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Pakistan e Diritti Umani
by sydbarrett76 Tuesday, May. 06, 2003 at 2:54 PM mail:

Il pakistan è da anni nel mirino delle associazioni per i diritti umani, in particolare vorrei dare un’idea dell’operato del Governo Musharraf in questo senso, visto che al suo insediamento aveva parlato di “svolta democratica”.

A tale proposito parto riportando stralci dei rapporti di Amnesty International dal ’99 ad oggi (fonte di riferimento: http://www.amnesty.it/pubblicazioni/rapporto_annuale.php3).

Dal Rapporto AI 1999

“Almeno 106 membri della comunità Ahmadiyya sono stati accusati di reati religiosi; fra costoro, 28 sono stati accusati di blasfemia, secondo la sezione 295-C del codice penale, che prevede la pena di morte. 23 ahmadi erano prigionieri per motivi di opinione, detenuti unicamente per aver esercitato il proprio diritto alla libertà di religione.”
“È rimasta assai diffusa la tortura, incluso lo stupro, durante il fermo di polizia e nelle prigioni, portando come conseguenza almeno 50 morti. A seguito del suo arresto a Multan il primo aprile, con l'accusa di rapina, risulta che Gul Khan sia stato torturato e privato di cibo per dieci giorni; l'11 aprile è stato portato - a quanto pare sotto pressione della polizia - in un centro sanitario che ha certificato che egli era in buona salute. Ma quando, lo stesso giorno, è stato ricoverato in ospedale, egli ha vomitato sangue. Il 12 aprile, un magistrato ha firmato un certificato di dimissione per Gul Khan ignorando le sue condizioni critiche. Egli è morto quello stesso giorno. Accuse penali sono state formulate contro sette funzionari di polizia ed è stata aperta un'indagine giudiziaria.
Tuttavia, dopo che la polizia ha accettato di pagare alla famiglia di Gul Khan un compenso di 800.000 rupie (circa 16.000 dollari), la famiglia ha lasciato cadere la denuncia e l'inchiesta è stata chiusa. In Pakistan l'impunità viene resa possibile dalla legge della qisas e diyat, che consente alle vittime e alle loro famiglie di ricevere un risarcimento e, in tal modo, interrompere il procedimento penale.
I bambini sono stati in special modo a rischio di tortura e maltrattamenti. In maggio un ragazzo di otto anni sembra sia stato stuprato da un poliziotto dentro una stazione di polizia di Peshawar. A seguito di pubbliche proteste, funzionari di polizia hanno sottoscritto una mozione di biasimo contro il loro collega, ma risulta che abbiano richiamato degli articoli del codice penale tali da poter rendere meno dura la punizione.”
“Sono aumentati gli abusi contro i magistrati. In marzo, due giudici civili, a Karampur, che avevano perquisito i locali della polizia e fatto interrogatori circa la detenzione arbitraria di molte persone lì ritrovate, sembra siano stati pesantemente picchiati dalla polizia. Diversi funzionari di polizia sono stati arrestati, ma l'indagine è rimasta sospesa. In gennaio, il giudice di un tribunale antiterrorismo, a Sargodha, che aveva condannato alti funzionari di polizia per mancanze ai loro doveri, quali falsificazione di prove e torture, è stato tenuto in ostaggio nel tribunale dalla polizia locale, fino a quando i funzionari condannati non sono scappati.
Spesso la polizia ha occultato abusi, in particolare contro i più deboli e indifesi, e ha continuato a negare a donne e ragazze una uguale protezione legale. In marzo, una studentessa di 14 anni ha denunciato alla polizia uno stupro di gruppo per opera di quattro funzionari governativi a Peshawar. La polizia ha preso nota della sua denuncia solo dopo che il padre aveva inoltrato una petizione all'alta corte provinciale. Allorché il principale accusato si è lamentato di essere stato da lui minacciato, il padre della ragazza è stato arrestato e brevemente detenuto. In aprile, nonostante il biasimo espresso dal primo ministro della provincia poiché la polizia non stava investigando in modo appropriato sul caso, e di fronte alla denuncia della vittima e alle prove mediche, il padre della vittima e l'accusato hanno raggiunto un compromesso di non proseguire il caso. Essi hanno dichiarato che le contraddizioni in cui era caduta la ragazza nella sua iniziale dichiarazione denunciavano la sua instabilità mentale e la sua inaffidabilità in quanto querelante.”
“Si è parlato di almeno 120 possibili esecuzioni extragiudiziali, soprattutto nella provincia del Punjab. Le autorità hanno affermato che le vittime erano morte durante scontri a fuoco tra polizia e criminali irriducibili. In almeno 30 di queste presunte uccisioni è risultato che le vittime siano state in custodia della polizia prima di venire deliberatamente uccise. In altri casi la polizia ha preferito sparare ai presunti criminali piuttosto che tentare di arrestarli. In marzo, la polizia ha sparato a morte su due uomini, Zahid e Umer a Lahore in quella che essa ha affermato essere stata una sparatoria. I parenti, invece, hanno dichiarato che Zahid era stato arrestato tre giorni prima con l'accusa di rapina e che era stato visto in una stazione di polizia a Shafiqabad.”
“La polizia ha continuato a registrare come accuse penali quelle contro donne che hanno sposato uomini di loro scelta, ma senza il consenso del loro 'tutore' maschio, nonostante sentenze del giudice superiore secondo il quale le donne hanno il diritto di fare ciò. La polizia non ha protetto adeguatamente tali coppie dagli attacchi violenti a opera dei parenti maschi della donna. In febbraio, un jirga di Pashtun (un consiglio tribale) ha minacciato di uccidere Riffat Afridi e Kunwar Ahsan che non avevano avuto il consenso del padre di Riffat per sposarsi. Il padre ha fatto un esposto di rapimento contro Kunwar Ahsan e accuse di zina (fornicazione) contro entrambi. La coppia si era nascosta, ma è stata arrestata dopo pochi giorni. Verso la fine di febbraio Riffat Afridi venne rilasciata, ma in marzo Kunwar Ahsan venne colpito da arma da fuoco e seriamente ferito dai parenti della donna, nel palazzo del tribunale. Gruppi locali per i diritti umani affermano che la protezione della polizia è stata inadeguata.
La polizia non ha apparentemente preso alcuna misura protettiva quando gruppi religiosi, in settembre e in ottobre, hanno emesso delle fatwa che offrivano premi a chiunque uccidesse attivisti dei diritti umani, giornalisti e personalità religiose, fra cui il capo della comunità Ahmadiyya.”

Dal Rapporto AI 2000

“Le forze dell’ordine hanno compiuto impunemente arresti arbitrari, torture ed esecuzioni extragiudiziali. Almeno 258 persone sono state condannate a morte, la maggior parte da tribunali speciali dopo aver subito processi iniqui. I persistenti pregiudizi nei confronti dei diritti delle donne da parte del governo, della polizia e dell’apparato giudiziario hanno significato la mancata indagine e l’impunità degli abusi commessi da singoli individui, tra cui i casi di delitti d’onore in cui sono state uccise centinaia di ragazze e donne. I diritti delle minoranze religiose, dei giornalisti e altri difensori dei diritti umani hanno continuato a essere in pericolo. Il nuovo governo ha manifestato un certo impegno nella salvaguardia dei diritti umani e ha iniziato ad arrestare i responsabili di casi di corruzione.”
“In maggio quasi 2.000 organizzazioni non governative del Punjab sono state chiuse. Le organizzazioni per i diritti umani e quelle a favore dei diritti delle donne, tra cui la Commissione per i diritti umani del Pakistan, hanno subito vessazioni in tutto il paese. Alcuni giornalisti hanno dovuto affrontare intimidazioni, minacce e arresti arbitrari.
* In gennaio il proprietario del gruppo editoriale Jang è stato falsamente accusato e obbligato a licenziare i redattori più indipendenti nonché a far sottoporre gli articoli al vaglio del governo.
* Il direttore del giornale "The Frontier Post", Rehmat Shah Afridi, è stato arrestato in aprile ed è rimasto in carcere per tutto l’anno per reati di droga chiaramente inventati.
* Najam Sethi, del giornale "The Friday Times", è stato uno tra i molti giornalisti a essere minacciati dopo aver concesso interviste a una troupe della BBC che indagava su asserzioni di corruzione a carico del governo. Egli è stato arrestato in maggio e trattenuto senza accuse né processo in incommunicado per più di tre settimane; dopo il rilascio ha continuato a ricevere minacce e gli è stato rifiutato il permesso di recarsi nel Regno Unito per ricevere il premio speciale per il giornalismo in pericolo, conferitogli da Amnesty International.”
“Si è continuato a far uso di tribunali speciali contro oppositori politici e imputati per reati comuni in cui i procedimenti penali sono stati così brevi da negare agli avvocati difensori il diritto di presentare una difesa adeguata. In febbraio la Corte Suprema ha dichiarato incostituzionali i tribunali militari speciali istituiti nel 1998 e ha trasferito tutti i casi in corso di procedimento davanti a corti speciali stabilite dalla Legge anti-terrrorismo (LAT) del 1997. La LAT è stata emendata in aprile e in agosto per renderla applicabile contro chiunque fosse sospettato di causare "turbative civili".”
“Sono state riferite le esecuzioni extragiudiziali di almeno 260 persone, sia sospetti criminali sia prigionieri politici. Alcuni osservatori ritengono che il numero sia più elevato e sostengono che le uccisioni facciano parte di una politica decisa a un alto livello del governo. La polizia ha spesso sottaciuto queste uccisioni affermando che avevano avuto luogo nel corso di ‘scontri’ o di sparatorie con la polizia.
* In maggio alcuni poliziotti della stazione di polizia di Mangawala, vicino Sheikhupura, nella provincia del Punjab, hanno sparato a cinque giovani, uccidendoli. Essi hanno affermato di aver agito per autodifesa dopo che gli uomini avevano sparato agli agenti nel corso di una rapina. Una inchiesta giudiziaria ha rivelato che gli uomini erano in carcere da un mese, che erano stati uccisi dalla polizia, e che erano stati prodotti falsi documenti post-mortem. Non è stata intrapreso alcun provvedimento contro i poliziotti.” “Episodi di tortura in carcere e sotto la custodia della polizia hanno continuato a essere frequenti, portando a circa 52 decessi.
* Arman Danish era stato arrestato il 12 gennaio a Karachi. Quando la sua famiglia non ha pagato la tangente richiesta per il rilascio, a sua madre è stato detto che sarebbe stato ucciso. Successivamente egli ha raccontato ai familiari, presso il tribunale civile, che era stato tenuto appeso a testa in giù e che gli erano state applicate scosse elettriche. È morto il 28 gennaio per insufficienza renale. Il poliziotto che indagava sulla sua morte è stato rimproverato per non essere andato fino in fondo. Nessuno è stato ritenuto responsabile.”
“Almeno 54 membri della comunità Ahmadiyya sono stati accusati secondo le leggi contro la blasfemia; otto di loro sono stati accusati in base a una sezione della stessa legge che comporta la condanna a morte obbligatoria. In molti casi i pubblici ministeri avevano aggiunto accuse per reati comuni alle denunce, così che i processi venivano celebrati presso tribunali istituiti contro il terrorismo, non in grado di assicurare processi equi. I procedimenti di questi tribunali, specialmente dati i ristretti limiti di tempo, hanno reso difficile, se non impossibile, la celebrazione di processi equi. Inoltre presso queste corti non esiste la possibilità di liberazione su cauzione.” “Gli abusi contro le donne, i bambini e le parti più deboli della società hanno continuato a essere pratiche comuni e il governo non ha intrapreso alcuna efficace azione per porvi termine. Tra gli abusi vi sono: il lavoro minorile - che sembra interessare fra i tre e i dieci milioni di bambini -, il lavoro forzato per debiti, la violenza domestica - che riguarda la maggioranza delle donne e dei bambini - e la compravendita di donne. La polizia e la magistratura hanno continuato a trattare questi abusi in maniera accomodante, contribuendo così alla creazione di un circolo vizioso di impunità e di abusi continui. In agosto il senato non è stato capace di approvare una risoluzione che condannava la violenza contro le donne.
Centinaia tra donne e ragazze, così come un gran numero di uomini, sono state uccise, sembra per aver disonorato i propri parenti maschi. Anche una semplice asserzione è stata sufficiente per condurre al delitto d’onore. Il comportamento femminile considerato come disonorevole comprendeva relazioni extraconiugali presunte o reali, la scelta di un marito contro il volere dei genitori, la richiesta di divorzio. Alcune donne hanno dato disonore alla loro comunità perché erano state violentate. Attiviste per i diritti delle donne sono state in certi casi attaccate per il loro lavoro.
* Jameela Mandokhel, una sedicenne mentalmente ritardata, è stata stuprata in marzo. Al suo ritorno presso la comunità di Kurran un consiglio tribale ha decretato che la ragazza aveva macchiato l’onore della tribù e le ha sparato, uccidendola. Il governo non ha intrapreso alcun provvedimento.
* In aprile, Samia Sarwar, una ventinovenne che intendeva divorziare dopo anni di violenza domestica, è stata uccisa nell’ufficio della sua avvocata a Lahore da un dipendente della famiglia. Il tentativo della donna era stato considerato oltraggioso per la famiglia. In seguito la legale è stata accusata assieme all’omicida e pubblicamente minacciata di morte per aver ‘fuorviato’ Samia Sarwar.”

Dal Rapporto Annuale 2001

“Nonostante i provvedimenti governativi per la salvaguardia dei diritti umani, le violazioni dei diritti umani, comprese le torture e i decessi in detenzione, sono aumentate di numero nel corso del 2000. I minorenni non sono stati fatti oggetto di adeguata tutela nei casi in cui la violenza nei loro confronti era basata su motivazioni religiose. La violenza contro donne e bambini è proseguita a un livello elevato. In marzo le attività politiche sono state ridotte da un bando riguardante tali attività. Gli attivisti che non si sono adeguati al bando sono stati arrestati e alcuni anche accusati di sedizione. Diverse persone detenute dal momento in cui si è verificato il colpo di stato, sono ancora in carcere in attesa di giudizio. La pena di morte è stata comminata in diversi casi, ma è stata abolita per i minorenni.”
“A seguito della messa al bando delle attività politiche in pubblico, a marzo decine di attivisti politici sono stati arrestati per aver violato tale divieto. La maggior parte è stata rilasciata dopo un breve periodo, ma diversi membri della Lega musulmana del Pakistan sono stati imputati di sedizione per aver pronunciato discorsi pubblici in cui veniva criticato il governo militare.”
“Rehmat Shah Afridi, direttore capo del "Frontier Post", arrestato nell'aprile 1999, continua a esser detenuto per possesso di droghe, sebbene l'accusa non sia riuscita a produrre alcuna prova contro di lui. Prima dell'arresto, il suo giornale aveva denunciato la corruzione all'interno degli organi governativi ufficiali. Sembra essere un prigioniero di coscienza. Decine di attivisti e altre persone risultano detenuti senza processo, molti dei quali sono spesso trattenuti in carcere per estorcergli denaro; molti di loro sono stati sottoposti a torture.”

* "Il 6 ottobre due ragazzi, uno di 12 e l'altro di 14 anni, Madad e Sanjar, sono stati scoperti da un giudice dell'Alta Corte di giustizia presso una stazione di polizia di Hyderabad. I due fratelli hanno firmato una dichiarazione in cui affermavano di essere trattenuti presso tale stazione di polizia fin dal 14 settembre e che la polizia aveva cercato di estorcere loro denaro per poterli rilasciare. Altre 40 persone trattenute senza formali accuse sono state trovate all'interno di tale stazione di polizia. Non si sa se siano state intreprese azioni giudiziarie nei confronti degli agenti della stazione.”

“La tortura da parte della polizia e nel corso delle custodie cautelari, spesso contro persone detenute ingiustamente, continua a essere un fenomeno diffuso e ha provocato la morte in carcere di almeno 25 persone. *Mushtaque Masseeh è stato arrestato il 31 luglio dalla polizia di Hyderabad, a causa di un contenzioso riguardante una proprietà. é stato selvaggiamente picchiato e ha accusato una frattura al cranio. Visto che le sue condizioni cliniche cominciavano a peggiorare, è stato rilasciato il primo agosto. I medici del vicino ospedale civico hanno constatato lesioni per percosse sul cranio, sul collo e sul petto. é deceduto l'8 agosto dopo un intervento chirurgico. Un'inchiesta giudiziaria ha in seguito identificato l'agente responsabile della sua morte e ne ha ordinato l'immediato arresto con l'accusa di omicidio, ma alla fine del 2000 non risulta che si sia proceduto a tale arresto.”

“Continuano a esser riferiti abusi su bambini in custodia di polizia. Alcuni membri dell'Associazione avvocati dell'Alta Corte di Lahore, che hanno visitato il campo di detenzione di Lahore, hanno riferito di casi di abusi sessuali sui minori detenuti da parte di membri dello staff e di altri compagni di detenzione. Nella prigione centrale di Hyderabad, a settembre, sono stati scoperti dalla nuova amministrazione penitenziaria circa 50 minorenni che erano stati regolarmente oggetto di abusi sessuali da parte di detenuti adulti. Questi minorenni sono stati trasferiti in appositi istituti di pena per minori e un'azione giudiziaria è stata annunciata contro il personale della prigione.”

“Almeno 60 persone sono state condannate per reati religiosi e circa la metà di essi sono prigionieri di coscienza.
*Ad agosto Yousuf Ali è stato condannato a morte per blasfemia, al termine di un processo evidentemente iniquo nell'ambito di una campagna stampa contro di lui. Egli ha negato di essersi proclamato un profeta dell'Islam, come era stato affermato. Diversi testimoni dell'accusa hanno ammesso di non aver pienamente inteso ciò che il pensiero mistico Sufi insegna. Il processo d'appello era in corso alla fine dell'anno.
*Almeno una dozzina di membri della comunità Ahmadiyya sono stati assassinati da persone che si opponevano al loro credo religioso. A novembre cinque Ahmadi, tra cui due bambini, sono stati linciati dalla folla nel distretto di Sargodhia e i loro corpi sono stati fatti a pezzi con asce. Nessuno è stato arrestato. Nonostante le richieste di protezione che le erano state rivolte mentre la tensione aumentava, la polizia non ha preso alcun provvedimento né preventivo né repressivo. é stata aperta un'inchiesta giudiziaria.”

“Nel mese di agosto per proteggere i diritti delle donne è stata istituita una Commissione nazionale sulla condizione femminile, ma essa non ha alcun potere politico, a differenza delle prime iniziative governative. La sua presidente ha annunciato l'istituzione di un Difensore civico per le questioni riguardanti i diritti delle donne e ha inoltre dichiarato che la legislazione che discrimina le donne verrà presto abrogata.
In ottobre il ministro degli Interni ha dichiarato che "Ogni legge discriminatoria riguardante le donne dovrebbe essere abrogata o corretta in modo da rimuovere ogni discriminazione contro le donne". Le attiviste dei diritti delle donne e uno studio richiesto dal Senato nel 1997 hanno identificato le ordinanze di Zina come discriminanti nei confronti delle donne, ma nessun provvedimento nel corso dell'anno 2000 è stato preso per abrogare tali leggi.”

“I bambini, al pari delle donne, sono stati fatti oggetto di abusi, sia durante la detenzione, sia nella comunità in cui vivono, per esempio è il caso dei bambini lavoratori o dei bambini costretti al lavoro forzato per pagare i debiti dei genitori o degli avi. Sono assai diffuse le violenze domestiche contro i bambini, compresi gli abusi sessuali. Lo stato non ha in sostanza fatto alcuno sforzo per prevenire questo genere d'abusi o per assicurare alla giustizia i responsabili.
L'Ordinanza sul sistema di giustizia minorile del 2000, promulgata in luglio, ha istituito un tribunale dei minori per trattare le questioni riguardanti la criminalità minorile. Ha bandito la pena di morte per tutti coloro che hanno meno di 18 anni e allo stesso tempo ha diminuito i casi in cui sono previste le pene corporali e l'uso dei ceppi. Tuttavia l'Ordinanza non si è pronunciata sulla sorte degli oltre 50 minorenni in attesa di esecuzione. *Mohammad Saleem, che aveva circa 14 anni all'epoca del suo coinvolgimento in un caso d'omicidio nel giugno 1998, è stato condannato a morte da un tribunale militare nel dicembre 1998. La sua domanda d'appello è stata accolta nel gennaio 1999, processato una seconda volta e condannato di nuovo a morte nel giugno 1999, nonostante il divieto di una doppia condanna a morte. Egli si trova ancora nel braccio della morte con altri condannati adulti e la sua domanda d'appello non è ancora stata vagliata.”

Dal Rapporto Annuale 2002

“Continua a essere imposta la proibizione di manifestazioni politiche pubbliche. Centinaia di attivisti politici sono stati arrestati per non aver rispettato il divieto; la maggior parte è stata rilasciata nel giro di ore o giorni. Alcuni leader islamici sono stati sottoposti a detenzione preventiva secondo l’ordinanza per il mantenimento dell’ordine pubblico (Mop), che consente fino a un massimo di tre mesi di detenzione senza processo.
* Ad aprile diverse centinaia di persone, fra cui donne e bambini, sono stati detenuti arbitrariamente per brevi periodi, per aver dimostrato in modo pacifico contro la scarsità d’acqua a Lahore e Karachi.”

“Diversi giornalisti sono stati incarcerati unicamente per aver svolto la loro professione.
*A giugno quattro giornalisti del quotidiano «Mohasib» di Abbotabad nella provincia del Punjab sono stati arrestati con l’accusa di blasfemia. L’accusa faceva riferimento alla pubblicazione di un articolo, in cui si discuteva se i musulmani osservanti dovessero portare la barba. A metà luglio sono stati rilasciati su cauzione.”

“Ad aprile agenti di polizia hanno ammesso che la tortura continua a essere praticata, specialmente nei confronti di appartenenti a gruppi svantaggiati. A maggio la ministra della Giustizia Shahida Jamil ha criticato il precedente governo per non aver investito nella formazione delle forze di polizia, sostenendo che esse non conoscevano altre tecniche di indagine che non fossero l’uso della forza per ottenere le confessioni. Si è tentato più volte di mettere la tortura fuori legge. A ottobre l’ispettore generale di polizia del Sindh ha emesso ordini tassativi di non utilizzare la tortura e ha affermato che avrebbe ritenuto penalmente responsabili gli agenti di polizia per i casi di tortura e di morte durante l’arresto di persone sotto la loro giurisdizione.
La reclusione prolungata in isolamento è stata adoperata, talvolta in modo illegale, per punire i detenuti o per estorcere del denaro. Alcuni detenuti nella prigione centrale di Faisalabad sarebbero stati tenuti in isolamento per diversi mesi oltre il periodo massimo di tre mesi permesso dalla legge pakistana; uno sarebbe stato tenuto in isolamento per tre anni.”

“Nei primi tre mesi dell’anno, sono morti nove detenuti nella prigione centrale di Faisalabad dopo che erano state loro negate le cure nonostante le istruzioni del medico del carcere.
Nel 2001, almeno 40 persone sono morte in seguito a torture mentre si trovavano in stato di fermo di polizia o in carcere. Soltanto a Lahore, nei primi nove mesi dell’anno si sono avuti 12 casi di morte durante l’arresto. Secondo le dichiarazioni degli agenti di polizia, circa una decina di agenti sono stati sospesi e accusati di reati penali in relazione a questi decessi. Alla fine dell’anno, non erano disponibili notizie sulle accuse o gli arresti.
*In ottobre Mian Arshad, un imprenditore fermato all’inizio del mese, è morto nell’Ufficio nazionale per la determinazione delle responsabilità di Lahore mentre era in stato d’arresto. Era stato interrogato con l’accusa di corruzione di un leader del Partito del popolo pakistano. I funzionari dell’Ufficio hanno affermato che Mian Arshad era morto per un attacco di cuore. L’autopsia ha comunque rilevato quattro ferite sul suo corpo, oltre a contusioni e tumefazioni. La polizia è stata lenta nel registrare la denuncia presentata dai parenti. È stata ordinata un’indagine, ma i risultati non erano noti alla fine dell’anno.”

“Sono stati riferiti diversi casi di accusa di blasfemia, sia contro persone appartenenti alle minoranze religiose sia di musulmani.
* Ad aprile è stato accusato di blasfemia un insegnante cristiano, Pervez Masih. Egli ha dichiarato che agenti di polizia lo hanno percosso con il calcio del fucile e preso a calci sino a perdere quasi i sensi. Il processo a suo carico è iniziato a maggio.
* Ad agosto Yunus Sheikh, dottore e conferenziere, è stato riconosciuto colpevole di blasfemia e condannato a morte a Rawalpindi. L’appello era in attesa di giudizio per la fine dell’anno.
Il governo non ha fornito alle minoranze religiose protezione adeguata dagli attacchi dei gruppi islamici. In particolare, a Karachi, coloro che professano la fede sciita sono stati apertamente presi di mira dai militanti sunniti, con impunità. Pochi fra i colpevoli degli omicidi motivati da settarismo sono stati perseguiti, in quanto i testimoni e le famiglie delle vittime temevano attacchi di ritorsione e i giudici avevano timore di pronunciare condanne.
* In ottobre, in seguito all’uccisione di 17 cristiani a Bahawalpur da parte di islamici non identificati, il governo ha disposto un’inchiesta giudiziaria e il pagamento di indennizzi.”

“Lo stato non ha adottato misure adeguate per proteggere le donne dalla violenza. Diverse centinaia di donne e ragazze sono state uccise perché accusate di aver provocato vergogna alle loro famiglie.
Questo presunto comportamento immorale includeva l’aver sposato uomini per propria scelta e aver chiesto il divorzio.
La Commissione per i diritti umani del Pakistan, organizzazione non governativa, ha riferito che nel primo trimestre del 2001, 62 donne sono state uccise per questi ‘delitti d’onore’ nella sola provincia del Sindh. Per quanto denunciati, gli abusi sono stati di norma ignorati dallo stato.
* Ad aprile il viso della ventunenne Fakhra Younus è stato deturpato con dell’acido dal marito, un noto ex parlamentare. Il viso, le spalle e il petto hanno subìto estese ustioni, le labbra si sono saldate fra di loro ed è stato danneggiato un occhio. Anche se la famiglia di lei è riuscita a presentare denuncia, il marito non è stato arrestato. Le autorità avrebbero rifiutato di rilasciare alla donna i documenti di viaggio, quando ha tentato di andare all’estero per un intervento di chirurgia ricostruttiva. Fakhra Younus ha potuto lasciare il paese a luglio.
Le autorità hanno anche continuato a ignorare pratiche che assomigliano alla schiavitù.
* A giugno una jirga (consiglio tribale) nel distretto di Thatta, provincia del Sindh, ha consegnato due ragazze per «risolvere» una faida tribale seguita a un omicidio. La figlia undicenne dell’accusato è stata costretta a sposare il padre quarantaseienne della vittima assassinata, e la figlia di sei anni dell’altro accusato è stata costretta a sposare il fratello della vittima, di otto anni. Anche se l’accordo è stato riportato dai mezzi d’informazione locali, le autorità non sono intervenute a salvaguardia dei bambini.”

“A maggio le autorità hanno chiuso ai rifugiati il confine con l’Afghanistan. Gli afghani in cerca d’asilo che sono riusciti a entrare in Pakistan sono stati respinti alla frontiera, sottoposti ad arresti arbitrari, intimidazioni e deportazioni, soprattutto nella Provincia del nord-ovest. *A giugno un rifugiato afghano, Sallahuddin Samadi, è stato fermato dalla polizia a Islamabad. Quando la polizia ha scoperto che né lui né i suoi parenti erano in grado di pagare la somma pretesa per il rilascio, Sallahuddin Samadi è stato scaraventato da una macchina in corsa. È morto per le ferite riportate dodici giorni dopo. Due agenti di polizia sarebbero stati arrestati e accusati del reato e sono state annunciate indagini sull’episodio. Alla fine dell’anno non era ancora noto se qualcuno fosse stato rinviato a giudizio.
Alla fine dell’anno, il confine rimaneva chiuso a chiunque non avesse un visto valido. Di conseguenza, migliaia di afghani che cercavano rifugio dagli attacchi condotti dagli Stati Uniti in Afghanistan e che hanno avuto inizio in ottobre, sono stati costretti a entrare in Pakistan da punti isolati nella frontiera, non ben sorvegliata. Durante un incontro a dicembre con la Segretaria generale di AI, a Islamabad, il generale Musharraf ha dato assicurazioni secondo le quali nessun rifugiato afghano sarebbe stato rimpatriato con la forza in Afghanistan.”

Questo è quanto riportato dai rapporti di Amnesty International a proposito del rispetto dei diritti umani e civili nel Pakistan di Musharraf.
Non solo la nota associazione si è occupata del Pakistan in questo senso, ma anche altri organi di informazione hanno riportato casi eclatanti di violazioni dei diritti soprattutto di Donne e Bambini.

Approfondimenti:

Deportazione dei Rifugiati Afghani(maggio 2001)

“La Repubblica islamica conosce una categoria specifica di violenza criminale inflitta alle donne: il «delitto d'onore»”

Pakistan, ragazza stuprata per "legge"
Di questo articolo riporto uno stralcio, in quanto il fatto è avvenuto nel giugno 2002, ovvero molto dopo l’ingresso trionfale di Pervez Musharraf nella lista dei “Dittatori non Bombardabili” perchè facenti parte della “Grande Alleanza Democratica” della lotta al terrorismo.

(...) Nel villaggio chiamato Meerwala, il dodicenne Shakoor viene sorpreso da alcuni notabili in flagrante delitto di “frequentazione abusiva”: ha osato intrattenersi con una ragazza di casta superiore. Nell’area tribale di cui abbiamo detto, vige la gerarchia delle caste, di matrice indù, ma viene, in genere, praticato l’islam dal quale deriva la famosa sharia che sarebbe, poi, il corpus legislativo costruito nei secoli dai vari califfi per rafforzare il proprio potere. In teoria la sharia deriva dalla Sunna e dagli hadith cioè la tradizione coranica e quel che ha detto e fatto il Profeta Maometto. In teoria, poiché spesso, per non dir sempre, si assiste al trionfo della manipolazione.
Breve: il ragazzino viene fermato dai notabili, affidato agli anziani del villaggio che stabiliscono che egli venga punito: con la sodomizzazione. Tanta orribile punizione non basta a sanare il resto sicché gli anziani del panchayat (il tribunale), sei giudici, decidono che tocca altresì a Mukhtiar riparare.
Mukhtiar ha diciotto anni, è una brava ragazza timorata di Dio, ottima insegnante coranica ma ha il torto di essere la sorella dello “sfacciato Shakoor”. La trascinano in piazza, le strappano la veste, la stuprano coram populo: quattro energumeni designati alla bisogna dal tribunale tribale. Lacerata e umiliata, Mukhtiar dovrà attraversare, nuda e sanguinante, tutto il villaggio prima di raggiungere la sua misera abitazione colma del pianto disperato della madre. (...)

Secondo gli ultimi dati della Commissione pakistana per la difesa dei diritti umani, in Pakistan ogni due ore viene violata una donna: nel Punjab la media sarebbe di quattro stupri ogni 24 ore mentre ogni quattro giorni si avrebbe una violenza di gruppo. Paradossalmente, nel 2001 la polizia ha ricevuto appena 320 denunce di altrettanti “reati sessuali”.

Non ricordo di aver sentito i direttori dei nostri giornali bellicisti, nè i nostri politici che hanno tanto a cuore libertà, diritti e democrazia, dopo l’adesione del Pakistan alla coalizione che ha attaccato l’Afghanistan, parlare di tutto ciò. Evidentemente gli oppositori politici Pakistani trovano celle più comode di quelle Irakene, oppure i Talebani avevano tecniche di stupro peggiori di quelle Pakistane.

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che dire
by antonio Tuesday, Jul. 15, 2003 at 5:08 PM mail:

che dire davanti a tutto questo orrore:
che Dio li fulmini! (se esiste! ma esiste?)

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