Indymedia Italia


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Pace e Petrolio
by sbancor Tuesday, Feb. 11, 2003 at 2:44 PM mail:

Il petrolio spiega poco della Guerra, ma molto spiega della Pace.....

La Guerra può aver poco a che fare con il petrolio, La Pace sicuramente Si. L’offensiva di pace franco-russo tedesca mira sopratutto a preservare gli interessi europei: basso prezzo del petrolio e buoni rapporti commerciali con i paesi del medioriente. Sia i russi che i Francesi hanno firmato infatti contratti con l’Iraq. L’Italia di Berlusconi si occupa di televisioni, che come è noto non consumano molta energia. E quindi riesce a star fuori dallo schieramento pacifista. Assomiglia all’Italia di Umberto I° e alla triplice alleanza. Berlusconi abita a Monza. Fortuna per lui che non esistono più uomini della tempra di Gaetano Bresci..
Ma torniamoall’oro nero. Ora mentre la dipendenza dal petrolio Mediorientale è bassa per gli USA, non altrettanto può dirsi per Francia Germania e Russia. La Francia importa su un totale lordo di 2,280 barili di petrolio/giorno ben 789 mila (bpd) dall’OPEC. La Germania su 3.090 ne importa 492 mila (bpd), l’Italia su 2.170 addirittura 1.160 (bpd). Rispettivamente il 34,6%, il 15,9% e il 53,5% per l’Italia.. La Francia non può permettersi uno schock petrolifero. l’Italia sta messa ancora peggio, ma il Cavaliere se ne frega. La russia che è il secondo produttore mondiale, semplicemente non vuole shocj, ma business.per Gazprom.
Questa è la situazione per cui, come ai tempi di Napoleone : Vive la France, Vive la Republique, en avant bataillon!! Alons’ enfant de la patrie,..ecc.ecc.


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Dovresti schierarti con Chiraq allora!?
by anti-giacobino Tuesday, Feb. 11, 2003 at 3:02 PM mail:

Primo: se gli USA non hanno una dipendenza petrolifera come ti spieghie che vogliono una guerra ed un nuovo regime. Leggiti i loro stessi rapporti, tra vent'anni si troverebbero nella cacchetta senza il petrolio irakeno. Essendo esclusi dai contratti con Bagdad (sotto controllo onu) firmati da Francia, Russia, Cina e Germania devono usare il prolugamento delle politica economica: la guerra.

Secondo: ahi voglia di cantare l'inno rivoluzionario e poi schierarti con i bonapartisti, i degaulliani!

Terzo: i pacifisti Russia e Francia (non parliamo della Cina) sono impegnanti militarmente su altri fronti tra i quali la Costa d'Avorio e la Cecenia.

Quarto: tu dovresti cantare w chiraq e la totalfinaelf, schierarti quindi con uno dei fronti del capitale, mica con la "pace".









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usa e petrolio
by m.b. Tuesday, Feb. 11, 2003 at 3:06 PM mail:

Controllare il petrolio non vuol dire solo averlo a disposizione per poterlo consumare, ma vuol dire anche venderlo a chi decidi tu, a quale prezzo e CON QUALE MONETA.
Gli Usa dipendono dal controllo del petrolio

PETRO-DOLLARI E PETRO-EURO

I malumori di Washington verso Bagdad hanno subito una accelerazione notevole esattamente all'indomani della decisione dell'Irak, nel novembre 2000, di passare dal dollaro all'euro quale standard delle proprie transazioni internazionali.
In pratica funziona così : Gli USA stampano dollari (petro-dollari) praticamente dal nulla ("fiat currency"), i quali sono scambiati con la valuta dei paesi che vogliono comprare petrolio (valuta utile agli usa per saldare il deficit commerciale); poi questi dollari dai paesi OPEC tornano negli States , investiti in Buoni del Tesoro, azioni, proprietà, ecc.
In definitiva: ogni "asset", ovunque esso sia, denominato in dollari (come appunto il petrolio in petro-dollari) è in pratica un US asset. Quando il petrolio è denominato in dollari e il dollaro è un "fiat currency", cioè una valuta stampata dal nulla (da quando non c'è più la convertibilità con l'oro, il valore del biglietto verde consiste solo nella "fiducia" in chi lo accetta), gli USA posseggono in pratica gratuitamente il petrolio del mondo.
E' la dollarizzazione dell'economia mondiale.

http://www.atimes.com/global-econ/DD11Dj01.html

Il Venezuela, che ha sempre venduto il suo petrolio agli Usa senza problemi, inizia a preoccupare Washington proprio perchè intenderebbe passare anch'esso ai petro-euro.
Il prossimo paese che pare nel mirino dei falchi di Washington? sembrerebbe l'Iran.
E guarda caso anche l'Iran è intenzionato a breve a passare dal dollaro all'euro per le sue transazioni commerciali internazionali.

"The Real But Unspoken Reasons For The Iraq War"
A Macroeconomic and Geostrategic Analysis of the Unspoken Truth
http://www.indymedia.org/front.php3?article_id=231238


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però
by indygesto Tuesday, Feb. 11, 2003 at 3:20 PM mail:

Leggo che Francia, Germania e Russia sono dipendenti dal petrolio e che dunque si deve perseguire una politica di pace stabile.

Dunque caro Sbancor, l'inquinamento non esiste? E tutto ciò che riguarda le politiche interne (sociali ed economiche) possono chiamarsi "pace stabile".
Son d'accordo che il cavaliere sia un p**** di m****, ma scusa Sbancor, cerca di contenere i tuoi entusiasmi (etimo: trasporto divino) circa le nuove e incerte notizie che ci arrivano dai vari fronti internazionali.

Va bene che ora ci hanno iniettato mediaticamente dosi elevate di categorie guerresche nel cervello, ma non credere che se si evita la guerra tutto sia rose e fiori.

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x sbancor
by elena Tuesday, Feb. 11, 2003 at 3:30 PM mail:

x quanto mi riguarda, noi siamo GIA' in guerra

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Petrolio e Guerra
by * Tuesday, Feb. 11, 2003 at 4:15 PM mail:

"Questa non è una guerra per il petrolio. È una guerra per controllare i profitti provenienti dal petrolio."
resto dell'articolo
http://digilander.libero.it/economiadiguerra/oil_and_war.htm#01

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Per *
by Fabiola Moscerino Tuesday, Feb. 11, 2003 at 5:07 PM mail:

grazie, era molto interessante l'articolo
Grazie, chiunque tu sia

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analisi convincente
by rum Tuesday, Feb. 11, 2003 at 5:22 PM mail:

Da quanto si evince da quest' analisi indiana piuttosto convincente la mossa militare USA mira sopra tutto a scardinare l' OPEC per evitare che questo nel prossimo decennio possa ridenominare il petrolio in dollari. Una simile eventualità porterebbe al crollo del dollaro e del modello USA basato sul debito. Già nel 2005/6 il PIL dell' Europa estesa ad est (450 milioni di abitanti) dovrebbe eguagliare quello USA mettendo fortemente in discussione l' egemonia nord-americana. Sulle altre ragioni, in particolare il rapporto USA-Cina, per ora non mi dilungo.

articolo indiano:

http://www.rupe-india.org/34/contents.html

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x Fabiola: prego
by * Tuesday, Feb. 11, 2003 at 5:38 PM mail:

ho dimenticato di mettere l'home, c'è anche la traduzione di un articolo su euro e dollaro
http://digilander.libero.it/economiadiguerra/index1.htm

x rum
il numero di RUPE è quanto c'è di meglio che io conosca sulla guerra, tra l'altro sta facendo il giro delle mailing list di mezzo mondo

per quanto riguarda la questione del "signoraggio" del dollaro la cosa è non sarebbe esattamente in questi termini, ovvero non è semplicemente stampando moneta che gli usa si appropriano dei beni

cito quanto scrivo sul sito:
Tuttavia, al di là del guadagno diretto derivante dal cosiddetto signoraggio, da Carchedi stesso considerato minore rispetto ad altre forme di trasferimento di plusvalore come lo scambio ineguale, il peonaggio del debito, da altri considerato minimo e da altri ancora considerato nullo, il controllo della moneta gioca un fattore che va al di là di questi aspetti. Il problema principale è piuttosto la crisi di un sistema, il "dollar-wall street regime, che ha fornito finora un vantaggio deciso alle imprese statunitensi rispetto al resto del mondo. Ritengo che Ramón Fernández Durán nell'articolo tradotto in questo sito affronti nei giusti termini la questione del controllo della moneta correlata al predominio della finanza statunitense. Egli scrive: "grazie all’“effetto ricchezza” generato, alle spese del resto del mondo, al fatto che gli Usa sono cresciuti più intensamente dell’UE durante gli anni ’90 (la differenza consiste in un volume di PIL paragonabile a quello dell’Italia). Permettendo, inoltre, il finanziamento del progetto di espansione delle imprese transnazionali statunitensi, dando un vantaggio decisivo agli Usa in questo settore".

Per il momento non ho il tempo di dire altro, magari ci ritorno

Gennaro

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$
by rum Tuesday, Feb. 11, 2003 at 11:27 PM mail:

Premetto che non sono un economista quindi quello che scrivo é solo legato
al buon senso.


Il predominio monetario può funzionare in due modi, o perché sostanziato
da una economia espansiva "di pace" più forte sul piano commerciale, come
é stato per gli USA negli anni '90 in cui le aspettative sulla crescita
non venivano mai tradite, oppure, quando interviene la recessione, sfruttando
il vantaggio militare. Ora siamo a questo punto, di fronte ad un lento ma
inesorabile declino del predominio pacifico osservato 'dati alla mano' da
Greenspan&C Washington ha preso la via militare.

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Pace e Petrolio 2
by sbancor Wednesday, Feb. 12, 2003 at 7:56 AM mail:

Evidentemente non scrivo in Italiano. Mi sembrava infatti che il contenuto del pezzo fosse chiaro: la mosssa franco-russo-tedesca non è una mossa pacifista, ma una mossa dettata da banali interessi econoici: diopendendo quetsi paesi molto più degli USA dal petrolio mediorientale, non vogliono dar fuocoal Golfo. Ma questa mossa può evitare la Guerra (o scatenarne una ancora più grande). Che gli americani abbiano finito il petrolio è una favola che gira dal 1972-73,. Certo non hanno più le riserve del 1850, ma che dire allora di quei paesi, come Francia e Germania, Belgio, Giappone ecc. che non dispongono neanche di una goccia di petrolio, ma che non ne fanno un dramma, anzi si sviluppano industrialmente spesso più degli stessi USA?
il vantaggio americano è il petrolio "nel cortile di casa" (Messico e Venezuela) poi quello sulla costa atlantica africana (Nigeria ed Angola) poi quello indonesiano. Infine
quello Mediorientale e del Centro Asia.
L'ùamerica per tutto il 2001 ha comprato normalmente il petrolio iracheno per una quantità pari al 41% di tutto l'export petrolifero di Saddam, Se voleva poteva comprarne il 100%. Il petrolio si compra, non si rapina! Costa troppo rapinarlo, visto i prezzi bassi. Ma lo sapete che non abbiamo ancora raggiunto il livello dei prezzi della I° guerra del Golfo? e li in crisi non c'era solo iol petrolio iracheno, ma anche quello kwaitiano e la minaccia si estendeva all'arabia saudita. Sapete quanto resse quel picco?: meno di un mese. Poi vi fu il ribasso del prezzo del petrolio che alla fine degli anni 90 scecse sotto i 10 dollari/barile! Se questa è una guerra per il petrolio io sono Santa Teresa di Calcutta!
L'inquinamento poi corropbora la mia tesi: che senso ha una guerra petrolifera quando fra qualche anno v iaggeremo su auto all'idrogeno. finchè lo diceva Rifkun si poteva anche non crederci. Ma ora lo afferma anche Rubbia. anzi perchè non facciamo un piano industriale per trasformare la FIAT in una impresa che produce esclusivamente auto all'idrogeno. Le canzoni erano ovviamente uno scherzo: proviano con questa "Pria di morir sul fango della via/imiteremo Bresci e Ravachol/ chi stringe a te la mano o borghesia/ è uomo indegno di guardare il sol....
Saludos Amigos!

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Effettivamente...
by Emiliano Wednesday, Feb. 12, 2003 at 9:14 AM mail:

...era chiaro che le mosse di Jacques "Muroroa" Chirac e di Gerard "Kosovo" Schroeder non erano improntate al pacifismo. Io mi ero interrogato al riguardo, e avevo pensato si trattasse di una questione di (patetico) tentativo di creare una politica estera e militare indipendente europea per rilanciare un improbabile imperialismo francotedesco (dopo l'imperialismo tedesco versione 1.0, tentato nel Kosovo).
Ma non avevo visto il solito elefante nel salotto, cioè il petrolio.

Emiliano

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