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della privatisazione del'acqua in UMBRIA
by DROUIN MICHEL Tuesday, Feb. 11, 2003 at 2:10 PM mail: mdrouin@libero.it

assemblea per la costitutione di un comitato promotore contro la privatisazione del'acqua in UMBRIA

ASSEMBLEA PER LA COSTITUZIONE DEL COMITATO PROMOTORE DELLA CAMPAGNA STOP ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA VENERDI' 14 Febbraio alle ore 17,00 presso La Casa dell'Associazionismo in via della Viola, 1 si terrà un incontro per la costituzione di un COMITATO PROMOTORE DELLA CAMPAGNA STOP ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA. Non poter accedere a un elemento insostituibile e così indispensabile alla vita come l’acqua, è la drammatica condizione in cui versa un enorme numero di abitanti del nostro pianeta e che, in diverse aree del mondo, minaccia l’esistenza di intere popolazioni. Anche nei paesi più avanzati tra i cittadini cresce il numero di quelli che, per l’inquinamento, la cattiva gestione delle risorse, l’eccessivo sfruttamento delle falde, o anche per la progressiva desertificazione del territorio perdono la possibilità di attingere direttamente alle riserve idriche locali. L’acqua assume così un valore che prima sembrava non avere, e subito cresce il suo valore economico. Una risorsa di tutti, un bene universale, che attira inevitabilmente l’interesse della speculazione e dell’affarismo più bieco. In Italia, un terzo dei cittadini italiani non ha regolare e sufficiente accesso all’acqua potabile. Un vorticoso giro d’affari alimentato dalla speculazione su un nostro diritto. Secondo quanto previsto dalla Legge Galli del 1994, "Disposizioni in materia di risorse idriche". l’acqua è un bene pubblico che va salvaguardato e gestito, nell’ottica prioritaria del consumo umano e si dichiara la natura pubblica della risorsa acqua, ma nello stesso tempo si favorisce la mercificazione dell’acqua e si consegna, di fatto, alla logica della speculazione privata il controllo di questa risorsa primaria. In Umbria sono stati individuati tre Ambiti Territoriali Ottimali i quali hanno adottato il Protocollo d'intesa che delega la gestione delle risorse idriche ad una società per azioni. E' così iniziato il processo di privatizzazione dell'Acqua. I cittadini non avranno più alcuna garanzia che la gestione di questa risorsa segua e rispetti i criteri di conservazione della qualità e di risparmio, al contrario, prevarrà la logica del massimo profitto industriale, che raramente coincide con il rispetto del diritto all'acqua. I Comuni daranno carta bianca alle società private, multinazionali, che potranno influire sui loro bilanci, aumentando le tariffe e incentivando i consumi, con l'inevitabile impoverimento delle riserve idriche locali. Risulterà sempre più difficile per noi cittadini esercitare il controllo diretto di questa risorsa, vitale. Per tutto questo riteniamo che decisioni così importanti per il futuro delle comunità locali non possono né essere imposte dall'alto, né, tanto meno, passare sulla testa dei cittadini. TESTO PETIZIONE: PETIZIONE POPOLARE ALLA REGIONE UMBRIA PREMESSO CHE l’acqua è un bene indispensabile alla vita; CHE l’accesso all’acqua è un diritto inalienabile delle persone; CHE anche nei paesi così detti più avanzati, tra i cittadini, cresce il numero di quelli che, per l’inquinamento, la cattiva gestione delle risorse, l’eccessivo sfruttamento delle falde, o anche per la progressiva desertificazione del territorio perdono la possibilità di attingere direttamente alle riserve idriche locali; CHE a causa del ipersfruttamento e dell’inquinamento, porzioni sempre maggiori di risorse idriche vengono sottratte all’uso umano; CHE la tutela della qualità e della quantità delle acque è prevista dalla legge italiana (art.1 legge 36/94); CHE particolare importanza rivestono una gestione ottimale della risorse e la preservazione delle acque da ogni tipo d'inquinamento; CONSTATATO CHE con la legge n. 36 del 5 gennaio 1994 "Disposizioni in materia di risorse idriche" (meglio nota come "legge Galli"), il Parlamento ha completato sotto il profilo legislativo la riforma del sistema idrico; CHE il Governo, attraverso l’articolo 35 della finanziaria 2002, sta completando il quadro normativo che pretende di spianare la strada alla gestione privatistica delle acque mercificando un bene vitale; CHE rispetto al suddetto art. 35 della finanziaria 2002 pende il ricorso di alcune Regioni, tra cui l’Umbria, che ne sollevano l’incostituzionalità; CHE con la legge regionale n. 43 del 5 dicembre 1997, la gestione delle risorse idriche della regione Umbria è stata suddivisa in tre Ambiti Territoriali Ottimali (Ato 1 Perugia, Ato 2 Terni, Ato 3 Foligno e Spoleto); CHE gli ATO individuati con la suddetta legge regionale non hanno i requisiti prescritti dalla legge nazionale e cioè: rispetto dell’unità del bacino idrografico e conseguimento di adeguate dimensioni gestionali (453.000 utenti nell’ATO n. 1, 146.000 nell’ATO n. 3); CHE la mancanza di tali requisiti ha causato la concentrazione delle risorse idriche di maggiore quantità e di migliore qualità della regione Umbria nell’ATO 3, mentre il grosso della popolazione si concentra negli altri 2 ambiti insieme a risorse più modeste e qualitativamente scadenti; CHE tali differenti caratteristiche dei singoli ATO avranno ripercussioni sulla tariffa del servizio idrico con conseguenti ripercussioni sulle classi sociali più deboli; CHE i tre ATO dell'Umbria hanno adottato i Protocolli d'intesa che delegano la gestione delle risorse idriche ad una società per azioni all’interno della quale la componente privata, in virtù del suo ruolo operativo, avrà maggior peso decisionale e gestionale verso il conseguimento del massimo profitto; CHE per effetto dell’inquinamento, della cattiva gestione della risorsa, l’eccessivo sfruttamento delle falde cresce considerevolmente il valore economico dell’acqua, attirando l’interesse della speculazione e dell’affarismo più bieco; CHIEDIAMO ALLA REGIONE UMBRIA Di rispettare la legge vigente in materia di risorse idriche ripensando ad una diversa suddivisione dell'Umbria in Ambiti Territoriali Ottimali, si ricorda a tal proposito che l'intera regione Umbria ha le caratteristiche geomorfoligiche e sociali per rappresentare di per se un unico ATO; Di ad aderire al Manifesto per il Contratto dell'Acqua; Di utilizzare, proteggere, conoscere e promuovere l’acqua come bene comune, nel rispetto dei principi fondamentali della sostenibilità integrale (ambientale, economica, politica e istituzionale); Di mantenere nella sfera pubblica la proprietà e la gestione dell’acqua ovvero il capitale ed i servizi ad essa collegati (infrastrutture e insieme dei servizi di captazione, adduzione, distribuzione, fognatura e depurazione); Di promuovere tutte le iniziative necessarie a contrastare i contenuti dell’art. 35 della finanziaria 2002, anche stabilendo intese e collaborazioni con le altre regioni che hanno ricorso contro l’articolo suddetto Di garantire la sicurezza dell’accesso all’acqua, nella quantità e qualità necessarie alla vita, a tutti i membri della comunità locale, in solidarietà con le altre comunità e con le generazioni future: a tal fine riteniamo che l’accesso a 40 litri di acqua al giorno per ogni persona debba essere garantito come diritto e che i costi necessari al mantenimento di tale diritto debbano essere a carico della collettività; Di applicare un sistema tariffario giusto e solidale, fondato sul principio di sostenibilità: al principio secondo cui chi spreca paga e che inquina paga va aggiunto il principio secondo cui lo spreco non può essere accettato: devono essere posti dei severi limiti ai consumi massimi tollerabili, oltrepassati i quali le sanzioni diventino molto pesanti; Di promuovere le forme più innovative di partecipazione dei cittadini alla definizione delle politiche dell’acqua a livello locale tramite gli strumenti della democrazia rappresentativa, partecipativa e diretta e tramite un’intensa opera di formazione e informazione dei cittadini in materia d’acqua; Di promuovere il ritorno dell’acqua nei luoghi pubblici, (re)introducendo "punti acqua" di ristoro, informazione e cultura nei luoghi di incontro sociale (piazze, stazioni, giardini, aeroporti, stadi…) al fine di contrastare il consumo di acqua in bottiglia, così deleterio per l’ambiente, e di incentivare una nuova cultura dell’acqua. Di prelevare, per ogni metro cubo d’acqua fatturato, una piccola percentuale da destinare al finanziamento di progetti di cooperazione internazionale che perseguono modelli sostenibili di gestione dell’acqua nei paesi sofferenti di penuria di acqua potabile; Di stimolare ed incentivare lo studio di soluzioni innovative per la realizzazione del diritto all’accesso all’acqua per tutti entro il 2020. ATTAC PERUGIA

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