progetto orientaleoccupata

Nel corso della notte tra l'11 e il 12 aprile, al ventiquattresimo giorno di occupazione, abbiamo deciso di riconsegnare le chiavi di palazzo Giusso al custode.
Questa scelta non è motivata dal fatto che da qualche giorno i media ufficiali cercano di convincerci che la guerra sia terminata, neanche dal fatto che il rettore Ciriello dalle colonne dei quotidiani cittadini, in maniera più o meno velata, minacci sgomberi e ritorsioni.

La nostra decisione è frutto della volontà di rilanciare le lotte e le mobilitazioni con metodi più consoni alla attuale fase e di impedire, anche nelle prossime settimane, il ritorno a quella normalità alienante per noi intollerabile in un clima di Guerra sociale permanente.

La nostra occupazione ha saputo andare ben oltre il semplice strumento di lotta .In 3 settimane palazzo Giusso è stato attraversato da laboratori, dibattiti, cineforum, incontri con lavoratori, immigrati, esponenti della comunità palestinese, collettivi studenteschi medi e universitari, gestiti in maniera aperta e orizzontale.
Gli stessi seminari, autorganizzati insieme a numerosi docenti dell'Orientale e non, hanno saputo aprire una breccia nel muro asfittico dell'università riformata, riportando nell'ateneo tematiche estranee alla didattica ufficiale e ponendo al centro di tutto il dibattito le vere ragioni di questa aggressione imperialista e le logiche che l'hanno generata.

Già da una settimana abbiamo lanciato il progetto "OrientaleOccupata". Un progetto nel quale intendiamo far confluire tutti i laboratori che hanno vissuto nell'occupazione (antimperialista, saperi e formazione, diritto allo studio, Palestina, cineforum, comunicazione).

Per queste ragioni abbiamo individuato nell'aula S1 la sede operativa del nostro progetto.
Quest'aula, sita nel sotteraneo di palazzo Giusso, era stata lasciata da mesi dal rettore Ciriello nell'abbandono più totale: un deposito di pacchi contenenti libri di inestimabile valore ammuffiti e molti ormai inutilizzabili, uno spazio enorme sottratto ad ogni possibile utilizzo da parte degli studenti e lasciato in balia dei topi.
Negli ultimi giorni abbiamo reiteratamente chiesto al rettore di liberare questo spazio e attrezzarlo per gli studenti e il nostro progetto.Anche per questo siamo rimasti a presidiare palazzo Giusso in questa settimana, aspettando da Ciriello una risposta che non è mai arrivata. Costui non c'ha lasciato altra scelta che quella di ripulire e attrezzare con computer e stampanti l'aula S1 che da oggi consideriamo sede del nostro progetto.


PROGETTO "ORIENTALEOCCUPATA"

penso che la vostra iniziativa sia lodevole...vergogna comunisti!!!!!io mi alzo ogni mattina alle 7:30 e voi a spendere i soldi di papà: organizzate un dibattito sul vostro futuro: non emergerà nulla!!! comunisti!

Gli occupanti ora scappano, si dileguano, si tolgono tutte le responsabilità da dosso. Alle continue assemblee mi avevano quasi imbambolato, specie quella che assomiglia a Monica Bellucci ma molto più grassa e piagnucolosa, che inveiva contro il "sistema violento e omologante" che a sua detta ci distrugge. Poi c'era quella sorta di Enrico Ghezzi , ma molto più grasso ancora lui, che in compenso ha una voce fina fina degna del suo nome: Alfonsino. Quello si che sa parlare, e mi stava convincendo!!!
Però c'era qualcuno che non mi convinceva, quella specie di MAo TZE tung ma molto, molto più brutto e cattivo, persino più cinese. Da quando l'ho visto il mio sonno non è più stato tranquillo. Che orribile che è.
Ora non li vedo più, dopo la conta dei danni. E nessuno mi venga a dire che le attrezzature sono state liberate... ero lì ed ho occhi, occhi che senza pregidizio hanno vista niente altro che tanta, ma tanta idiozia concentrata in un solo luogo.
Fate ridere, siete ridicoli. Il solo discutere con voi mi mette in uno stato che è fra l'ansietà di picchiarvi e la voglia di coccolarvi come dei bambini.
Se volete rispondermi fatelo di persona.
Avanti all'orientale, mezzogiorno, martedi 22, dopo i fottuti bagordi di pasqua e pasquetta. Sempre se ce la fate a svegliarvi per quel giorno, voi che siete già morti e non lo sapete...