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[analisi] ostaggi, l'importanza e l'utilità di una soluzione fuori dagli schemi
by livorno rossa international Tuesday, Apr. 27, 2004 at 6:54 PM mail:

da mcsilvan per Rekombinant

[analisi] ostaggi, l...
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fermo a schemi comunicativi mutuati dalla guerra del Vietnam, e progressivamente neutralizzati a partire dagli anni '80, il movimento contro la guerra è messo di fronte alla questione degli ostaggi


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Va detto subito con chiarezza: se non si vuol importare la guerra in Italia come è stato fatto per qualche giorno in Spagna, con oltre 200 morti, si deve far sì che le famiglie degli ostaggi sfilino apertamente e senza ambiguità a un grosso corteo contro l'occupazione in Iraq.
Tutto questo assumerebbe un senso immediatamente umanitario e, in una più ampia prospettiva, scardinerebbe i desideri del ceto politico italiano -di centrodestra come di centrosinistra- di badare prima agli interessi energetici in Iraq, poi al problema di restare al passo con gli americani (magari con copertura Onu) e infine di coprire il tutto con la retorica della fermezza.
Quello che è avvenuto mostra come non ci sia nessuna vera azione diplomatica sulla questione degli ostaggi nè istituzionale nè dal basso visto che gli ostaggi sono stati "recapitati" al movimento contro la guerra con enorme sorpresa di quest'ultimo.
Accettare il compito assegnato arbitrariamente dai sequestratori a questo movimento è comprensibilmente sgradevole ma comporta dei grandi vantaggi una volta appurate le reali intenzioni chi ha in mano gli ostaggi. Manifestare nei precisi termini dettati dall'ultimatum infatti

-rende possibile un'azione umanitaria nei confronti di tre persone in chiaro pericolo di vita. Allo stesso tempo le toglie di mano dalla propaganda bellicista tricolore che li ha utilizzati fino a questo momento.

-rende possibile un'altro effetto Zapatero, di sottrazione alla guerra ma con molti meno morti e dal basso, con il diretto protagonismo dei movimenti senza le mediazioni delle cancellerie, interessate solo al futuro del petrolio in Iraq. Non dimentichiamoci che anche Zapatero "ha ceduto al ricatto" come dicono le destre, perchè non dovrebbero farlo i movimenti che non hanno neanche bisogno di legittimare il linguaggio della fermezza ?


-rende possibile delegittimare il linguaggio della "fermezza contro il terrorismo" che alimenta le pulsioni emergenziali e autoritarie di tutto il ceto politico italiano da oltre un quarto di secolo a questa parte. Togliere pubblicamente consenso a questo codice della politica sarebbe una conquista, con un potere emancipatorio unico negli ultimi due decenni.


-rende impossibile inquadrare l'occidente come un'entità culturale compatta e decisa solo a espropriare le risorse del Medio Oriente. In questo senso la diplomazia dal basso potrebbe avere una spinta per nascere davvero e per evitare che i movimenti in futuro vengano messi spalle al muro come accade oggi.


Allo stesso tempo facciamoci qualche domanda. Cosa succederebbe se i tre ostaggi fossero uccisi ? A parte il tragico fatto di aggiungere tre morti al conto di questa guerra aprirebbe una falla nella credibilità del movimento contro la guerra, nella sua capacità di interdizione umanitaria. Lo farebbe sembrare più sinistramente simile al palazzo. E se prima o poi scoppiasse una strage come quella di Atocha ?Quale credibilità in chi avrebbe potuto fare lo Zapatero (e dal basso)
prima e invece ha fatto il prezioso perchè non gli è stato chiesto di mobilitarsi
con le dovute maniere ?


La guerra comincia a finire quando la gente comincia a tornare a casa. Cominciamo a far finire questa maledetta guerra.

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ansa
by caruso Tuesday, Apr. 27, 2004 at 7:01 PM mail:

CARUSO A FAMILIARI OSTAGGI: "PRONTI A MANIFESTARE CON VOI". "Cari, vi scriviamo pubblicamente per raccogliere e rilanciare l'appello di alcuni tra voi a manifestare subito per il ritiro immediato dei militari italiani dall'Iraq e per la salvezza dei tre ostaggi". Comincia così la lettera che il leader dei Disobbedienti Francesco Caruso ha inviato ai familiari degli ostaggi in Iraq, nella quale annuncia che il movimento è pronto a scendere in piazza per la liberazione dei tre italiani.

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hai RAGIONISSIMA
by 1 compagna Tuesday, Apr. 27, 2004 at 7:04 PM mail:

sono assolutamente d'accordo.
è un'occasione unica.

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consenso
by 1 compagno Tuesday, Apr. 27, 2004 at 7:08 PM mail:


cogliamo l'attimo

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è così
by amareggiata Tuesday, Apr. 27, 2004 at 7:17 PM mail:

è proprio così, ma dubito che qualcuno muova un dito. Sono tutti molto preoccupati di dispiacere all'opinionista La Russa.

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nessun problema a manifestare
by tr Tuesday, Apr. 27, 2004 at 7:19 PM mail:

ok Caruso, ma fuori dai percorsi San Pietro-Chiesa del parroco- e Mariavergine benedetta .

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ri-d'accordo:
by 1 compagna Tuesday, Apr. 27, 2004 at 7:22 PM mail:

(effettivamente sta storia di manifestare a S.Pietro è una manifesta stronzata)

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san pietro
by osservatore Tuesday, Apr. 27, 2004 at 7:31 PM mail:


dal papa tutti cercano di tirarsi fuori dalle responsabilità i primi ad aver paura degli ostaggi
che ringraziano il movimento sono gli agnoletti vari che non troverebbero più posto alla tavola del centrosnistra

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anza
by richieste Tuesday, Apr. 27, 2004 at 8:38 PM mail:

IRAQ: OSTAGGI, LE RICHIESTE DEI RAPITORI
DUBAI - ''Italiani organizzate nella capitale manifestazioni pro-iraq, o li ammazziamo ... Vi concediamo cinque giorni, scaduti i quali li uccideremo senza indugio e senza altri avvertimenti''. Un nuovo video con le immagini dei tre ostaggi italiani e' stato trasmesso dalla tv araba al Arabiya, di Dubai.
I rapitori minacciano l'uccisione di Maurizio Agliana, Salvatore Stefio e Umberto Cupertino ''se entro cinque giorni il popolo italiano non manifestera' la volonta' di andarsene dall'Iraq''. La cassetta video con gli ostaggi italiani e' stata consegnata alla redazione di al Arabiya a Bagdad.

LE RICHIESTE DEI RAPITORI: ''Vi assicuriamo che daremo prova di buona fede e li libereremo - dice il messaggio diretto dai sequestratori al popolo italiano - se simpatizzerete con la nostra causa, ci mostrerete la vostra solidarieta' e respingerete pubblicamente la politica del vostro primo ministro, inscenando una grande manifestazione nella vostra capitale per protestare contro la guerra''.

ULTIMATUM: ''Vi concediamo cinque giorni, scaduti i quali li uccideremo senza indugio e senza altri avvertimenti''. Il comunicato che appare inquadrato nel video con i tre ostaggi italiani e mandato in onda dalla tv araba al Arabiya reca la data del 25 aprile. Non e' chiaro se l'inizio dell'ultimatum di cinque giorni, dato dai sequestratori per non uccidere i tre italiani, scatti dalla data impressa nel comunicato o, piu' probabilmente, dalla messa in onda del video oggi.

RIFERIMENTO A BERLUSCONI
Nel testo integrale dei rapitori che si firmano 'Falangi verdi', tradotto dalla tv italiana La7 viene citato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. '' E' oramai chiarissimo, senza ombra di dubbio, che chi vi sta guidando e' un servo agli ordini del suo padrone, e non presta attenzione alcuna a voi. Vi diciamo che le persone detenute da noi sono dei criminali di guerra e delle guardie private che Berlusconi ha assoldato per vigilare sulla sicurezza dei suoi padroni'', recita un passo del comunicato dei rapitori.

PARLA SALVATORE STEFIO: Nel video messaggio trasmesso da al Arabiya, Salvatore Stefio, parla direttamente alla telecamera che lo sta riprendendo. Della sua dichiarazione si colgono soltanto poche parole:''...ogni richiesta per migliorare la nostra permanenza qui da loro''.

IL VIDEO: I tre ostaggi italiani mostrati ora in video, tutti con il viso coperto da folte barbe e con il classico vestito arabo bianco, stavano mangiando. I loro volti apparivano distanti e con lo sguardo assente. Le loro condizioni generali sembrano buone.
27/04/2004 12:55

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la lettera di Caruso ai familiari
by per correttezza Wednesday, Apr. 28, 2004 at 12:26 AM mail:

Cari,
vi scriviamo pubblicamente per raccogliere e rilanciare l'appello di alcuni tra voi a manifestare subito per il ritiro immediato dei militari italiani dall'Iraq e per la salvezza dei tre ostaggi.
In premessa, per non iscrivere anche noi alla lunga schiera degli ipocriti, ricordiamo che non siamo tra quanti distinguono le vittime dalla nazionalità, né abbiamo certo simpatia per il lavoro che i vostri cari svolgevano in Iraq: garantire la sicurezza a multinazionali calate come avvoltoi su un paese spogliato e distrutto.
Eppure riteniamo strumentale e inumano il ricatto della cosiddetta "fermezza". Così come non comprendiamo le voci che denunciano il rischio di strumentalizzazione e perdita di autonomia del movimento contro la guerra.
Preferiamo attenerci alla semplicità dei fatti.
Noi siamo tra i milioni di fratelli e sorelle scesi in piazza per denunciare una guerra imperiale e ingiusta che minacciava lutti atroci alle popolazioni dell'Iraq e del mondo intero. Ora che quella tragica previsione si è avverata sono semmai rafforzate le ragioni della mobilitazione di quanti pretendono l'immediata cessazione dell'occupazione militare e la fuoriuscita da questo incubo globale.
E c'è un importante motivo in più se questa mobilitazione oggi rappresenta un segnale per contribuire alla salvezza di tre persone che rischiano di essere abbandonate dall'ipocrisia del governo. Dietro la linea della fermezza si cela infatti solo la rigida difesa dell'occupazione e la subalternità alla politica anglo-americana.
L'odio e il fondamentalismo "occidentale" del governo Berlusconi seguono una logica inquietante dell'occhio per occhio che alla fine rischia di farci rimanere tutti ciechi e vittime della barbarie della guerra globale permanente.
I movimenti invece non devono dimostrare a nessuno la propria autonomia politica e culturale. La retorica del "non cedere al ricatto" non può ridurli all'inazione in un momento così drammatico in cui l'unica bussola possibile è quella della coerenza coi propri valori e i propri obiettivi.
Le titubanze di alcuni ci sembrano figlie non della paura di una impossibile identificazione con chi gestisce il rapimento, quanto piuttosto delle ambiguità nel seguire l'esempio spagnolo per proporsi come alternativa a Berlusconi e portare il paese fuori dal vietnam irakeno.
Contraddizioni di chi si propone come alternativa all'attuale classe dirigente senza avere una visione seriamente alternativa, non nostre che siamo tra i tanti che questo mondo non aspirano a dirigerlo ma a cambiarlo radicalmente.
Per questo pensiamo e crediamo che in tantissimi raccoglieranno l'invito alla mobilitazione immediata.


Per il movimento dei disobbedienti campani
Francesco Caruso

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