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la banalità di Mutti
by misteri d'Italia Tuesday, Jul. 29, 2003 at 9:55 AM mail:

tentativo di entrare nel vasto movimento noglobal da parte di una destra ultra reazionaria...

"...il professor Claudio Mutti (è) l’intellettuale di punta e il garante internazionale dello schieramento nazionalcomunista e della sua continuità politica ed ideale: tra una persecuzione giudiziaria e un'altra (tutte finite nel nulla) è infatti transitato per Giovane Europa, Lotta di Popolo per poi ripiegare in un'indefessa attività pubblicistica ed editoriale.
Convertito all’Islam, è l'animatore delle Edizioni all’Insegna del Veltro (80 volumi in catalogo, più altri 500 di case editrici minori in distribuzione). Specializzato in filologia ugro-finnica, Mutti si è visto stroncare una promettente carriera universitaria per le ripetute disavventure giudiziarie ed ora insegna latino e greco al liceo.
Profondo conoscitore del rumeno, dell’ungherese e dell’arabo, autore di decine di volumi, è il traduttore di Khomeini e di Gheddafi, ma anche il "responsabile" del boom politico ed editoriale di Codreanu e della Guardia di Ferro romena nell’Italia degli anni ‘70.
La persecuzione giudiziaria non ha piegato la sua determinazione.

Mutti continua a militare nei ranghi della area "rosso-bruna" che da trent’anni, sotto diverse formule e ipotesi organizzative, tenta la ricomposizione degli opposti estremismi in una nuova sintesi, "un polo analogo ... a quello che in Russia aggrega comunisti e nazionalisti contro il governo filoamericano. In Italia dovrebbe trattarsi di un polo antagonista a quell’ideologia liberaldemocratica e occidentalista che egemonizza sia la destra sia la sinistra".

Il suo contributo originale a Orion è l’affermazione della centralità della geopolitica: i frequenti viaggi all’estero sono funzionali alla "visione imperiale" ereditata da Thiriart.

L’obiettivo politico è sempre la liberazione dell’Europa.

Nella fitta trama di rapporti internazionali (i "partigiani europei" dell’area franco-belga, i nazionalisti celti dalla Scozia alla Galizia), Mutti - mettendo a frutto la conoscenza delle lingue – si riserva i contatti con l’ex impero sovietico e i paesi islamici: l’opposizione russa unita nel Fronte di Salvezza Nazionale; il Movimento della Romania, erede della Guardia di Ferro; gli ayatollah iraniani.

L'ultimo segmento di questo quadro della destra plurale arriva dall'Università d'Estate 2000, organizzata da Sinergie Europee, presso un agriturismo della provincia di Varese di proprietà di Rainaldo Graziani, il figlio di Clemente Graziani uno dei fondatori di Ordine Nuovo, che condivide con Murelli la passione per Junger.
Come ha spiegato uno degli organizzatori, Gabriele Adinolfi - tra i leader di Terza Posizione oltre venti anni fa - sulla rivista Orion: "Vi è stata una coesione immediata di gruppi eterogenei: una trentina di realtà provenienti da oltre quaranta città italiane; realtà autonome, realtà metapolitiche e realtà militanti tra le quali spiccavano quadri nazionali di Forza Nuova, quadri della Fiamma, assessori di An che non erano saltimbanchi del politichese ma espressioni di realtà militanti territorialmente radicate; il tutto condito dalla presenza leghista".

Gran parte degli interventi sono stati già raccolti in un volume intitolato

"Il pensiero armato. Idee-shock per una cultura dell'azione."

Tra questi spiccano l'editore dell'Uomo libero, Mario Consoli, (Il denaro, grimaldello del potere mondialista), il negazionista Jurgen Graf (Il revisionismo storico), il leader del Veneto fronte Skinhead, Piero Puschiavo, (Un senso di appartenenza. I valori della comunità skinhead).

Anche considerando la giovane età di molti dei partecipanti, "si sono gettate le basi per l'opportunità – scrive Maurizio Murelli su Orion – di creare una rete antagonista oltre i normali schemi organizzativi; sarà il futuro a dirci se sarà messa a frutto".

noglobal komejnisti, nazisti, comunisiti alla Zhirinovsky...

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deliri
by mazzetta Tuesday, Jul. 29, 2003 at 10:33 AM mail:

gente inquieta..........

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l'inter-nazionalismo dei nazi-bolscevichi
by a-cratico Tuesday, Jul. 29, 2003 at 10:35 AM mail:

Interventi del genere dovrebbero far riflettere: si tratta di tentativi di infiltrazione? O piuttosto certi discorsi
ambigui su liberazioni nazionali, patrie ecc. mostrano la corda e permettono mostruose connivenze?
Vi ricordate l'appoggio a Khomeini, prima della caduta dello Shah, dato da tanti "compagni" in omaggio alla classica tradizione terzinternazionalista?
Vi invito a rileggere il post da me spedito a Indymedia:

http://italy.indymedia.org/news/2003/07/340223.php

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va bene, ma...
by cernishevskij Tuesday, Jul. 29, 2003 at 11:11 AM mail:

E' giusto fare informazione su gente come Mutti; tuttavia non si dovrebbe presentare la cosa come particolarmente sconvolgente o inedita. Da sempre una parte dell'estrema destra è in rottura con gli schemi reazionario-conservatori e tenta di sfondare a sinistra. Tale schema era insito nel primo fascismo, nel neo-fascismo della RSI, e in vari gruppi e gruppazzi dal 1945 a oggi. Occorre discernere con cura, per evitare di accomunare a gente come Mutti anche compagni seriamente schierati con i movimenti di resistenza nei paesi arabi o sudamericani, movimenti di liberazione nazionale che proprio nulla hanno a che vedere con delirii nazional-europei e "imperiali". Da qui lo spunto per una considerazione di più ampio raggio.

Resto convinto che il pericolo peggiore per l'antimperialismo e per gli anticapitalisti seri e motivati sia il politicantismo proprio di certi ambienti di stampo "movimentista", pronti a tuffarsi in alleanze che attraverso Rifondazione giungano all'Ulivo, alle élite burocratico-europeiste di Prodi et similia. I compagni che accettano tali alleanze le "ricoprono" con la falsa coscienza di chi crede di poter agire dall'interno di tali schieramenti in senso antimperialista. Una speranza vana e infantile, che andrebbe scoraggiata con forza, perché se non ci si sveglia, se non si ha il coraggio di fare un percorso duro e coerente, passeranno altre tre generazioni prima di poter contare su un serio movimento politico contro l'autoritarismo capitalista e per un socialismo possibile.

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x cernishevskij
by a-cratico Tuesday, Jul. 29, 2003 at 12:20 PM mail:

E’ vero, cernishevskij, da quando sono nati fenomeni come il fascismo, il nazismo, il peronismo ecc. si sono sempre proclamati movimenti di rottura con gli schemi reazionario-conservatori.
Ma non è sufficiente, come tu fai, indicare nel politicantismo il pericolo peggiore.
Il pericolo peggiore, a mio modesto avviso, è la mancanza di chiarezza, l’elusione di una seria e accurata analisi della storia (anche recente). Questa confusione permette la sopravvivenza di cariatidi fasciste, nazionaliste, staliniste, fondamentaliste ecc., con le loro putrescenti ideologie.
Quando ci si schiera, come tu dici, con movimenti di resistenza nei paesi arabi o sudamericani, non ci si deve dimenticare “chi” si appoggia e “perché”.
Appoggiamo movimenti portatori di istanze libertarie o appoggiamo i futuri aguzzini (come è successo per Komeini)?
Se il capitalismo espansionista distrugge le culture nazionali, che dobbiamo fare? Appoggiare il McDonald-pensiero o difendere la presunta “purezza” delle etnie minacciate (come fossero dei panda)?
Come tanti compagni ritengo che il criterio basilare sia lo sviluppo dell’autonomia e dell’autodeterminazione; ma queste categorie non significano nulla di buono se non sono inserite in un contesto libertario, internazionalista e anti-statale.
Si è visto cosa hanno combinato certi macchiavellismi da strapazzo...L'illusione che il nemico del mio nemico possa essere un alleato, è una credenza dura a morire.

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x a-cratico
by cernishevskij Tuesday, Jul. 29, 2003 at 12:28 PM mail:

Caro a-cratico,

non credo che appoggiando le lotte dei movimenti di liberazione nazionale si dia appoggio a "etnie pure" (che non ci sono o che forse ci sono ma non ha alcuna importanza). Il discorso è di LIBERTA' POLITICA e non di etno-centrismo. Ogni popolo ha diritto di darsi la forma politica che decide. I movimenti di liberazione nazionale hanno sempre forti istanze di liberazione sociale, tratti comunistici e rivoluzionari al loro interno. Ciò non garantisce ovviamente che tali tratti prevalgano. E' ovvio che esiste il rischio che nazionalisti e borghesie capitalistiche si uniscano per dar vita a un nuovo ordine liberticida. In ogni caso, sta al popolo trovare i modi e le forme di resistere a tali deviazioni per instaurare una democrazia sociale nella propria terra liberata.

Ciao

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io
by Marivar Tuesday, Jul. 29, 2003 at 1:04 PM mail:

io sono per l'etno-nazionalismo.

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ma non mi dire
by jena Tuesday, Jul. 29, 2003 at 1:11 PM mail:

oooh grazie per l'informazione , stanotte dormirò tranquillo.

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nazione "anagrafica" e nazionalismo
by Fabio Mosca Wednesday, Jul. 30, 2003 at 8:25 AM mail:


Nazione: da "nascere". Luogo dove si è nati. Fatto "anagrafico" che comporta gran parte della propria personalità: la lingua materna ( che può essere minoritaria) è l'eredità maggiore della nazionalità.
La Hannah Arendt ha scritto un libretto sulla lingua materna, oltre al resto. La sua era il tedesco. Lei ha riflettuto tutta la sua vita su quante implicazioni comporta la lingua.

Ma dal riconoscimento dell'identità linguistica alla "Liberazione Nazionale" il passo non è obbligatorio.
C'è di mezzo il Romanticismo ed il Nazionalismo suo figlio.

Ideologia.

Quanto male abbia fatto questo "passo"a noi ed a tutta l'Europa dell'Ottocento e del Novecento (si pensi alla fine della federazione jugoslava), e quanto male sta facendo adesso nel resto del mondo è cronaca quotidiana.

Liberarsi dall'ideologia della "liberazione nazionale".

Come? Non è certo un problema nuovo.
Le strade sono due: LA BALCANICA O LA SVIZZERA, disse in una conferenza il prof. Papisca, parlando della crisi jugoslava.

Guardiamo alla Svizzera. Lì la "liberazione nazionale" è un concetto incomprensibile. Non si pone il problema perchè nessuna nazione (anagrafica) opprime l'altra. Li lo Stato e la Nazione sono rimaste entità distinte e separate.
E per loro fortuna, gran parte orografica, il problema non si pose nel passato.
Va doverosamente ricordato che l'origine della confederazione elvetica è nella vittoriosa rivoluzione del Trecento, che vide contadini e borghesi sconfiggere i nobili (a cominciare dagli Asburgo).
Quella svizzera fu l'unica rivoluzione vittoriosa del medioevo.
La Svizzera aboliva la Nobiltà nel mentre nel resto d'Europa succedeva il contrario: le jacqueries venivano ovunque schiacciate e le borghesie cittadine si integravano colla nobiltà...
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L'eguaglianza fra individui e nazioni anagrafiche è la soluzione svizzera, e lì l'"orgoglio nazionale" è senza riflessi nazionalistici, limitandosi alla lingua, alla cucina ecc..

Perchè non la si prende ad esempio?

La "liberazione nazionale" fu l'ideologia del romanticismo ottocentesco che portò alla creazione anche dell'Italia. L'Italia però non era una "nazione oppressa". Non esisteva!Ne l'Austria, ne prima la Francia e la Spagna avevano mai impedita la lingua e gli usi locali, cioè quella che chiamo "nazione anagrafica".
Il 1848, le rivoluzioni popolari in tutta Europa contro l'oppressione della Santa Alleanza, unendo popolo e borghesia, ha generato da un lato il Socialismo Internazionalista, e dall'altro il Liberalismo nazionalista.
le due ideologie contrapposte che hanno detrminato tutta la successiva storia.

La Liberazione nazionale del Liberalismo Nazionalista ha prevalso in Italia, anche perchè quell'oscuro regno dei Savoia, grazie al genio di cavour, ha saputo cavalcare bene quella rivoluzione.

Iniziava la rapida realizzazione dell'Italia sabauda.

Ebbene, è stato un passo avanti?

Rispetto all'Impero Asburgico il Lombardo Veneto e poi il granducato di Toscana arretrò. Cattaneo l'aveva previsto, ed era contrario a quell'Italia che si andava profilando.
C'è in proposito un opuscolo di Camillo Berneri che consiglio vivamente, "Cattaneo federalista". Ci rimise poi anche il Meridione, che coi Borboni cominciava a progredire almeno industrialmente...

Il modello svizzero del federalismo era indicato dal Cattaneo come mezzo per unificare l'Italia, l'Europa ed il mondo intero. Federalisti ci furono ovunque in Europa, e dappertutto vennero sconfitti dai nazionalisti.
Sulla base dell'eguaglianza e del cantonalismo, nel rispetto delle lingue materne e dei costumi locali.

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