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Oltre la guerra, peggio della guerra.
by mazzetta Tuesday, Jan. 13, 2004 at 3:19 PM mail:

emergenza Sudan


DARFUR: LA CRISI UMANITARIA DIVENTA EMERGENZA



Si fa sempre più grave la crisi umanitaria causata dalla guerra in corso nella remota regione occidentale sudanese del Darfur. L'allarme è stato lanciato nelle ultime ore dalle Nazioni Unite e dalle agenzie che sul posto cercano di contenere quella che ormai si va delineando sempre di più come una vera e propria emergenza. Nelle ultime settimane gli scontri tra le truppe governative e i due movimenti ribelli attivi nella regione, insieme alle violente scorribande delle bande di milizie arabe finanziate da Khartoum, hanno causato un flusso di civili che giorno dopo giorno continua a crescere. Il Pam, il Programma alimentare mondiale dell'Onu, ha fatto sapere che ad oggi la crisi in Darfur ha provocato 1 milione di sfollati interni, mentre è ormai salito a 95mila il numero dei rifugiati sudanesi che hanno cercato riparo oltre frontiera, nel confinante Ciad. "Si tratta di stime. Abbiamo iniziato nei giorni scorsi una vera e propria registrazione, ma in realtà ci troviamo di fronte ad un'emergenza gravissima che, dai segnali in nostro possesso, riteniamo possa peggiorare" ha detto alla MISNA Philippe Guyon Le Bouffy, responsabile del Pam in Ciad, contattato telefonicamente nella capitale N'djamena poco fa. Nelle ultime settimane decine di migliaia di uomini, donne e bambini hanno camminato a piedi per giorni nel deserto del Darfur fuggendo dalle violenze. Ondate di disperati per i quali gli aiuti umanitari rappresentano spesso l'unica possibilità di sopravvivere. Al momento, come conferma alla MISNA il rappresentante del Pam in Ciad, i sudanesi si trovano quasi tutti in campi profughi improvvisati poco oltre la frontiera e dove manca tutto. "Abbiamo bisogno urgente di almeno 2-3 milioni di dollari per comprare riso, olio e cibo da dare a questa gente" continua Le Bouffy. Intanto l'Acnur (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ndr) sta allestendo alcuni campi che sorgeranno una sessantina di chilometri all'interno del Ciad e in cui i profughi verranno trasferiti nei prossimi giorni. Le operazioni potrebbero iniziare già domani. Dagli uffici centrali del Pam, che in una nota diffusa stamani ha chiesto lo stanziamento urgente di una decina di milioni di dollari per fronteggiare l'emergenza, fanno sapere che si sta cercando di far fronte ai bisogni dei civili sudanesi richiamando forze da tutto il continente. La situazione, infatti, rischia di deteriorare ulteriormente nei prossimi giorni visto che l'Onu e le organizzazioni non governative attive in Darfur non riescono a lavorare e a consegnare gli aiuti. Soltanto ieri Ben Parker, del coordinamento umanitario Onu in Sudan, aveva avvisato che solo il 15 per cento dei 6 milioni di sudanesi del Darfur vive nella aree a cui le agenzie dell'Onu e le Ong riescono ad avere accesso. "Restiamo col fiato sospeso e siamo frustrati. Abbiamo aiuti umanitari, fondi e staff. Abbiamo anche stretto accordi con dei partner locali, ma non possiamo muoverci perché la zona è troppo pericolosa" ha aggiunto Parker in un'intervista rilasciata ad ‘Irin news’, network informativo delle agenzie umanitarie dell’Onu in Africa. (di Massimo Zaurrini)
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DARFUR: KHARTOUM, DA UNA GUERRA ALL'ALTRA/SCHEDA



Sembra non esserci pace per il Sudan. Mentre la storica guerra che per vent'anni ha insanguinato il sud del Paese, causando oltre due milioni di morti, si avvia ad una sempre più probabile conclusione, il conflitto apertosi recentemente in Darfur rischia avere il potenziale necessario a destabilizzare nuovamente il Paese. L'allarme è stato lanciato da importanti centri studi internazionali, ma sembra trovare d'accordo anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, e i Paesi confinanti. Dall'inizio del 2003 la situazione nella remota regione occidentale sudanese al confine con il Ciad si è andata facendo sempre più grave. L’Esercito-movimento di liberazione del Sudan (Sla-m) - un movimento di autodifesa creato dalla popolazione del Darfur nel 2001 per tutelarsi dagli attacchi di bande di predoni islamici - dal febbraio di quest'anno si è formalmente sollevato in armi contro le autorità di Khartoum, accusate di trascurare la regione non dando protezione alla popolazione locale, ma anche di appoggiare le milizie arabe che con le loro scorribande affliggono l'area. Quotidianamente da questa regione semidesertica, distante oltre un migliaio di chilometri dalla capitale, e a lungo dimenticata arrivano notizie di nuove violenze, di combattimenti tra le parti e di continui bombardamenti dell'aviazione sudanese. Fatti su cui difficilmente si riesce ad ottenere una conferma indipendente data l'inaccessibilità dell'area, ma che ultimamente sono comunque segnalati con sempre maggiore frequenza. Invitando i ribelli dello Sla-m, quelli del Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (Jem, un gruppo secondario di più recente creazione) e Khartoum ad un 'cessate il fuoco immediato' per il Darfur, Kofi Annan, recentemente, aveva anche snocciolato le cifre di una nuova pericolosa crisi umanitaria. Secondo le Nazioni Unite, nella regione del Darfur, dove vivono circa sei milioni di sudanesi (un quinto della popolazione del Paese), almeno settemila persone sono state uccise dall’inizio del 2003, mentre gli sfollati interni si aggirerebbero già intorno al milione e i profughi (quasi tutti nel confinante Ciad) sarebbero circa 100mila. Lo scorso 3 settembre i ribelli dello Sla-m e il governo sudanese avevano siglato una tregua rinnovata all'inizio di novembre, ma mai realmente rispettata. La grande insicurezza dell'area è confermata anche dai molti operatori umanitari che da mesi ormai lamentano di non poter più raggiungere la zona per prestare soccorso alla popolazione locale. Ma l'ottimismo che circonda il processo di pace che presto dovrebbe mettere fine alla guerra del Sud Sudan esplosa nel 1983, tra i ribelli dell'Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla) e Khartoum, finora ha messo in ombra un conflitto, quello del Darfur, dove per il momento neanche i giganteschi interessi economici delle multinazionali del petrolio, capaci di mettere d'accordo i ventennali belligeranti meridionali, sembrano poter fare qualcosa. Secondo alcuni analisti, però, quello che sta accadendo in Darfur potrebbe non essere del tutto estraneo allo storico conflitto sudanese in via di conclusione. Un collegamento che per ora ha lasciato poche tracce e molti dubbi.
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x mazzetta
by Emerson Tuesday, Jan. 13, 2004 at 3:27 PM mail:

Bravo Mazzetta. Era ora che si parlasse anche di queste cose che i giornali non menzionano mai. Finalmente uno che usa il newswire non come mezzo di propaganda ma x diramare notizie importanti delle quali i media non parlano.

Altro sulla situazione in Sudan:

http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=9415&Cr=sudan&Cr1=

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notizie importanti
by Emerson Tuesday, Jan. 13, 2004 at 4:22 PM mail: la tana dei leoni

Il newswire x notizie importanti mi raccomando !



Altro sulla tana dei leoni:

http://italy.indymedia.org/news/2004/01/461726_comment.php#461784

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Ferreira da Rosa Emerson
by x il clone Tuesday, Jan. 13, 2004 at 4:34 PM mail:

E' una notizia. Non sara' importante, ma non e' propaganda ed e' sicuramente molto meno banale di tanta roba che viene messa nel newswire.

Vorresti dire anche tu la tua sul Sudan?

...e adesso arrivera' l'imbecille di turno che dara' la colpa a CIA e Mossad.

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