Massoneria occulta in movimento
Nuova mostruosa direttiva Europea? Inviato su Friday, March 05 @ 18:36:03 CET
IPRED: una direttiva passata sotto silenzio
Sta per essere discussa al parlamento europeo a Strasburgo la «Intellectual Property Rights Enforcement Directive» (IPRED), che irrigidisce ulteriormente la normativa europea su diritto d'autore, brevetti e altri non meglio specificati diritti di «proprietà intellettuale»[1]. La relatrice della direttiva è la parlamentare francese Janelly Fortou, moglie del presidente di Vivendi Universal[2], un gruppo di società nel settore dei media e delle telecomunicazioni.
La direttiva è stata presentata dalla commissione giuridica per il mercato interno nel gennaio 2003[3] e successivamente rielaborata a porte chiuse per poi essere inserita in un iter burocratico accelerato, solitamente riservato a norme di natura meramente applicativa per le quali si può evitare il normale iter di confronto con i cittadini, le forze politiche e gli organi democratici.
La direttiva..
si propone armonizzare le legislazioni nazionali e di combattere la «pirateria»[4] sulla base di cifre, analisi e previsioni di mercato pubblicate da BSA[5] e altri distributori di contenuti, che pronosticano la nascita di centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa (punto 2.C, a pagina 10 del testo della direttiva); a tal fine equipara l'illecito inintenzionale senza fini di lucro alla contraffazione su larga scala e arriva ad autorizzare il «sequestro conservativo di beni mobili e immobili del _presunto_ autore della violazione, compreso il blocco dei suoi conti bancari e di altri averi» (Articolo 11).
Al fine di informare la società civile e le stesse forze politiche sui rischi di questa direttiva e per cercare di limitarne i danni, si è mobilitata[6] una coalizione internazionale di gruppi per i diritti dei consumatori e per le libertà civili, la Campagna per un Ambiente Digitale Aperto (Campaign for an Open Digital Environment), che si è data appuntamento il prossimo 8 marzo dalle 16.30 alle 18.30 a Strasburgo, all'esterno dell'edificio che ospita il Parlamento Europeo[7].
La campagna vede riuniti IP Justice[8], European Digital Rights (EDRi)[9], Foundation for Information Policy Research (FIPR)[10], Foundation for a Free Information Infrastructure (FFII)[11] ed Electronic Frontier Foundation (EFF)[12].
La Free Software Foundation Europe si unisce al coro di protesta. «È una direttiva estremamente pericolosa e delicata, che non è stata discussa in modo democratico. Riteniamo che ogni norma a proposito della produzione immateriale debba essere attentamente vagliata dai nostri rappresentanti eletti e dalla società civile, evitando di accettare acriticamente le posizioni di alcuni operatori del settore ignorando i diritti dei cittadini e di autori e imprese indipendenti» commenta Alessandro Rubini, autore di software e manualistica libera.
* I pericoli della direttiva
Se la direttiva verrà approvata, il rischio è di introdurre un nuovo strumento di repressione per le libertà degli utenti e, ancor prima, dei cittadini[13]. Tra le sue insidie:
- l'ampiezza del suo campo d'azione, che comprende diritto d'autore, marchi, brevetti, trasmissioni satellitari e via cavo, database, software e altro, senza dare una definizione precisa di «proprieta` intellettuale», espressione che nei veri stati membri ha interpretazioni diverse, vanificando quindi l'effetto di armonizzazione.
- la messa in discussione di libertà civili come la riservatezza, il fair use per l'utilizzo a scopi non commerciali di materiale sotto copyright per attività educative o di ricerca, le procedure di salvaguardia legale (che comprondono, per esempio, il diritto di essere ascoltato durante un procedimento a carico) e la libertà di espressione.
- il rafforzato controllo sull'uso e la distribuzione di dispositivi tecnologici attraverso l'imposizione di licenze unilaterali suscettibili di modifiche o revoca in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione.
- il divieto di disattivazione, neutralizzazione, rimozione o la manipolazione di dispositivi RFID (Radio Frequency ID) che trasmettono informazioni su radiofrequenze come la posizione fisica e gli spostamenti geografici di un individuo.
- l'utilizzo di forze di polizia private, al soldo delle compagnie cinematografiche e musicali, per perquisizioni in abitazioni private appartenenti a sospetti di violazione. Interventi del genere erano possibili solo nel Regno Unito dove le misure "Anton Piller" poteva scattare in caso di estese violazioni commerciali. Con questa direttiva ciò sarebbe esteso a tutti i cittadini europei.
- il ricorso alle ingiunzioni Mareva attraverso cui sarà possibile congelare i conti bancari e le proprietà dei sospetti di violazione prima che questi compaiano di fronte alle autorità che indagano sul presunto reato.
- il sequestro e la distruzione di macchine e strumenti dei fornitori di servizi Internet (ISP) in base al solo sospetto di violazioni perpetrate dai propri utenti.
Per maggiori dettagli e aggiornamenti sulla manifestazione dell'8 marzo a Strasburgo: http://www.ipjustice.org/CODE/
RIFERIMENTI
[1] http://www.gnu.org/philosophy/words-to-avoid.html#IntellectualProperty [2] http://www.vivendiuniversal.com/ [3] http://europa.eu.int/eur-lex/it/com/pdf/2003/com2003_0046it01.pdf [4] http://www.gnu.org/philosophy/words-to-avoid.html#Piracy [5] http://global.bsa.org/eupolicy/copyright/index.phtml [6] http://www.ipjustice.org/CODE/release20040302_en.shtml [7] http://www.ipjustice.org/CODE/rally.shtml [8] http://www.ipjustice.org/ [9] http://www.edri.org/ [10] http://www.fipr.org/ [11] http://www.ffii.org/ [12] http://www.eff.org/ [13] http://www.ipjustice.org/CODE/whitepaper.shtml
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Per maggiori informazioni: http://fsfeurope.org/
Maggiori informazioni per la stampa sono disponibili su: http://fsfeurope.org/press/
by linucs
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