il testo che e' stato preparato in vista dell'intervento di reload all'ass. metropolitana.
Analisi ------------- Il nostro scenario prende spunto da un'analisi sull'ambiente metropolitano, inteso come spazio di produzione culturale ed economico. A milano noi operiamo il nostro agire politico. Qui e non altrove e' identificabile un orizzonte politico che poggia sul concetto di "societa' informazionale"[*]. Infatti siamo calati in un contesto in cui l'informazione e' un mezzo di produzione, una metodologia di guadagno, un valore di per se stesso. L'affrontare il livello di rivendicazione legato alla gestione delle informazioni significa considerare le informazioni stesse, la loro diffusione e la loro gestione come le colonne su cui oggi la vita della metropoli si poggia. Vi si poggia perche' il denaro e' informazione, perche' l'informazione genera denaro, perche' la produzione e' oramai prevalentemente immateriale e si basa sul terziario avanzato e quindi sui concetti di "formazione", "programmazione", "controllo dei dati" che generano rapidamente nuove tipologie di posti di lavoro e quindi impattano duramente il tessuto sociale. Infatti la flessibilita' e l'indeterminazione dei nuovi lavoratori sono legate alla velocita' di adattamento che una ditta oggi deve sostenere a causa delle modifiche al ciclo produttivo. Se su questo si e' daccordo, allora anche alcuni passaggi che seguono possono essere accettati. Innanzitutto si pone il problema della gestione dei dati personali/digitali: ad esempio le problematiche sul diritto alla privacy sono all'ordine del giorno. Le informazioni che rilasciamo in rete sono preda ambita. Esse ci descrivono oltre le nostre consapevolezze e diventano aggettivi per occhi che scrutano indirettamente nelle nostre vite. Per scopi commerciali, nel caso vadano in pasto a grandi aziende. Per il controllo sociale, quando vengono analizzate dalla polizia. Sono persino fonte di valutazione sul posto di lavoro. Nuovi e potenti servizi di comunicazione hanno preso piede e stanno condizionando chi la metropoli la vive. La possibilita' di veicolare informazioni verso i propri cari annullando la distanza fisica, l'ampio spettro di informazioni trasmissibili (oramai la multimedialita' e' il meno), hanno il loro peso in un ambiente che e' un vissuto compartecipato di esperienze e di culture eterogenee che fanno della comunicazione interna e del feedback presso le proprie culture madri un punto che le denota dentro la metropoli.
Conseguenze ---------------- Nasce allora la consapevolezza che la lotta e', _oggi_ a _milano_, una lotta che passa fortemente anche per la gestione del flusso di dati che quotidianamente ci scorre davanti. Questo vale per l'informazione data in pasto all'opinione pubblica, per i dati personali di lavoratori o consumatori, per i ponti comunicativi che si sbracciano oltre il limitato ambito fisico-logistico imposto dalla strutturazione a celle di questa citta'-alveare. Il ganglio dell'informazione e' la sua natura digitale: il digitale permette un salto in avanti nella possibilita' di inserire molteplici tipologie di comunicazione in un solo vettore. Il controllo delle informazioni e della loro diffusione e' percio' uno dei principali perni della pressione poliziesca e censoria che viene subita da chi approccia questo livello di lotta: una lotta che ha la caratteristica di avere un proprio orizzonte, ma anche di innestarsi su terreni di conflitto piu' calati nella realta' tangibile. Le nostre risposte sono state finora: 1) Un metodo di lavoro, basato sulla partecipazione dal basso e sulle affinita' di metodo, che affronti dei problemi concreti a cui e' possibile dare spazio di rivendicazione passando anche per soluzioni tecniche. 2) Una autorganizzazione che si poggi sulla consapevolezza degli strumenti digitali ed elettronici di comunicazione per impadronirsene e valutarne peso e possibilita'. 3) L'autoformazione come veicolo di condivisione e diffusione di competenze e consapevolezza. 4) La replicazione degli strumenti di comunicazione mediante l'autoproduzione, per dare visibilita' e agibilita' di accesso, condivisione e diffusione a tutte le informazioni che non hanno voce o che non sono considerate degne di averla.
Conclusioni ----------------- La direzione che abbiamo intrapreso con i nostri progetti punta a rivendicare la necessita' di avere libero spazio di informazione e reali possibilta' di produzione di informazione. Noi stiamo creando un "welfare" comunicativo dal basso: una rete metropolitana decentrata, interconnessa, modulare, basata sulle affinita' di metodo, che risponda alle esigenze di formazione e comunicazione del territorio e di chi apre o gestisce progetti sul territorio. Crediamo che gli spazi occupati/liberati a milano non possano non passare anche per una liberazione degli spazi di comunicazione (immateriali ma concreti): - per garantire un passaggio consapevole a chi lavora sui progetti, evitando violazioni del privato, censure e liberticidi - per fornire una risposta alle esigenze di chi attraversa la metropoli e le da' vita e colore. Nel 21esimo secolo abbiamo non soltanto la necessita' di rivendicare i diritti inalienabili dell'uomo quali il diritto all'acqua ed al cibo, ma un diritto che e' proprio del tempo in cui viviamo: il diritto di comunicare. Ovvero Il diritto di metterci in relazione con i cittadini dell'intero pianeta al di la' dei confini imposti dalle banche, dalla societa' dello spettacolo e dal fondamentalismo guerrafondaio. Esigiamo che la rete sia un luogo pubblico, nel suo uso e nel suo accesso, vogliamo spazio libero entro cui sviluppare le nostre esigenze comunitarie, non falsamente "gratuito" entro la logica della manipolazione dei nostri dati. In una milano che vanta d'essere la citta' piu' cablata d'europa, esigiamo punti di accesso pubblici per tutti senza distinzione di provenienza. Ne deriva che la sopravvivenza degli spazi a milano passa anche per la loro capacita' di diventare nodi intercomunicativi di una rete metropolitana e per la loro funzione di irradiamento e concentrazione di informazioni sul territorio. Per questo motivo la loro agibilita' logistica deve essere garantita fino alla loro piena funzionalita' (rete, luce, acqua).
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