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Lunardi, come da copione: «Torniamo al nucleare»
by Unità Monday, Sep. 29, 2003 at 7:21 PM mail:

Qualcuno ci aveva rimesso l'orologio e infatti, puntuale, il giorno del black out totale e della polemica sulla costruzione di nuove centrali, si riaffaccia l'idea del nucleare.

Arriva alle otto della sera con le dichiarazioni del ministro Pietro Lunardi, quello che si dà gli appalti da solo e che, accettando di convivere con la mafia, non trova nessun disturbo neppure impiantare centrali atomiche in una penisola ad alto rischio sismico come l'Italia. «Dobbiamo ripensare a quanto è
stato deciso anni fa sul nucleare». Lo dice dal palco della festa azzurra in corso a Milano, il ministro delle infrastrutture e
trasporti che fino a quel momento ha lasciato i riflettori della politica al collega Marzano.

Il black out di sabato notte porta, dice il ministro Lunardi «a fare un esame di coscienza e a capire che non
dobbiamo dipendere dagli altri. Già dieci anni fa -aggiunge intendendo il referendum che ha seppellito con una valanga di voti l'ipotesi nucleare dal futuro delle prossime generazioni - avremmo dovuto fare una politica più incisiva, costruire centrali
nuove, valutare forme alternative e ripensare alle decisioni prese sul nucleare».

Se l'aspettavano le associazioni ambientaliste che fin dal mattino avevano messo le mani avanti. A coprire il vuoto di una politica energetica che spreca il 40 per cento di fabbisogno copribile con risparmi e energie pulite - faceva notare il Wwf - non vorremmo adesso che con l'emergenza e le centrali, tornasse in ballo l'ipotesi atomica. E infatti.

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