... Un'analisi sul fenomeno Nta pubblicata in un libro uscito nel 2001
di Velina della sera in <<AA. VV., `Guerra civile globale´, Odradek editore, Novembre 2001>> Nelle settimane immediatamente precedenti l´appuntamento genovese il paese è stato attraversato da un piccolo sciame di "attentati esplosivi riconducibili all´area anarco-insurrezionalista". La formula tra virgolette è ricorsa assolutamente identica su tutti i media italiani, scritti e stampati, a riprova dell´immensa fantasia e professionalità degli amanuensi redazionali italiani. Non tutti erano rimasti convinti che fatto e colpevole si corrispondessero così platealmente. E abbiamo così chiesto una breve analisi `tecnica´ a un esperto del settore, che naturalmente preferisce restare anonimo.
Negli anni ´70 esisteva un legame certo tra attentato-rivendicazione-persone fisiche solo nel caso di azioni compiute da gruppi dell´estrema sinistra. In quelli compiuti dai gruppuscoli fascisti - guidati, coperti e assecondati da organi rilevanti dello Stato e dai servizi segreti - la certezza dell´attribuzione derivava invece proprio dall´assenza di qualsiasi rapporto riconoscibile. L´unica, momentanea eccezione furono i Nar (Mambro, Fioravanti, Cavallini), quando `si montarono la testa´ e provarono ad agire in proprio, sciogliendo gli antichi legami con i servizi. Furono scompaginati in pochi mesi e nessuno, a destra, provò più a `far da sé´. Allora, voglio dire, esisteva una specie di `format´ che garantiva in modo pressochè assoluto l´autenticità di un´attribuzione. Prescindiamo qui da qualunque valutazione `di merito´ (come la scelta degli obiettivi o le modalità dell´azione - che quasi sempre, a sinistra, escludeva l´uso di esplosivi). Qualsiasi fosse il gruppo armato di estrema sinistra, infatti, la `procedura´ era praticamente identica: - una prima telefonata di rivendicazione giungeva a agenzia giornalistica entro pochi minuti; ossia prima che i giornali radio o la tv dessero la notizia. Ciò significava - per chiunque - la certezza che quella telefonata poteva esser stata fatta solo da chi effettivamente aveva compiuto l´azione. Anche allora esistevano i mitomani e i depistatori; e dopo che la notizia era diventata di pubblico dominio iniziava una raffica di telefonate più o meno sconclusionate che sia i giornalisti, sia gli inquirenti, non degnavano neppure d´attenzione (quando ne accreditavano qualcuna correvano il rischio o della figuraccia o dell´essere accomunati ai depistatori). Ma quell´unica telefonata fatta a `notizia ignota´ era la garanzia di un legame certo tra autori dell´azione e telefonata. - Il volantino di rivendicazione, in genere fatto arrivare entro le 48 ore successive - confermava sia l´identità della prima telefonata che il `discorso´ politico-teorico in quel momento elaborato dal gruppo autore dell´azione. Per chiunque seguisse l´evoluzione dei principali gruppi armati era abbastanza semplice capire come e quanto quel nuovo volantino segnasse una conferma o un cambiamento di linea rispetto al percorso fin lì seguito. Non mancavano a volte neppure `indicazioni tecniche´ in grado di dirimere ogni incertezza sull´autenticità o meno di un certo messaggio scritto. Per esempio: nel primo comunicato con cui le Brigate Rosse (quelle `vere´, vien da dire) si attribuivano la paternità del sequestro di Aldo Moro era contenuta un´avvertenza allora chiarissima: "I comunicati verranno battuti tutti con la stessa macchina: questa". L´avvertenza mirava a impedire che qualcuno potesse `infilarsi´ nella complessa gestione del sequestro e della eventuale trattativa con messaggi fasulli. Chi avesse provato a mettere in piedi un `comunicato´, essendo obbligato a farlo con una macchina diversa, sarebbe stato immediatamente riconosciuto come un impostore (i servizi segreti ci provarono egualmente, con il falso comunicato dello `della Duchessa´; ma fu subito chiaro a tutti - meno, `stranamente´ i - che qualcuno stava ciurlando nel manico). Altri tempi. C´erano le macchine da scrivere: oggetti meccanici facili all´usura, con difetti che nel tempo ne segnavano l´"identità" in modo inequivocabile. Nessun´altra macchina poteva avere tutte le deformazioni di quella che si stava usando. Era un marchio non facilmente clonabile. - I prigionieri del gruppo in questione `convalidavano´ definitivamente l´attribuzione dell´azione rivendicandola a propria volta. Il cerchio si chiudeva e la certezza era totale; per gli inquirenti, per i partiti, per il movimento, per i giornalisti. Oggi non c´è più un `format´ che garantisca l´autenticità del legame. Le telefonate di rivendicazione giungono dopo ore o giorni, quando la notizia è ormai non solo pubblica, ma `commentata´, con tanto di attribuzioni già fatte e dotte analisi sul perché e il percome non possa che essere così. Il volantino non sempre c´è, e comunque il computer annulla la possibilità di fissare un marchio. E nessuna sigla usata negli ultimi anni ha prigionieri a rappresentarla. Solo in un caso, in Veneto, si è potuta stabilire con certezza (con tanto di `pentito´) che il legame tra un paio di micro-attentati vagamente anti-americani e un gruppetto di giovani di sinistra. Attribuire un´azione è divenuto così un gioco di pareri letterari. I giornali convocano telefonicamente inquirenti in pensione, ex.guerriglieri in libertà o semidetenzione, "anti-terroristi" passati ad altro incarico. Nessuno che ovviamente possa dire una sola parola che abbia un legame concreto e diretto col fatto di cui si sta parlando. L´attendibilità di questi pareri letterari è in genere meno di zero. L´era del computer permette di costruire qualsiasi testo, qualsiasi stile `codificato´, qualsiasi linguaggio `specialistico e seriale´. E un testo politico - specie se redatto nel lessico comunista standard, come è inevitabile per qualsiasi `documento ufficiale´ d´area - è un testo altamente clonabile. E´ sufficiente una cultura medio-alta, una passabile conoscenza del linguaggio d precare. I servizi segreti italiani dispongono ormai da lungo tempo di tutte queste `professionalità´. Per anni pentiti e dissociati sono stati consultati come `esperti´ e `traduttori´ dei testi prodotti da prigionieri politici o dagli ultimi gruppi certamente riconducibili all´esperienza storica delle Br (fino al 1988, insomma). Ma non occorre neppure avere un livello così sofisticato di conoscenze e professionalità. Modi di dire, ricorrenze, frasi tipiche, categorie, stilemi linguistici, sono ricostruibili da chiunque disponga di un sufficiente numero di testi autentici, magari vecchissimi, da cui trarre la `cassetta degli elementi componibili´ buona per un `nuovo´ testo. Non dico che è certamente così; affermo soltanto che è facile fare una cosa del genere. E che, quindi, un testo - volantino o `risoluzione´ che sia - non certifica nessuna identità politica se non è sovrapponibile a volti, storie inequivocabili, identità personali certe. `Arbitri´ del riconoscimento, oggi, restano i soli inquirenti (giudici, polizia, carabinieri, `esperti´ chissà da chi certificati´); i giornalisti trascrivono senza più nulla chiedersi proprio perché consapevoli empiricamente di non poter verificare nulla, l´opposizione parlamentare cede al `richiamo della foresta antiterrorista´ o, più brutalmente, al ricatto implicito nel verificarsi di un attentato `non attribuibile con certezza´. Si è creato, insomma, un altro `format´, ma a senso unico; dalle questure (e procure, e caserme, e ministeri) alla popolazione. Senza possibilità di verifica, dubbio, controdeduzione. Equivale al chiedere all´oste e il vino è buono. Se questo fosse un paese `normale´, non attraversato costantemente dalla guerra civile, ci sarebbe comunque da preoccuparsi. Ma qui, dove poliziotti, giudici e carabinieri hanno fatto a gara per imbastire - insieme ad alcuni manovali fascisti e l´alto patronato Dc-Usa - le stragi di stato; dove gli anarchici possono essere accusati di tutto e poi magari volare `rei confessi´ da una finestra della questura; dove i se oppiette appartate, naturalmente distruggendo subito dopo ogni rapporto scritto (quale grosso personaggio avranno mai incontrato nel loro peregrinare nella notte della campagna fiorentina?)... beh, in questo paese, affidarsi supinamente a un `arbitrato´ centrale di questo genere, per la sinistra e la popolazione tutta, è decisamente un suicidio. Se lo si fosse accettato, 32 anni fa, avremmo avuto consegnati alla storia Valpreda come autore della strage di Piazza Fontana insieme a Pinelli, suicidatosi `per la vergogna´ (non si sarebbe insomma arrivati neppure a quell´infamia di archiviazione - firmata da D´Ambrosio, successivamente passato alle cronache come `eroe´ di Mani Pulite - dell´inchiesta sulla sua morte, addebitata infine a un caso rimasto unico di `malore attivo´). Nel caso della bomba di Venezia, però, si è avuta una rottura di questo nuovo `format´ giudiziario-poliziesco. I giudici si sono divisi sull´attendibilità del volantino che attribuiva ai Nuclei Territoriali Antimperialisti la paternità della bomba al tribunale. Il giudice Casson prendeva quindi ad indagare sui fascisti e, per ora, non se ne sa più nulla. A prescindere, però, dal prosieguo delle indagini, una cosa si può dire con sufficiente certezza. Gli Nta non esistono. Come faccio a dirlo? Andiamo con ordine. a) Facciamo l´ipotesi che la sigla in questione rappresenti davvero un gruppo di militanti di estrema sinistra e che abbiano davvero collocato la bomba al tribunale. Una volta che il giudice Casson ne abbia pubblicamente messo in dubbio l´autenticità, non avevano davanti molte strade: erano obbligati a `corroborare´ con qualche elemento concreto, non ancora rivelato da nessun giornale, la rivendicazione della bomba. A `farsi vivi´, in un modo per loro sicuro, per dimostrare di essere quel che dicono di essere: un gruppo di sinistra. Solo per un gruppo del genere, infatti, il problema dell´identità politica è decisivo. Dei `compagni´, insomma, non possono tollerare l´accusa di essere una sigla di copertura di `giochi sporchi del nemi La loro credibilità politica sarebbe azzerata. b) Ipotizziamo che gli Nta siano davvero un gruppo di `compagni´, ma che non abbiano messo loro la bomba. L´obbligo di farsi vivi era in questo caso ancora più stringente. Nessuno può infatti accettare di diventare una sigla buona per ogni occasione; specie in questo paese. Le stesse ragioni della prima ipotesi. La conclusione è obbligata. La bomba al tribunale può averla messa chiunque (fascisti, giostrai, servizi, compagni fuori di testa, ecc.) Ma chi ha scritto il volantino firmato Nta? Di certo non qualcuno che abbia costituito un gruppo armato di sinistra con quel nome. Un secondo esempio, decisamente più semplice da decifrare, può essere la busta esplosiva spedita al prefetto di Firenze, Achille Serra, ex parlamentare di Forza Italia (solo in questo paese credo sia possibile che un `garante della neutralità dello Stato´ torni ad occupare il suo posto dopo esser stato un `politico di parte´). Leggiamo che la busta conteneva anche un ritaglio di giornale con l´intervista che il prefetto aveva rilasciato a proposito del Centro Popolare Autogestito situato nell´ex area industriale Longinotti. Che senso ha? E perché nessuno se lo chiede? Facciamo ancora le uniche due ipotesi possibili. a) La bomba doveva esplodere. A che serve aggiungerci un foglio di carta che andrà certamente distrutto nell´esplosione? b) La bomba non doveva esplodere. E allora il ritaglio di giornale ha un senso chiarissimo: indirizzare su quel centro sociale le indagini. Ne risulterebbe che, nel caso a spedirla fossero stati davvero un gruppo di compagni `fuori di testa´, gli autori del fallito attentato desiderano essere arrestati al più presto, al punto da mettere il mittente sulla bomba. Vi sembra una conclusione logica? Nell´Italia di Piazza Fontana e dell´uccisione di Pinelli (quella che ha vinto le ultime elezioni) questa favola del `terrorismo´ passa però senza incontrare, come abbiamo visto, grandi contestazioni puntuali ed argomentate. E può perciò diventare una chiave di volt ico in grado di mettere il governo con le spalle al muro. P.S. C´è da rilevare, comunque, che dall´11 settembre in poi non si è più verificato alcun `attentato´. A suo modo è una prova: fin quando la `guerra civile´ non appariva, qualcuno aveva interesse a far credere che ci fosse. Quando, a un certo punto, è stata addirittura dichiarata ufficialmente dal presidente della mono-potenza, quello stesso qualcuno si è fatto da parte. Tana!
|