io preferirei che lei mi dimostrasse che ciò che ho postato è errato e frutto di propaganda. NE sarei felice. Legga ciò che scrive uno storico ebreo:
Due anni fa, meno dell'8 percento fra gli Ebrei Israeliani che parteciparono ad un sondaggio di opinioni della Gallup dichiararono di essere favorevoli a quello che è eufemisticamente chiamato "transfer" (trasferimento) - cioè l'espulsione di circa due milioni di Palestinesi dall'altra parte del fiume Giordano. In questo mese, questo valore ha raggiunto il 44 percento.
Il professor Martin Van Creveld è il più noto storico militare di Israele. Il 28 aprile, il quotidiano conservatore inglese The Telegraph, ha pubblicato un articolo che tratteggiava a grandi linee quello che Van Creveld ritiene sia il prossimo obiettivo di Sharon: il "transfer" altrimenti detto l'espulsione dei Palestinesi.
Secondo Van Creveld, il piano di Sharon è di spingere due milioni di Palestinesi dall'altra parte del Giordano usando il pretesto di un attacco americano all'Irak o di una offensiva terroristica in Israele. In questo modo si potrebbe innescare una vasta mobilitazione per liberare i territori occupati dei loro due milioni di arabi. Nel settembre del 1970, ricorda Van Creveld, il re Hussein di Giordania aggredì i Palestinesi nel suo regno, uccidendone dai 5.000 ai 10.000. Sharon che prestava servizio come Ufficiale Comandante, Fronte Meridionale, sostenne che l'aiuto israeliano al re era un errore; piuttosto si sarebbe dovuto tentare di rovesciare il regime ascemita. Sharon da allora ha detto spesso che la Giordania, che, secondo lui, ha una maggioranza palestinese anche adesso, è lo stato palestinese e quindi una destinazione appropriata per i Palestinesi che devono essere espulsi dalla intera Israele.
Van Creveld scrive che Sharon ha sempre coltivato l'idea di mandar via tutti i Palestinesi. Un attacco americano all'Iraq questa estate fornirebbe un ottimo pretesto. Lo stesso Sharon ha detto al Segretario di Stato Colin Powell che nulla di quello che avviene in Israele dovrebbe far ritardare un attacco americano all'Iraq. Altri pretesti potrebbero includere una rivolta in Giordania e il successivo crollo del regime del re Abdullah o un'aggressione terroristica più estesa all'interno di Israele.
Se si verificassero queste circostanze, secondo Van Creveld, Israele si mobiliterebbe in poche ore. "Innanzi tutto, i tre ultramoderni sommergibili del paese si metterebbero in posizione di combattimento in mare aperto. Si chiuderebbero le frontiere, si imporrebbe un altro blackout, tutti i giornalisti stranieri sarebbero radunati e confinati all'interno degli alberghi come ospiti del Governo. Sarebbe disposta una forza di 12 divisioni, di cui 11 armate, oltre a varie unità territoriali per le mansioni relative all'occupazione: di queste 5 contro l'Egitto, tre contro la Siria e una di fronte al Libano. Ne rimarrebbero tre a far fronte ad est, ed abbastanza forze da mettere un carro armato dentro ogni villaggio arabo-israeliano nel caso la popolazione avesse qualche strana idea"
Secondo Van Creveld (che ha detto apertamente di essere completamente contrario ad ogni forma di "transfer") "L'espulsione dei Palestinesi richiederebbe solo poche unità militari. Non sarebbe necessario trascinare la gente fuori dalle loro case ma basterebbe usare l'artiglieria pesante per portarli fuori; i danni causati a Jenin in confronto sembrerebbero una puntura da spillo. Lui non tiene conto di nessuna effettiva risposta da parte dell'Egitto, Siria, Libano o Iraq. "Saddam Hussein potrebbe lanciare qualche missile dei 30 o 40 che probabilmente ha. Il danno che può causare, comunque, è limitato.
Saddam potrebbe essere abbastanza matto da far ricorso ad armi di distruzione di massa, allora la risposta di Israele sarebbe così "spaventosa e terribile" (come disse una volta Yitzhak Shamir, il precedente primo ministro) da andar oltre l'immaginazione."
Ma cosa si può dire a proposito delle reazioni internazionali? Van Creveld pensa che non sarebbero un deterrente efficace. " Se Sharon decide di andare avanti, l'unico paese in grado di fermarlo sono gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti, comunque, si considerano in guerra con la parte del mondo musulmano che ha appoggiato Osama bin Laden. L'America non sarà necessariamente contraria a che sia data una lezione a quel mondo - in modo particolare se fosse abbastanza rapida e brutale come nel caso della campagna del 1967; ed anche in modo particolare se non comportasse un'interruzione dell'erogazione di petrolio per troppo tempo."
Gli esperti militari israeliani valutano che questo tipo di guerra potrebbe essere conclusa entro solo otto giorni," scrive Van Creveld. "Se gli stati arabi non intervengono, finirà con l'espulsione dei Palestinesi e con la Giordania in rovina. Se intervengono, il risultato sarà lo stesso, con i principali eserciti arabi distrutti. Israele, ovviamente, avrebbe qualche vittima, soprattutto a nord, dove la sua popolazione finirebbe sotto il fuoco degli Hizbollah. Comunque, il loro numero sarebbe limitato, e Israele continuerebbe a trionfare, come nel 1948, nel 1956, 1967 e 1973."
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