[ Da "Il Manifesto" del 30/04/03 ]
MILANO
Sgomberato edificio occupato da precari Ieri mattina i carabinieri hanno forzato il cancello di Teknocasa, lo stabile di tre piani in un'area edificabile di San Giuliano Milanese che era stato occupato un mese fa da un gruppo di giovani lavoratori precari. Dopo aver sgomberato l'edificio, gli agenti hanno fermato e poi rilasciato una decina di persone che ora rischiano di essere accusate per occupazione abusiva e manifestazione non autorizzata. Teknocasa non era solo una casa occupata ma un vero e proprio progetto che è stato sottoposto alla giunta del sindaco Marco Toni (Ds) con lo scopo di promuovere una politica di edilizia sociale in una delle poche aree lottizzabili rimaste nella città. Al progetto lavoravano oltre cinquanta ragazzi, co.co.co. e lavoratori in nero. Giovani che ben sanno per esperienza diretta cosa vuol dire non avere un reddito sicuro per fare un mutuo o per pagare regolarmente un affitto. Lo sgombero di ieri rischia così di archiviare un'idea innovativa per rispondere a uno dei problemi più duri da affrontare nell'hinterland non solo milanese: la casa. Ma i ragazzi non si arrendono e da ieri hanno deciso di tenere un presidio permanente, con tende e brandine, nella piazza centrale di San Giuliano. Trascorrendo lì anche la notte.
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[ Da "Il Cittadino" del 01/05/03 ]
San Giuliano Continua la protesta, dopo lo sgombero del palazzo di via Rossini, occupato dal gruppo per oltre un mese Teknocasa non molla e si accampa in piazza
San Giuliano Il comitato Teknocasa non molla. Continua il presidio iniziato martedì in piazza Italia, in seguito allo sgombero del palazzo di via Rossini 15 occupato dal gruppo per oltre un mese. Nella piazza con tende, materassi e coperte, hanno trascorso la nottata una ventina di persone. Dopo lo sgombero forzato e la successiva identificazione da parte della forze dell'ordine (su 10 perone fermate, 7 non sono residenti a San Giuliano), il gruppo è tornato a riunirsi in piazza per dar voce alla sua protesta: «La gente è incuriosita e molti si fermano a parlare con noi per capire i motivi della nostra azione - spiega un membro del comitato Teknocasa che chiede di rimanere anonimo -. Questo dovrebbe far capire alle amministrazioni che il problema della casa è una questione che riguarda tutti, indifferentemente». Il comitato, nonostante lo sgombero, non ha smesso di organizzarsi: sono stati distribuiti 700 volantini ai passanti, per spiegare i fatti degli ultimi giorni e il perché dell'occupazione dello stabile di via Rossini. Numerosi manifesti e scritte sono comparse poi nelle vie della città. «Molta gente - continua il comitato - ci ha chiesto di intraprendere una raccolta di firme e appoggia i nostri metodi». Soddisfatto per aver sollevato un polverone su una questione molto scottante, il gruppo ribadisce la sua idea di utilizzare una parte della grande area industriale per la costruzione di case pubbliche, grazie ai contribuiti forniti dalla legge regionale. E se l'amministrazione ha già spiegato di aver fatto dei passi in questa direzione, per il comitato Teknocasa, composto da un gruppo eterogeneo di persone (studenti, lavoratori precari, immigrati) tra i 24 e i 50 anni, non è sufficiente: «Vogliamo risposte concrete - affermano -. Invece ci sembra che l'obiettivo dell'amministrazione sia solo quello di privilegiare l'edilizia privata e speculativa». Parole amare e pesanti che non lasciano via al dialogo. Il sindaco Marco Toni non ha dubbi: «Con questa azione di occupazione e bivacco nel suolo pubblico - afferma - il comitato sta dequalificando la sua opera dinnanzi ai cittadini. Non credo che i sangiulianesi apprezzino questo modo d'agire. Senza contare che gli ex-occupanti hanno imbrattato e tappezzato la città con i loro manifesti». «Il diritto alla casa - continua Toni - è sacrosanto e, come dimostra la nostra attenzione a favorire gli affitti a canone calmierato, da noi tenuto in seria considerazione. Abbiamo già avviato le pratiche per ottenere i finanziamenti necessari per il recupero di altri appartamenti dai sottotetti degli immobili comunali, ma ci vorrà del tempo».
Francesca Amé
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[ Da "Il Cittadino" del 03/05/03 ]
San Giuliano pronta una raccolta firme Un camping in piazza: continua la protesta del gruppo Teknocasa
San Giuliano Quarto giorno di barricate in piazza per il gruppo del comitato Teknocasa dopo lo sgombero forzato da via Rossini martedì scorso. Gli autonomi che per circa un mese avevano occupato l'edificio per protestare contro la mancanza di case non accennano ad andarsene da piazza Italia che ormai hanno trasformato in un camping al centro del paese. «Altro che proteste - afferma una giovane autonoma del centro sociale Eterotopia -, la gente è con noi. Tant'è vero che abbiamo deciso di iniziare una raccolta firme per sostenere le nostre ragioni ad avere uno spazio riservato ai cittadini in quelle case. Invece il comune non fa altro che dare una mano agli speculatori privati». A differenza dell'occupazione in via Rossini, dove erano dovute intervenire le forze dell'ordine per far sloggiare gli autonomi, in piazza Italia la situazione è tutto sommato tranquilla. Sul prato il gruppo Teknocasa ha montato quattro tende dove gli occupanti si ritirano di sera per passare la notte, al di fuori ci sono tavoli da giardino e sedie dove i giovani parlano il giorno a chiacchierare, mangiare e ascoltare musica. E ogni tanto scambiano pure qualche parola con la gente che si ferma a chiedere il perché di quella strana protesta: «Il sindaco Marco Toni - prosegue la ragazza - ha raccontato un mucchio di falsità, come il fatto che gli abitanti si lamentano perché facciamo chiasso e ascoltiamo la musica fino a notte inoltrata. Non solo non è vero, ma questa gente sta anche dalla nostra parte, come testimoniano gli oltre 1.000 volantini consegnati in giro». Il gruppo non ha alcuna intenzione di muoversi dalla piazza: «Da qui non ce ne andiamo fino a quando il comune non avrà ripreso in mano il progetto di utilizzare per la città una parte degli spazi riservati ai privati negli immobili di via Rossini.
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[ Da "Il Cittadino" del 30/04/03 ]
San Giuliano Sbarrate le porte e le finestre, sull'area sorgeranno presto degli alloggi residenziali Sgomberato il palazzo occupato Denunciati gli autonomi del comitato Teknocasa
San Giuliano Si è concluso ieri mattina alle 6.30 con uno sgombero coatto il sogno di un gruppo di precari di adibire ad uso sociale l'immobile di via Rossini 15 a San Giuliano, occupato da ormai oltre un mese da un nucleo autonomi, riunito sotto il simbolo di comitato Teknocasa. Quando sono entrati gli uomini delle forze dell'ordine, gli occupanti erano in sette e data l'ora stavano ancora dormendo sui loro materassini: «Hanno forzato la catena e sono arrivate le forze dell'ordine - spiegano -. Ci hanno portato in caserma per identificarci, dal momento che siamo stati denunciati tutti e sette. Abbiamo solo potuto raccogliere rapidamente i nostri effetti personali, gli utensili, e quanto ci serviva per vivere. Intanto all'interno dell'edificio è stata data disposizione di spaccare i sanitari, in modo tale da impedire la vivibilità in quei locali. E ora non sappiamo dove andare. Non abbiamo una casa». Nelle ore seguenti sono infatti scattate una serie di opere per sbarrare porte e finestre al fine di impedire nuove entrate abusive nell'area dove sorgeranno palazzine residenziali. Sul posto sono anche intervenuti i rappresentanti della proprietà, al fine di tenere sott'occhio i lavori. Mentre a tenere controllata l'area fino a tarda mattinata sono rimasti i carabinieri e una pattuglia dell'Ivri, il cui personale verrà probabilmente incaricato di sorvegliare l'edificio di San Giuliano. Gli ex occupanti si sono invece spostati in piazza Italia, con tanto di materassi, scolapasta e sedie da campeggio. Raccontano che staranno lì, fino a quando il comune non riuscirà a trovare una soluzione abitativa, per coloro che non hanno un occupazione fissa che gli permetta di pagarsi un affitto tutti i mesi o di accendere un mutuo. E nonostante ci fossero tutti gli elementi per far presagire un epilogo del genere, c'è molta amarezza tra il gruppetto appostato sotto un albero del giardinetto centrale della città. «I Ds ci hanno accusato di vile attacco oltraggioso, perché abbiamo chiesto edifici da adibire ad uso sociale e da togliere ai fini speculatori. E il sindaco che aveva siglato una dichiarazione d'intenti, ci sembra non abbia fatto molto per garantirci l'incolumità - proseguono -. Noi abbiamo sbandierato con dei volantini che c'era l'opportunità di utilizzare un fondo regionale, che rimborsa l'80 per cento dei costi per adibire strutture ad uso sociale. Invece sembra che l'obiettivo punti ancora una volta a privilegiare i privati». Intanto il comitato di precari si ritiene almeno soddisfatto per aver portato alla ribalta un problema che a quanto pare accomuna una fetta non indifferente di sangiulianesi. «Ci hanno contattato in tanti - raccontano -. La gente è venuta a prendere i volantini. Ci ha scritto e-mail. Noi del resto puntiamo a creare occasioni per far si che le persone coinvolte da questo problema, abbiano la possibilità di discuterne e di informarsi». Si mostrano quindi determinati a non demordere a costo di rimanere per le piazze, ad attendere che arrivi una risposta per le loro esigenze.
Giulia Cerboni
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[ Da "Il Giorno - Milano Metropoli" del 30/04/03 ]
Sgomberati, occupano la piazza
SAN GIULIANO - Sono stati sgomberati all'alba, sorpresi nel sonno dai carabinieri per mettere fine all'occupazione abusiva di una fabbrica dimessa nel centro cittadino. Ma i "disobbedienti" non si sono arresi, trasferendo tende, materassi e viveri in piazza Italia. «Occuperemo la piazza a oltranza - spiegano i ragazzi del centro sociale Eterotopia -, almeno fino a quando non avremo risposte per risolvere il grave problema dell'abitazione. Non chiediamo una casa per noi, ma vogliamo che venga attuato un progetto per la costruzione di un ostello della gioventù, ma anche case per gli sfrattati e le persone in difficoltà». Nell'ex fabbrica di via Cavour i militari hanno sgomberato sette persone, denunciate per invasione della proprietà privata e una manifestazione non autorizzata, organizzata un mese fa davanti all'area occupata. I sette ragazzi erano entrati nel fabbricato abbandonato per chiedere al Comune di acquistare l'immobile e creare alloggi da destinare alle persone in difficoltà. «Lo stabile era in buone condizioni - raccontano i ragazzi - c'erano bagni e serramenti quasi nuovi, oltre a un impianto elettrico a norma. Era un'occasione: sarebbe stato sufficiente suddividere gli appartamenti, pagando le opere con i finanziamenti regionali». La trattativa iniziata con il Comune all'indomani dell'occupazione si è subito arenata, senza portare a fatti concreti. «Questo sgombero è stato una vendetta: hanno distrutto i bagni e tutte le strutture interne, per rendere lo stabile inutilizzabile. Il nostro progetto è ancora valido: a San Giuliano ci sono tante aree dimesse, ma ci vuole la volontà politica per dare corso a progetti a sostegno dell'emergenza abitativa, non solo risposte di ordine pubblico». Lo sgombero è stato voluto dalla proprietà, non intenzionata a cedere l'area al Comune. Pa.Tos.
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