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[g8] Minime varie sotto la coltre di silenzio
by g8 news Thursday, Jan. 22, 2004 at 12:33 PM mail:

G8: AGENTI PENTITI, A BOLZANETO CI FU VIOLENZA G8: VIETTI, GRAVI SE VERI I FATTI RIPORTATI DA QUOTIDIANO G8: BOLZANETO; DUE AGENTI AMMETTONO VIOLENZE, REAZIONI CENTROSINISTRA RINNOVA RICHIESTA COMMISSIONE PARLAMENTARE G8: GIULIANI, FONDINA E PROIETTILE PROVANO PRESENZA ALTRO CC G8: COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA,AMAREZZA PER PAROLE PORCELLI G8: CONCLUSE INDAGINI SU NO GLOBAL CENTRO SOCIALE ASKATASUNA G8: DIFENSORI NO GLOBAL IMPUTATI FORSE CHIEDERANNO LA CIRAMI - PER LA DECISIONE, FISSATA RIUNIONE A GENOVA IL PRIMO FEBBRAIO

21 gennaio 2004

G8: AGENTI PENTITI, A BOLZANETO CI FU VIOLENZA

"Il Secolo XIX"

Agenti pentiti: G8, a Bolzaneto ci fu violenza
A sorpresa l'inchiesta riparte

Genova "Li hanno picchiati, da quando sono usciti dai cellulari fin dentro le stanze della caserma di Bolzaneto". Non sono i racconti dei no-global arrestati duranti gli scontri nelle strade durante il G8 del luglio 2001. Sono le ammissioni di alcuni "pentiti" tra le forze dell'ordine, nei quadri della polizia penitenziaria. Le ammissioni rappresentano una breccia nel muro di silenzio su quel che è accaduto nella caserma, trasformata nei giorni del summit dei Grandi in carcere provvisorio.
Dichiarazioni giunte a sorpresa quando ormai l'inchiesta era prossima alla conclusione. E che hanno spalancato scenari inattesi. I magistrati della procura nascondono con cura i nomi di chi ha fornito le rivelazioni. Ma, collegando circostanze, orari, documenti, hanno ricostruito un nuovo quadro di responsabilità. "Bolzaneto - confida un pm - non era una situazione dove tutto era filato liscio, come hanno sempre sostenuto gli indagati tra le forze dell'ordine, bollando come invenzioni le accuse dei manifestanti".

Se l'inchiesta ora riparte, si profila però un'ulteriore slittamento dei tempi. Molti avvisi di conclusione delle indagini dovranno essere nuovamente notificati.

21 gennaio 2004

G8: VIETTI, GRAVI SE VERI I FATTI RIPORTATI DA QUOTIDIANO

ANSA:

G8: VIETTI, GRAVI SE VERI I FATTI RIPORTATI DA QUOTIDIANO
Se veri, quelli raccontati da due 'pentiti' della polizia penitenziaria su quanto accadde durante il G8 nella caserma genovese di Bolzaneto sono fatti gravi e preoccupanti. Lo dice a Radio Radicale il sottosegretario alla giustizia Michele Vietti, intervistato sull'indiscrezione de Il Secolo XIX.

"Con tutta la prudenza che richiedono valutazioni su notizie giornalistiche - dichiara Vietti - certamente si puo' dire che se quanto riportato da questo quotidiano rispondesse al vero si tratterebbe di fatti gravi e preoccupanti. Ovviamente bisogna attendere le valutazioni che la magistratura genovese ha in corso. Tutto questo pero' non cambia la valutazione politica di quegli eventi in cui si fronteggiarono manifestanti violenti da un lato e tutori delle forze dell'ordine dall'altro. Anche ove si dimostrasse che ci sono stati da parte di singoli esponenti delle forze dell'ordine abusi - conclude Vietti - questo non cambierebbe pero' il quadro complessivo della situazione".

21 gennaio 2004

G8: BOLZANETO; DUE AGENTI AMMETTONO VIOLENZE, REAZIONI
CENTROSINISTRA RINNOVA RICHIESTA COMMISSIONE PARLAMENTARE

Ha suscitato numerose reazioni la notizia, pubblicata oggi dal Secolo XIX, secondo la quale due agenti di polizia penitenziaria avrebbero ammesso di aver visto picchiare nella caserma di Bolzaneto i manifestanti arrestati durante il G8. Se il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) esprime massima fiducia nell'operato della magistratura, ma si chiede perche' i due hanno parlato solo ora che l' inchiesta dei pm genovesi stava per chiudersi, vari deputati del centro-sinistra colgono l' occasione per rinnovare la richiesta di una Commissione d'inchiesta parlamentare sul G8 e chiedono garanzie per gli agenti cosiddetti "pentiti".

Si tratterebbe della prima ammissione esplicita sulle violenze a Bolzaneto, giunta alla fine dello scorso novembre, quando ormai l' inchiesta dei pubblici ministeri genovesi stava per chiudersi con l' invio di 43 avvisi di chiusura indagini nei quali si ipotizzano pero' solo reati come abuso d'autorita' sui detenuti, abuso d'ufficio e falso ideologico. In particolare erano state accertate angherie nei confronti dei manifestanti arrestati, ma non vere e proprie violenze fisiche. Le rivelazioni dei due agenti "pentiti" hanno portato alcune settimane fa all' invio di avvisi di comparizione al generale della polizia penitenziaria Oronzo D'Oria ed all' allora ispettore del Dap, il magistrato Alfonso Sabella e potrebbero quindi cambiare il quadro investigativo.

"Mi chiedo perche' non le abbiano denunciate subito, quelle violenze - afferma il segretario generale aggiunto del Sappe Roberto Martinelli - Cosa hanno fatto per imperdirle? Perche' non le hanno segnalate al funzionario del DAP che coordinava l' attivita' della Polizia Penitenziaria, il magistrato Alfonso Sabella? Perche' non hanno chiesto di essere rimossi dall' incarico? Il Corpo di Polizia penitenziaria e' una istituzione democratica e sana, composto da decine di migliaia di uomini e donne che, nonostante gravi carenze di organico, deficienze di strutture e di mezzi, rappresentano lo Stato nel difficile contesto delle galere".

"Pur nell' eccezionalita' del momento - conclude Martinelli - nell' emergenza che si e' vissuta a Genova nei giorni del G8 sono convinto che le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria impegnati nella struttura di Bolzaneto hanno svolto il loro lavoro seguendo dei principi istituzionali. Certo, non escludo nulla ed e' giustissimo che chi ha sbagliato paghi. Ma ci vogliono prove concrete per accusare qualcuno di qualcosa, non di chiacchere".

Il vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, il Verde Paolo Cento, il vicepresidente del gruppo di Rifondazione Comunista alla Camera, Graziella Mascia, ed il capogruppo dei Ds nella Commissione Affari costituzionali, Carlo Leoni, tornano oggi a chiedere con forza la Commissione parlamentare d' inchiesta "che il centrodestra - afferma Leoni - ha sempre ostacolato e che puo' finalmente ricostruire la verita' che serve alla giustizia e alla democrazia italiana".

"Apprezzo il coraggio e la lealta' con cui i due agenti si sono schierati a sostegno della verita' - afferma l' on. Cento - Ora il ministro dell' Interno garantisca che queste persone non subiscano ritorsioni e che non si ripeta quanto accaduto al giovane Matteo Federici, espulso dalla polizia perche' aveva detto cosa pensava dei fatti di Genova. Nonostante l'evidenza di quanto accaduto, un muro di omerta' e' calato sulle giornate del G8 e questo non e' accettabile. E' indispensabile che i pestaggi e le violenze siano ricondotti a precise responsabilita' penali e politiche. Per questo il Parlamento non deve restare a guardare: e' opportuna una commissione di inchiesta che faccia luce sulle violenze di Genova".

"Ora sono sempre piu' evidenti - afferma infine il vicepresidente del gruppo di Rifondazione Comunista alla Camera, Graziella Mascia - i motivi che portano alla richiesta di una Commissione d'inchiesta parlamentare, che disponga dei poteri propri della magistratura, per far luce, finalmente, su quanto realmente accaduto in quei giorni, sulle catene di comando e sulle responsabilita' politiche. Continueremo su questa strada finche' non saranno corretti le omissioni e gli errori fino ad oggi compiuti e þ ha concluso Mascia - fino a quando verita' e giustizia non saranno garantite".

Il deputato della Margherita Roberto Giachetti esorta inoltre: "Si proceda a tutto campo per arrivare alla verita', incoraggiando chi non ha scelto la strada dell'omerta'. Le nostre preoccupazioni di allora, cioe' che fossero stati compiuti atti illegittimi, oggi trovano una clamorosa conferma". Per il vicepresidente di Prc alla Camera, Giovanni Russo Spena, infine, i fatti raccontati dai due agenti "fanno cadere quel muro di omerta' opposto alla magistratura in maniera corporativa" e, in secondo luogo, "delineano un vero e proprio reato di tortura".

17 gennaio 2004

G8: GIULIANI, FONDINA E PROIETTILE PROVANO PRESENZA ALTRO CC

ANSA:

G8: GIULIANI, FONDINA E PROIETTILE PROVANO PRESENZA ALTRO CC

LO AFFERMA PADRE DI CARLO A CONVEGNO ORGANIZZATO DA APRILE

"Ho tanti dubbi sull'identita' dello sparatore: un carabiniere ausiliario non ha una fondina alla coscia ne' proiettili speciali come quello che ha ucciso mio figlio". Lo ha detto Giuliano Giuliani, il padre di Carlo, ucciso da un carabiniere durante gli scontri al G8 di Genova, ribadendo la tesi che a sparare non fu Mario Placanica. Giuliani ha parlato del G8 al convegno organizzato da Aprile su 'Diritti di cittadinanza e Stato di diritti'. "Io ho il diritto a conoscere la verita' - ha detto - ma un giudice ha impedito il dibattimento con l'archiviazione del caso. Non chiedo condanne o processi, ma almeno un dibattimento".

Il papa' di Carlo ha citato brevemente due indizi che lo hanno convinto di essere di fronte a "un atroce falso mediatico che ha ingannato l'opinione pubblica facendole credere che la morte di mio figlio sia stata causata da un carabiniere ausiliario con solo pochi mesi di esperienza nell'Arma".

"A sparare a Carlo non puo' essere stato Placanica - ha detto Giuliani - perche' l'arma non e' stata estratta da una fondina alla cintura, quella degli ausiliari, ma da una fondina a coscia, che offre maggiore facilita' di estrazione, quelle che usano solo i militari piu' esperti. Inoltre sono stati usati proiettili speciali e non d'ordinanza".

18 gennaio 2004

G8: COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA,AMAREZZA PER PAROLE PORCELLI

ANSA:

G8: COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA,AMAREZZA PER PAROLE PORCELLI

Le dichiarazioni del pg di Genova, Domenico Porcelli, in merito alle inchieste sul G8, pronunciate ieri durante la relazione per l' apertura dell' Anno giudiziario "sorprendono e amareggiano" il Comitato Verita' e giustizia per Genova che, in una nota, chiede se la giustizia sia "una questione di contabilita', che si misura sul numero degli indagati fra due parti immaginate come contrapposte".

"Non pensiamo che la giustizia si misuri coi numeri, e non consideriamo le forze dell' ordine come avversario - si legge nella nota -: chiediamo che siano accertate le responsabilita' operative e politiche di chi violo' i diritti civili di migliaia di persone, di chi abuso' del proprio potere pestando decine di persone, di chi maltratto' i fermati".

Secondo il Comitato, il pg Porcelli ha posto "invece una questione di numeri: pochi manifestanti indagati rispetto agli agenti delle forze dell' ordine. Se la giustizia si misurasse cosi', cosa dovremmo aspettarci dall' inchiesta per la caserma Diaz? Per avere un processo per quella mattanza, dovremmo forse averne un altro a chi fu picchiato, umiliato, arrestato, sulla base di prove false costruite dalla polizia?".

"Il pg Porcelli - si legge nella nota - dovrebbe preoccuparsi del fatto che solo trenta persone sono indagate in quell' inchiesta, dirigenti e funzionari che guidarono la spedizione. Chi esegui' materialmente i pestaggi sfuggira' alla giustizia perche' non identificato".

Il Comitato chiede al pg Porcelli "come puo' un uomo che rappresenta a cosi' alto livello la giustizia fare dichiarazioni che sembrano mettere sullo stesso piano reati contro le cose compiuti da anonimi individui e reati gravissimi compiuti contro le persone e contro la legge (come le false prove alla Diaz) compiuti da uomini in divisa collocati ai piu' alti livelli gerarchici. Cosi' sta mettendo in gioco la credibilita' delle istituzioni e la tenuta delle regole democratiche".

13 gennaio 2004

G8: CONCLUSE INDAGINI SU NO GLOBAL CENTRO SOCIALE ASKATASUNA

ANSA:

G8: CONCLUSE INDAGINI SU NO GLOBAL CENTRO SOCIALE ASKATASUNA

RINVIATO A GIUDIZIO L' IRANIANO OMID TABAR FIROUZI
Per le violenze di piazza e i danneggiamenti che si sono verificati a Genova nel luglio del 2001, durante i giorni del G8, si e' conclusa l' istruttoria su alcuni frequentatori del centro sociale torinese "Askatasuna". Si tratta di Andrea Rostellato, dei fratelli Federico e Massimo Guido, e di Giorgio Rossetto.
Il fascicolo, assegnato al pm Sergio Merlo, e' stato inviato in questi giorni dal magistrato ai colleghi Anna Canepa e Andrea Canciani, titolari dell' inchiesta sulle violenze di piazza.

Le accuse nei confronti dei no global sono a vario titolo quelle di resistenza, danneggiamenti e porto di armi improprie per i danni alla palestra e all' asilo di Quarto dove erano alloggiati.

Intanto oggi il gip ha rinviato a giudizio l' iraniano Omid Tabar Firouzi, la cui posizione era stata stralciata per un ritardo di notifica dall' udienza preliminare per le violenze di strada, che si era conclusa il 3 dicembre scorso con il rinvio a giudizio di 25 manifestanti. Il processo si terra' per tutti gli imputati il 2 marzo prossimo.

Tra gli episodi contestati agli indagati, a cui verra' inviato l' avviso di fine indagini preliminari, c' e' la distribuzione di bastoni e altri armi da un furgone partito da Torino e poi filmato a Genova nel corteo del 21 luglio. Il furgone, affittato in un autonoleggio del capoluogo piemontese, era partito da Corso Regina Margherita, a Torino, giovedi' 19 luglio. Prima che imboccasse l' autostrada era stato poi bloccato e perquisito dalla polizia, ma all' interno era stato trovato solo un impianto stereo. Nel pomeriggio si era unito al corteo dei 'migranti'. Quindi era ricomparso la mattina di sabato 21 e ripreso piu' volte in video, anche dall' elicottero, mentre dimostranti prelevavano dall' interno mazze e spranghe da usare nella manifestazione anti-G8.

19 gennaio 2004

G8: DIFENSORI NO GLOBAL IMPUTATI FORSE CHIEDERANNO LA CIRAMI

ANSA:

G8: DIFENSORI NO GLOBAL IMPUTATI FORSE CHIEDERANNO LA CIRAMI

PER LA DECISIONE, FISSATA RIUNIONE A GENOVA IL PRIMO FEBBRAIO

Hanno intenzione di invocare la legge 'Cirami', che prevede il trasferimento dei processi per 'legittima suspicione', alcuni difensori dei 26 no global imputati di devastazione e saccheggio, che saranno giudicati dal tribunale di Genova il 2 marzo. L'eventuale decisione sara' presa nel corso di una riunione fissata il primo febbraio a Genova.

Se la "legittima suspicione", una volta avanzata, dovesse venire accolta, il procedimento verrebbe spostato per competenza a Torino.

Dopo aver criticato i poliziotti indagati per l'irruzione nella scuola Diaz che hanno gia' chiesto che il procedimento a loro carico venga spostato a Torino (la decisione e' al vaglio della Corte di Cassazione), ora anche alcuni difensori dei no global preferirebbero che i loro assistiti non venissero processati dal giudice naturale.

Secondo indiscrezioni, gli avvocati difensori genovesi dei no global sarebbero invece contrari a questa richiesta per cui, pur accettando di partecipare all'incontro, non hanno intenzione di chiedere lo spostamento del processo per i loro assistiti.

La decisione di sollevare la 'Cirami' si sarebbe rinforzata dopo le dichiarazioni fatte dal pg Domenico Porcelli, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Il Pg infatti ha rilevato che a fronte di 70 avvisi di fine indagini a carico dei poliziotti, solo 26 sono stati i rinvii a giudizio dei manifestanti che hanno messo il capoluogo ligure a ferro e a fuoco. "Con questo clima - ha commentato un avvocato romano - con quale serenita' possiamo affrontare un processo davanti ai giudici di Genova?".

http://www.almanaccodeimisteri.info/ultimissime.htm

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