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Comunicato Solidari@s con Itoiz
by (....) Tuesday, Sep. 16, 2003 at 9:42 PM mail:

comunicato solidari@s con Itoiz tradotto da: euskalherria.indymedia.org

VOGLIAMO VILLAGGI VIVI NON MUSEI ETNOLOGICI

Il 15 settembre inizia la seconda fase di sgomberi e demolizione dei villaggi che sono nell'area della
diga di Iotiz. Questa volta i condannati a morte saranno Artozki e Muniain.
Due villaggi che, come quelli distrutti precedentemente, sono il riflesso di forme di vita ancestrali basate sul rispetto della natura, unica ragione della loro esistenza.
La distruzione di questi villaggi e l'alternativa che il potere progetta rappresentano molto bene il modello di sviluppo che ci vogliono imporre.

Le bellissime case costruite pietra su pietra che si sono mantenute in piedi per cento anni, saranno sostituite dai bungalows di cemento che daranno vita ad un turismo urbano che calmerà i suoi stress giocando a golf nei campi irrigati dall'acqua della diga e costruiti sopra i rifiuti fantasmagorici di quello che un tempo era un posto pieno di vita. I frutteti coltivati da generazioni e generazioni saranno sostituiti nella riviera e nel litorale mediterraneo, da estensioni di monoculture chimiche predatrici di terra e acqua, privatizzate dalle multinazionali dell' 'agro-business'.

La tranquillità che si respira in questi villaggi sarà trasformata in stress, consumo compulsivo e individualismo. L'autosufficienza delle comunità basate sul rispetto delle persone e di quello che c'è intorno, verrà sostituita da uno stile di vita violento e aggressivo che sfrutta le popolazioni e alimenta le ingiustizie e le disuguaglianze.
Di tutto quello che fu un tempo, si salveranno solo le vestigia che si mostreranno ai turisti nei musei etnologici, uniche testimonianze rinsecchite di quello stile di vita.

A Cancun, le multinazionali e i governi potenti cospirano per togliersi di mezzo milioni di piccol* agricoltur* e indigen*. Quest* campesinos garanti
della sovranità alimentare sono un'autentica minaccia per il commercio mondiale, che si preoccupa solamente di aumentare i benefici di una minoranza, condannando
alla fame milioni di persone. Così in Navarra, gli interessi di un governo autotitario e neofeudale distruggono villaggi che sono la garanzia del diritto che ha ogni paese di produrre i suoi alimenti e di vivere in armonia con la natura senza sfruttare altre popolazioni.

Il Piano Idrologico Nazionale, da cui prende il via la diga di Itoiz, presuppone il maggior disastro ecologico, economico e sociale di tutta la storia dello stato spagnolo.
Aumenterà il disequilibrio territoriale poichè le zone interne verranno abbandonate e le coste perderanno ciò che resta del loro stile di vita per prostituirsi al turismo,
questa è una peste urbanistico-speculativa che va a poco a poco annullando l'essenza dei luoghi e delle persone.

Per questo lottiamo contro la diga di itoiz, perchè è una minaccia di morte per le popolazioni che vivono nella parte bassa della regione. Secondo un documento interno della Confederazione Idrografica di Ebro, i movimenti della costruzione e le recenti infiltrazioni stanno aumentando il pericolo.

Esigiamo una valle di Irati viva, con uno sviluppo equilibrato con la natura e con la sua forma caratteristica e millenaria che le donne, gli uomini e il fiume hanno saputo forgiare tra i monti. Stiamo chiedendon un futuro tra queste valli, senza intromissioni nè imposizioni, senza sentenze di morte, che è l'unica cosa che abbiamo
ricevuto dalle ordinanze di Urralburus, Aragona (ladri conosciuti), da quelli di Burgo (altri ladri che hanno chiari interessi con gli idroelettrici derivati da Itoiz)e da quelli di Sanz, oltre a ciò che sappiamo degli interessi privati sulla costruzione del canale.

Questa opera non giustifica la distruzione di Itoiz, al contrario significherà la distruzione della Navarra per anni.

Questi interessi privati hanno distrutto tutto, violando le speranze di Irati di avere un futuro libero e degno insieme a Nafarroa.
Non ce la devono strappare, appartiene a noi e per questo ci mobilitiamo e continueremo fino a che la saggezza non vinca sulle loro barbarie di cemento e sulle loro tasche smisurate.
Vogliamo salvare il fiume di Irati perchè nulla è tranquillo. Vogliamo villaggi e fiumi vivi e non mummie e scheletri.

NO ALLA DISTRUZIONE DI PIU' VILLAGGI
NO ALL'INVASO DELLA DIGA DI ITOIZ

Solidari@s con Itoiz

http://euskalherria.indymedia.org/es/2003/09/9329.shtml

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