro quali sono le nostre regole, c’è bisogno di rigore, di sobrietà.
Necessitiamo di sgombrare il campo da equivoci pretestuosi, ad esempio ritengo assurdo che adoperare un termine come “disciplina”, al di fuori di contesti sportivi sia oggi molto difficile, avendo tale vocabolo un’accezione ormai negativa, soprattutto per i giovani, quando invece la disciplina è l’unico mezzo per raggiungere i risultati che ciascuno si prefigge, mentre sono falsi i modelli che mostrano persone che raggiungono il successo senza sforzo.
Tutto questo non significa riportare indietro l’orologio della storia, avere dei punti di riferimento non significa certo essere beceri conservatori nemici della modernità, anzi tutt’altro. E’ importante che questo messaggio passi chiaramente affinché le giovani generazioni non siano ostaggio del pensiero unico marxista. La modernità intesa come tendenza ad adeguarsi alla mentalità e alle esigenze dei tempi moderni non può non essere un’aspirazione legittima, ma deve essere coniugata con la razionalità e il buon senso dettato dall’esperienza.
In quest’ottica nessun progresso civile e culturale può venire da scelte dettate in assenza di un legame con la nostra matrice culturale, essere moderni non significa contrapporre il nuovo con l’antico, ma arricchire la nostra cultura con nuove esperienze, affiancare il nuovo all’antico.
Le tante sovrastrutture che l’uomo moderno ha su di sé non devono farci perdere la nostra reale essenza, impedendoci di comprendere quello che è sano da ciò che invece è innaturale.
E’ in definitiva questa la vera sfida, cercare di riportare in chiaro quello che è stato offuscato, chiarire ciò che è giusto da quello che è sbagliato, evidenziare dei concetti puri moderni e non retrogradi che ristabiliscano i giusti principi da seguire senza se e senza ma.
In una società più severa, più rigorosa, più sobria, non dovremmo aver paura di chi viene da altri mondi, saremmo noi i più forti, saremmo noi i più moderni e i più avanzati e riusciremmo a dimostrare realmente la nostra supremazia, allo stato, viceversa, mostriamo solo tutta la nostra decadenza post-moderna.

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Questo articolo mette in evidenza la stortura mentale della destra...
by Marxista Monday, Nov. 20, 2006 at 5:58 PM mail:

Questo articolo mette in evidenza la stortura mentale della destra,con le frasi assurde e con le menzogne che spara ha tutto spiano.

Innanzitutto non si risparmia nel vomitare veleno contro il Marxismo e i Marxisti,il che evidenzia che loro,al solo pensiero di una società di eguali,tremano.
Poi si riempie la bocca di parole come "invasione straniera(sic)" oppure frasi come "in una società con il divorzio(ma si! vietiamo di sciogliere matrimoni dove l'amore non vi è più o dove il marito picchia a sangue la moglie,tradimenti ecc. per un dogma medieval-cattolico,imponendo così la religione a tutti) e l'articolo continua con frasi-delirio, e giù con frasi antidiverso cioè contro gli omosessuali e chiunque altro.
potrei continuare ma ho di meglio da fare...
W Marx,W Lenin W una società di eguali che non si basi ne sulla religione,corano o bibbia che sia,ne sul denaro!
Seguiamo insieme el sendero luminoso!

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Interessante
by Max Monday, Nov. 20, 2006 at 6:41 PM mail:

Beh per essere scritto da uno di destra potrebbe essere anche interessante, visto che solitamente siete solo atti all'insulto in questo sito, però ti posso dire che ad esempio se tu parli di superiorità, chi mi dice che questa sia un concetto assoluto, tu sei superiorie a me? E su cosa si baserebbe ciò? Sarebbe Dio a deciderlo? Ma come fai ad interpretare il pensiero di Dio ammesso che esso esista? E poi se noi siamo immagine e somiglianza di Dio, e tu ti rifai ad una superiorità di immagine, culturale, in modo da non temere l'Altro, che superiorità è? Dio è pari a noi, così si ammetterebbe una società di eguali, che tra l'altro Gesù stesso predicava, quindi per quanto riguarda il messaggio cristiano ho totalmente ragione.
E la base su cui tu ti basi è stata smontata, non con il marxismo, ma con il un relativismo che tanto odi, usufruendo del cristianesimo che tu identifichi solo come matrimonio ecc...
Ora potrei anche proporti un'altrnativa d'ordine, ma non la capiresti forse, comunque si sintetizza in un simbolo, un'altra immagine come vedi, la A cerchiata, che non vuol dire altro che Anarchia è Ordine.

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Chi ha paura della grande mareggiata libertaria?
by Rockbroker Monday, Nov. 20, 2006 at 7:33 PM mail:

Chi ha paura della grande mareggiata libertaria?
Ma è chiaro! Tutti quei borghesi che, come te, hanno sempre creduto di essere nel giusto solo perchè cristiani occidentali, eterosessuali fertili, produttivi ittagliani insomma; brava gente va'!
“In una società più severa, più rigorosa, più sobria, non dovremmo aver paura di chi viene da altri mondi” Si, da Marte! Dove appena possibile saranno spediti i fascisti come te.
“saremmo noi i più forti, saremmo noi i più moderni e i più avanzati e riusciremmo a dimostrare realmente la nostra supremazia” Perchè queste cose le vieni a dire su Indy? Forse per trovare appoggio alle tue stolte paure? Sei il corpo ormai diserotizzato dall’estenuante ricerca di una sicurezza sociale affidata alla tecnologia poliziesca invece che all'amore, all’amicizia, alla fratellanza, quindi alla partecipazione.
Mio caro destronzo della domenica forse ti stai accorgendo che, ad ogni insignificante briciola che il capitale fa cadere dal tavolo del suo porco banchetto, corrisponde perdita di libertà e autonomia.
Allora abbandona le religioni, la supposta appartenenza a razze e stati, i comportamenti fascisti, sessisti e classisti, i tuoi modelli di vita coatti; cinicamente ammaestrato a fregartene delle catastrofi che inevitabilmente tutto questo comporta per intere aree del pianeta, adesso piagnucoli nel veder minacciati i tuoi sciocchi privilegi consumisti imposti dalle classi che ti dominano e ti controllano con il lavoro e il salario.
P.S. Purtroppo o per fortuna per te ho letto e anche apprezzato un vecchio manuale molto criticato dal titolo “Come si cura un nazi” senno saresti stato da mandare a cagare subito!


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la verità fa paura !
by stirpe Tuesday, Nov. 21, 2006 at 11:40 AM mail:

l'articolo è molto interessante, ma a quanto pare dai commenti che leggo devo desumere che la verità fa davvero non solo è fastidiosa per i più ma fa letteralmente paura !
adesso mi chiedo, leggendo alcuni commenti, chi sia davvero l'intollerante !

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