FINALMENTE UNA DECISA RISPOSTA ALLA NORMATIVA ANTISCIOPERO ed ai mille lacci e laccioli con i quali la Commissione di garanzia ha voluto "strozzare" il diritto di sciopero.
Oggi, 1° dicembre 2003, nella giornata in cui a Milano si apriva la conferenza mondiale sull'ambiente, i tranvieri dell'A.T.M. hanno dato una grande lezione di civiltà politico-sindacale a tutto il mondo del lavoro. I sindacati istituzionali avevano proclamato una giornata di sciopero che doveva avere inizio alle ore 9.00 e terminare alle ore 15.00. Era questo l'ottavo sciopero per il rinnovo contrattuale, che gli autoferrotranvieri attendono da due anni. Ma questa volta i dipendenti dell'A.T.M. di Milano non si sono fatti prendere ulteriormente in giro e non hanno voluto sottoporsi ai ricatti che CGIL - CISL e UIL e Commissione di garanzia hanno voluto creare per annullare qualsiasi capacità di contrattazione all'arma dello sciopero. I lavoratori dell'A.T.M.- alla testa dei quali vi erano i più giovani assunti con contratto di formazione e lavoro - non hanno fatto uscire per l'intera giornata dai depositi, tram, autobus e metropolitane, gettando la città nel caos e segnando una delle pagine più importanti del sindacalismo di questi anni.
L'Unione Sindacale Italiana plaude a tutti i lavoratori dell'A.T.M. che, uniti e compatti, hanno voluto liberarsi dalle catene della legge antisciopero che vincola loro, come tutti gli altri lavoratori dei servizi pubblici essenziali (scuola, sanità, nettezza urbana, trasporti, ecc.), ad esercitare un diritto come quello di sciopero senza poter incidere minimamente né nei confronti della controparte datoriale né nei confronti dello stato né tantomeno nei confronti dell'opinione pubblica.
Il giorno prima del grande sciopero dei tranvieri, veniva detto che ci sarebbe stato lo sciopero dei trasporti "ma i mezzi vanno comunque". Per una volta, così non è stato. Si parla di 140.000,00 Euro di danni all'economia per la sola provincia di Milano ma per l'A.T.M. il danno è ancora superiore perché deve rispondere all'economia lombarda della sua incapacità gestionale ed all'opinione pubblica del perché una società per azioni offra solo 12,00 Euro di aumento netto mensile ad ogni dipendente quando è disposta a buttare oltre 10.000.000,00 di Euro per l'acquisto dei Cirio Bond di Cragnotti, che oggi costituiscono solo una perdita secca, dato che il loro valore attuale è di 5.000.000,00 di Euro!
Questa lotta così spontanea ed unitaria deve essere una lezione per i sindacati istituzionali, che vogliono una contrattazione pilotata con regole dettate dalla disciplina antisciopero, e per tutti i lavoratori perché si rendano conto che, se lo sciopero è un diritto, proprio per questo deve essere esercitato senza limitazioni, se non quelle dell'autorganizzazione dei lavoratori stessi.
L'Unione Sindacale Italiana chiede ai lavoratori dell'A.T.M. di aprire la propria esperienza di lotta alle rappresentanze del sindacalismo di base, costituendo un grande fronte unitario di tutti i lavoratori contro un'economia di guerra che ci vuole irreggimentati, pronti al sacrificio, disposti ad ogni flessibilità a fronte di un salario sempre più misero a causa dell'aumento dei prezzi e dell'inflazione. Diciamo no alla disciplina del diritto di sciopero ed invochiamo, come le nostre controparti datoriali, la deregulation. La flessibilità e la deregulation, se devono esistere, devono valere non solo contro i lavoratori, ma anche a loro favore. Il risultato, diversamente, è che i nostri diritti si trasformano in doveri ed i nostri doveri degenerano in rischi per noi, come ci insegnano il sempre presente rischio di licenziamento ed i numerosissimi infortuni sul lavoro. La protesta dei lavoratori contro il carovita, l'ennesima riforma pensionistica e le nuove tipologie contrattuali introdotte dalla legge Biagi non deve, però, sfociare in pratiche isolate ma nell'organizzazione di un fronte unitario di lavoratori per obiettivi concreti e raggiungibili.
Per questo motivo l'Unione Sindacale Italiana chiama i lavoratori di tutti i settori e di tutte le categorie a ricostruire un fonte unitario di lotta e le avanguardie più combattive ad entrare nell'Unione Sindacale Italiana, formando nei posti di lavoro comitati di lotta su piattaforme contrattuali che abbiano obiettivi comuni a tutti i lavoratori, concreti ed attuabili in tempi brevi. Solo l'organizzazione di un sindacato autenticamente di base consentirà, infatti, ai lavoratori dell'A.T.M. di trasformare una giornata di protesta in una lotta vincente, ottenendo i loro diritti senza subire la rappresaglia da parte dei vertici di azienda, Comune, Prefettura e Procura della Repubblica.
Il nostro plauso a tutti i lavoratori dell'A.T.M. ed, in particolare, a quei giovani tranvieri con contratto di formazione e lavoro il cui salario è soltanto di 850,00 Euro. La nostra solidarietà presente e futura a tutti i lavoratori che sono scesi in lotta con forza, determinazione e coraggio, segnando la via che tutto il movimento dovrà seguire.
Solo ricostituendo le basi dell'autorganizzazione dei lavoratori in ogni posto di lavoro per obiettivi comuni sarà possibile costituire il sindacato di classe che rappresenti le istanze più avanzate e qualificate del proletariato più combattivo in ogni settore della produzione e dei servizi, che diventi il granello di sabbia nello stritolante ingranaggio del potere capitalistico e statale.
Organizziamoci nell'Unione Sindacale Italiana perché il fronte di lotta dei lavoratori possa ampliarsi e prendere coscienza della propria forza, rifiutando le regole del mondo del lavoro imposte da stato e capitale ed accettate supinamente dai sindacati istituzionali.
Milano, 1 dicembre 2003
U.S.I. Unione Sindacale Italiana Federazione di Milano Viale Bligny, 22 Tel.e fax: 02/58.30.49.40
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