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Milano: non basta abbattere, senza sicurezza si riformano i ghetti....
by dal corriere Tuesday, Sep. 02, 2003 at 11:33 AM mail:

Forza Italia prende le distanze dall’assessore Verga. E anche nell’Ulivo c’è chi non condivide la linea di Penati.




Abbattere oppure no. Radere al suolo per ricostruire o risanare integrando. Forza Italia prende le distanze dalla tesi dell’assessore Gianni Verga, convinto che «bisogna capire cosa c’è da conservare e cosa invece conviene abbattere» e il centrosinistra si divide sulla convinzione del segretario dei Ds, Filippo Penati: «In certi casi, abbattere potrebbe essere anche più conveniente». «Troppo facile - commenta Guido Manca, assessore alle Periferie - sostenere queste tesi. La realtà è quella di Ponte Lambro, dove da mesi stiamo combattendo per riuscire a spostare 44 famiglie da appartamenti che verranno ristrutturati per la prima parte del laboratorio di Renzo Piano. E siamo arrivati a fatica a metà lavoro: pensare di abbattere un intero quartiere significherebbe dover trovare una sistemazione a centinaia di persone. Vorrei proprio vedere...». Per Manca la questione di fondo è un’altra: «Una riqualificazione avviene soltanto se garantisci un ambiente sicuro. Altrimenti, abbatti, ricostruisci e poi, senza sicurezza, ti ritrovi il degrado». «Proprio il caso di Ponte Lambro -concorda l’assessore al Decentramento Giulio Gallera - ci ha insegnato che i progetti belli e ambiziosi ma troppo invasivi sono difficili da realizzare. Io sono per la logica omeopatica: riconquistiamo il territorio sistemando le case, riempiendo gli alloggi sfitti con soggetti normali, garantendo servizi». Anche Tiziana Maiolo, assessore alle Politiche sociali, è perplessa di fronte alle difficoltà di eventuali abbattimenti: «Buttare giù tutto sarebbe ottimo, ma dove potremmo mettere la gente? Bisogna coinvolgere le persone in queste cose, ma per farlo ci vogliono alloggi migliori: è un cane che si morde la coda».
A sinistra c’è molto imbarazzo. Il capogruppo ds Emanuele Fiano dice sì a soluzioni radicali «perché alcuni quartieri sono brutti da vedere e da vivere. Ma non ci sono le condizioni urbanistiche ed economiche - ammette - per attuare questa strategia». «Il patrimonio -incalza Gianni Occhi, capogruppo di Rifondazione - è degradato per mancanza di manutenzione, ma soprattutto per mancanza di progetti di socializzazione e di soldi da spendere. Se abbatti e ricostruisci, ma poi mandi nello stesso palazzo anziani poverissimi, tossici e malati mentali, hai ricreato il ghetti. Più elegante, ma resta un ghetto».
Infine, Alberto Mattioli della Margherita attacca la giunta: «In alcuni casi, potrebbe essere utile abbattere, ma non mi affiderei a un’amministrazione inconcludente, che per anni ci ha annunciato un progetto sulle periferie di cui ancora non si vede traccia...».


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Oggi vertice in Prefettura
by dal corriere Tuesday, Sep. 02, 2003 at 11:35 AM mail:

Servono fondi e agenti Rozzano vuole ripartire. Il sindaco Malinverno: "Non siamo un paradiso ma nemmeno il Bronx". Oggi vertice in Prefettura. Venerdì un corteo per dire no alla violenza.


«Adesso basta, non dico che qui a Rozzano i problemi non esistano. Ci mancherebbe. Ma Rozzano nel suo insieme non è il Bronx. Questo proprio non esiste». Il sindaco Maria Rosa Malinverno ha fatto passare qualche giorno, ha aspettato che il clamore suscitato dalla «strage del muretto» si raffreddasse almeno un po’, ma adesso vuole mettere una volta per tutte i puntini sulle "i": «Anche perché - sottolinea - per migliorare Rozzano abbiamo investito e investiamo da anni un sacco di soldi. Ripeto, nessuno vuole minimizzare il dramma che è accaduto. Ma la realtà non è soltanto questa». Rozzano, dieci giorni dopo. La gente dentro i bar, nei crocchi lungo i marciapiedi, pian piano ricomincia a parlar d’altro: il campionato, il traffico, i pendolari che vorrebbero più mezzi per Milano e il resto dell’hinterland, le scuole che stanno per riprendere... Anche se i quattro morti di via Garofani - i due ragazzi, l'anziano e la bambina uccisi dall’arrestato Vito Cosco in mezzo ai palazzoni Aler del paese - sono certamente un fardello pesante da lasciarsi dietro: «Nessuno lo nega e nessuno vuole rimuovere niente. Anzi - continua il sindaco - è proprio per questo, per dar modo all’intera cittadinanza di ribadire il no più fermo a ogni forma di violenza, che venerdì sera faremo la grande manifestazione destinata ad attraversare tutto il paese, compresa la strada in cui la strage ha avuto luogo. E vedrete quanta gente ci sarà».
Detto questo, il sindaco Malinverno mette mano ai suoi dati e prende a elencare: «La lotta al degrado dei quartieri popolari non è una cosa che comincia oggi. Negli ultimi quattro anni abbiamo speso cento miliardi di lire per dare il via alle ristrutturazioni di quegli edifici: facciate, impianti elettrici, riscaldamento. E altri 12 miliardi stanno per essere investiti in ulteriori interventi che interesseranno proprio via Garofani e le vie limitrofe. Di più: la giunta comunale e l’Aler hanno appena deliberato il prossimo rifacimento completo del centro cittadino, che coincide appunto con il cuore del quartiere popolare...».
Questo per l’urbanistica. Ma è sufficiente per spiegare il disagio di quanti, soprattutto in certe strade di quel quartiere e soprattutto tra gli anziani, insistono comunque a lamentarsi di una vivibilità difficile? «È chiaro che 14 carabinieri sono pochi ed è già stato detto. Al comitato per l’ordine e la sicurezza che si riunirà domani (oggi, ndr ) in Prefettura ci sarò anche io a ripeterlo. Ma ci sono anche altri dati che bisogna ricordare. I furti denunciati, a Rozzano, sono passati dai 2155 del ’98 ai 1539 del 2002. Le rapine, da 55 a 29». È anche vero che i semplici «danneggiamenti», per altri versi, sono passati invece da 59 a 356: ora sembrano di nuovo in calo.
«L’ho detto, i problemi esistenti non si risolvono in due giorni. Ma esistono realtà oggettive che vanno ricordate. Nel ’98 abbiamo inaugurato mille appartamenti nuovi e la maggior parte delle famiglie che ci vivono vengono proprio da Milano. Persone che hanno scelto di lasciare il capoluogo per trasferirsi qui: perché mai, se Rozzano non offrisse qualcosa di buono?». E ancora: «È già iniziata la costruzione di altri 800 alloggi, giusto tra l’attuale zona Aler e il parco adiacente. Una parte verrà assegnata a famiglie in difficoltà, il resto sarà messo sul mercato e su questo abbiamo già un 35% di prenotazioni: ciò appunto per favorire l’integrazione e non ripetere il vecchio errore, comune a tutti gli insediamenti popolari di un tempo, di concentrare tutto il disagio in una stessa zona».
Il vero problema, in prospettiva, sono i soldi. Soprattutto i tagli progressivi alla spesa sociale - insiste il sindaco - decisi dal governo: «Perché noi qui a Rozzano di servizi ne forniamo tanti. I nostri asili nido sono aperti fino alle 19. Abbiamo una biblioteca che serve anche la periferia sud di Milano. A novembre inaugureremo il nuovo pronto soccorso con 185 posti letto. Paghiamo il prezzo dell’inquinamento milanese, perché i blocchi del traffico toccano anche noi, malgrado il nostro Pm10 sia sempre entro la soglia consentita. Di fatto, in conclusione, per promuovere il progetto di "Rozzano città" noi spenderemo anche nel 2003 in servizi al cittadino 650 euro pro capite: ricevendone dallo Stato soltanto 64. Come contributo è un po’ scarso, per chi sta affrontando uno sforzo come il nostro. Ma noi siamo convinti delle nostre scelte. E non ci lasceremo scoraggiare».

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Occupano una casa ma scatta lo sgombero
by dal corriere Tuesday, Sep. 02, 2003 at 11:37 AM mail:

GRATOSOGLIO

«Dovete lasciare l’appartamento, è inagibile. Altrimenti il vostro caso arriverà al Tribunale dei minorenni». L’ispettore dell’Aler, accompagnato da due carabinieri, si è presentato ieri mattina in un palazzo di via Costantino Baroni, al Gratosoglio. E ha sgomberato l’appartamento che una famiglia aveva occupato abusivamente la sera prima, sfondando una porta blindata. La casa era libera
da maggio, mese in cui è morta la precedente inquilina. A luglio la prima occupazione, da parte di una donna che ha lasciato la casa dopo un mese. A quel punto l’Aler ha svuotato l’alloggio e montato una porta blindata, in attesa della ristrutturazione.
A buttar giù quella porta, avevano già provato in due. Domenica notte, il colpo definitivo con un piede di porco. Il trambusto e le forze dell’ordine che non arrivano. Se non al mattino. Per scortare il fabbro che alla fine ha «lastrato» l’appartamento.

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preparate l olio
by uno Tuesday, Sep. 02, 2003 at 8:24 PM mail:

bollente .. che i signorini in comune vogliono giocare alla guerra al primo sgombero olio bollente dai balconi e bombole del gas

qualcuno si era illuso anche solo per un secondo che diertro la rinnovata attenzione nei confronti delle periferie ci fosse qualcos altro che non fosse lo sgombero forzato ..

fanculo loro e renzo piano

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A Milano
by non ce la fanno più.... Wednesday, Sep. 03, 2003 at 12:12 AM mail:


Stai tranquillo che in certi quartieri non osano neppure sgomberare perchè gli sparerebebro addosso.
Basta vedere cosa è successo in Stadera l'anno scorso!

Ormai a Milano non ce la fanno più a star dietro al ritmo delle occupazioni.
C'è uno sgombero al giorno (che costa parecchio), ma le occupazioni sono tra le sei e le otto.

Ormai hanno una nuova strategia: negano i contratti di acqua, luce e gas per gli abusivi.
In tal modo si è accusati di furto di acqua, elettricità e gas e si rischia penalmente.

Del resto la politica della casa a Milano fa letteralmente schifo. E quando si parla del problema casa si cita sempre e solo l'ordine pubblico....

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