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A GENOVA NON E' STATO ASSASSINATO NESSUNO
by C.S. Leoncavallo Wednesday, Dec. 04, 2002 at 1:39 PM mail: info@leoncavallo.org

A Genova non è successo niente ...

A Genova non è successo nulla, da una parte, e molto dall'altra.
A Genova non è stato assassinato nessuno, e le uniche cose accadute sono presunti danni ad opera dei manifestanti.
Questo è il quadro tracciato dalle due diverse inchieste della Procura di Genova, che mentre chiede il proscioglimento per l'omicidio di Carlo Giuliani, emette una ventina di ordini di custodia cautelare a carico di maifestanti anti G8.
Il tutto in concomitanza con le scarcerazioni dopo la delirante inchiesta della Procura di Cosenza. Insomma, fuori uno e dentro l'altro, sempre che si tratti di manifestanti.
Troppe coincidenze, troppe concomitanze, troppe magistrature impegnate in una corsa forsennata all'uso dello strumento cautelare.
Probabilmente troppe contaminazioni tra movimento e mondo del lavoro, troppo movimento che cresce, troppi progetti, troppa credibilità.
E probabilmente, sicuramente, troppi, da oggi e nei prossimi giorni, dappertutto, a volere, di nuovo, liberi tutti.

Centro Sociale Leoncavallo

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by Sydbarrett76 Wednesday, Dec. 04, 2002 at 1:55 PM mail:

Giusto, stanno aggiustando il tiro per spaccare il movimento e per cercare di allontanare quelle associazioni/formazioni/iniziative che vengono viste come legittime anche dal di fuori del movimento. I reati associativi e d'opinione non hanno funzionato, anzi hanno provocato reazioni di solidarietà a vari livelli. Occorre riportare l'attenzione sui terribili vandali, sui cattivi, sugli indifendibili. Non possono rischiare che le persone non coinvolte nel movimento e che ne hanno solo l'immagine data dai media ufficiali pensino che forse qualcosa di buono nel movimento ci possa essere, non vogliono che le cosiddette "persone normali" magari abbiano la curiosità di leggersi da qualche parte le proposte che questo movimento porta avanti.

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comunicato Barattolo e altri
by Barattolo Thursday, Dec. 05, 2002 at 11:46 AM mail: barattolo@libero.it

Questo il comunicato dato alla provincia pavese sugli arresti di ieri.
Ne sono autori i militanti del csa Barattolo in collaborazione con altri esponenti della società civile: anarchici, mediattivisti e compagni vari.

LIBERI TUTTI!

Alle 4 del mattino del 4 Dicembre, in diverse città italiane, le solerti forze dell’ordine hanno eseguito 23 ordinanze cautelari ed effettuato 45 perquisizioni su mandato della magistratura genovese.
Le accuse che pesano sui 23 malcapitati sono gravissime: devastazione e saccheggio (reati che prevedono pene da 8 a 15 anni e che difficilmente vengono contestati), fabbricazione, porto e detenzione di materiale esplosivo o di arma impropria, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Ad oltre un anno e mezzo dai fatti, il gip Elena D'Aloisio ha deciso di incarcerare 9 dei 23 indagati (quattro sono agli arresti domiciliari, sei hanno l’obbligo di dimora e quattro l’obbligo di presentazione all'autorità giudiziaria).
Con la sola motivazione del “pericolo di reiterazione del reato”, dedotta dalla partecipazione a manifestazioni e ad altri tipi di iniziative di movimento, hanno tolto la libertà a 23 persone.
Il dissenso è quindi strumentalmente inteso come atto pericoloso per la società e non come diritto inalienabile di ognuno.

Tutto ciò avviene all’indomani della scarcerazione degli ultimi attivisti arrestati il 14 novembre scorso e del teatro del grottesco messo in scena dal p.m. Franz.
L’abile investigatore prima avvalla una surreale perizia balistica, in cui si afferma che il proiettile che uccise Carlo fu sparato in aria e quindi deviato da una pietra lanciata dai manifestanti, e poi propone l’archiviazione del caso Placanica asserendo che il carabiniere agì per legittima difesa.
Il teorema che la magistratura sta tentando di dimostrare è purtroppo ormai chiaro:
la legittima difesa è riconosciuta solo agli apparati di repressione del governo, ovvero a coloro che in quei giorni si sono resi responsabili del pestaggio dei manifestanti, della tortura dei fermati e dell’assassinio di un ragazzo.
Non è un invece un diritto di chi, come Carlo e come gli arrestati di ieri, ha deciso di difendersi e di reagire alla violenza delle cariche insensate e sanguinose contro persone inermi, e alla caccia all’uomo subita dai manifestanti.
Come dire che la giustizia è uguale per tutti, la legittima difesa no .

All’ennesimo tentativo di reprimere il movimento e ogni altra forma di dissenso rispondiamo ancora una volta con la forza delle nostre idee, quella forza che attingiamo ogni giorno dalla capacità di sentire nel più profondo dell’animo qualsiasi ingiustizia commessa in qualsiasi parte del mondo e di sognare e pensare un mondo diverso sempre più necessario.

Solidarietà a tutti i compagni coinvolti, libero Luca, LIBERI TUTTI !





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