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Torture, nuove foto accusano: "Uomo ucciso a colpi di karate"
by da repubblica Saturday, May. 08, 2004 at 1:25 PM mail:

La Abc mostra la foto di un detenuto ex appartenente al partito Baath finito a percosse e lasciato morire nudo nelle proprie feci. Un soldato britannico rivela: "Ho partecipato ai maltrattamenti per paura degli altri soldati. Laggiù non ci sono più regole".

WASHINGTON - Nuove foto, altre accuse, testimonianze e rivelazioni. All'indomani del "mea culpa" - senza dimissioni - del segretario alla Difesa Usa Donald Rumsfeld, lo scandalo torture portato alla luce dal trapporto Tubaga sulle violenze nel carcere di Abu Ghraib sembra non avere fine.

La Abc ha mostrato la foto di un detenuto iracheno ridotto in fin di vita a colpi di karatè da marines della riserva che poi lo hanno lasciato morire nudo nelle proprie feci. Il caso sarebbe avvenuto in una prigione da campo gestita dai marines nel sud dell'Iraq, nei pressi di Nassiriya, campo White Horse.

Una fotografia mostra il corpo di Nadem Sadun Hatab, un ex funzionario del partito Baath di 52 anni, che morì nel centro di detenzione nel giugno scorso, dopo tre giorni di torture e di maltrattamenti. Hatab venne preso a calci nel petto e percosso a colpi di karatè e fu lasciato morire nudo nelle proprie feci.

Per la sua morte, sono indagati dei marines della riserva, che avrebbero dichiarato di avere ricevuto l'ordine di "ammorbidire" i prigionieri loro affidati in vista degli interrogatori. Il referto medico della morte di Hatab parla di omicidio per strangolamento, a causa della frattura di un osso della gola. L'uomo morì dopo un'agonia di ore.

L'inchiesta ha prosciolto il comandante del campo all'epoca, ma punta sul caporale William Scott Roy, un vice-sceriffo nello Stato di New York, e sul sergente Gary Pittman, pure dello Stato di New York. Roy avrebbe ammesso le sue responsabilità e avrebbe anche testimoniato contro Pitman, che avrebbe colpito Hatab quando l'uomo non eseguì i suoi ordini. Secondo fonti giudiziarie citate dalla Abc, al campo non c'erano interpreti e nessun marine parlava arabo.

Un caso che conferma l'ammissione fatta dallo stesso capo del Pentagono Rumsfeld che vi possono essere altri casi di abusi di detenuti iracheni.

Come pure la testimonianza, raccolta dalla tv britannica Itv, di un ex detenuto della prigione di Abu Ghraib, che racconta di avere visto una ragazzina di 12 anni spogliata e picchiata da personale militare del carcere. Il testimone della Itv è un giornalista della tv araba al Jazeera, che riferisce di essere stato anche lui sottoposto a maltrattamenti nel carcere, dove è stato rinchiuso per 54 giorni.

E ancora: un altro soldato britannico si è fatto avanti, contattando il Daily Mirror per denunciare gli abusi fatti regolarmente subire ai detenuti iracheni e le fotografie dei pestaggi, considerate da chi le scattava veri e propri 'trofei'. Il 'soldato D', così lo ha identificato il quotidiano che pubblica oggi la nuova testimonianza sulle torture, ha ammesso - dicendo ai suoi interlocutori di "non essere un angelo" - di aver preso parte ai maltrattamenti per paura di opporsi ai suoi commilitoni e sempre per paura non ha raccontato quanto accadeva alla polizia militare.

Il giornale pubblica una foto a piena pagina che sostiene di aver ricevuto dal 'soldato D' - in forza al Reggimento britannico già nell'occhio del ciclone per le precedenti accuse di coinvolgimento nello scandalo - e che ritrae un commilitone che fotografa un prigioniero legato e sanguinante all'interno di un veicolo militare.

"Non ci sono regole laggiù. Ho visto trascinare l'uomo a forza nel blindato, pestarlo, prenderlo a calci e pugni, il tutto per un minuto circa di tempo". L'uomo ha raccontato che i suoi commilitoni scattavano fotografie per poi farle vedere agli amici a casa ma ha aggiunto che era poi stato impartito l'ordine di sbarazzarsene.


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Rumsfield dormiva
by ron zzzz Saturday, May. 08, 2004 at 3:32 PM mail:

Rumsfiel non c'era, non ne sapeva niente, e se c'era dormiva.

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comodi capri espiatori
by eine Saturday, May. 08, 2004 at 3:44 PM mail:

ci sarà sempre un'altra campana oltre quella che volete farci ascoltare
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L'aspetto è quello di un pasticcio pieno di ingredienti diversi, ognuno dei quali, esercitando un po' di memoria storica e di capacità di collegamento, puo' essere collegato all'utilità di qualcuno.

Se c'è qualcosa in grado di aiutare a capire l'incapibile, questo è anche l'intuito, "la spinta" a fidarsi delle proprie capacità appunto. Esattamente come è avvenuto dopo il 9/11: mentre il mondo era impegnato a sventolare ideali patriottici e bandierine a stelle e strisce, l'intuito portava molte persone a notare i particolari strani.

Anche in quello che succede intorno all'ultimo "caso mondiale" c'è qualcosa di strano.

L'intuito dice infatti, guardando questa donna sulle foto diramate ovunque, che non è violenta, che sta piuttosto interpretando anche abbastanza male una scena che qualcuno le ha chiesto di fare.

Inoltre veste una divisa, proprio come tutti i non-prigionieri che appaiono nelle diverse foto.
Eppure lo stesso soldato ecuadoregno che ha preferito disertare, e per questo sta per andare sotto processo, ha riferito che erano "contractors", o comunque gente non in divisa, ad occuparsi degli interrogatori, dopo che i soldati avevano preparato i prigionieri con deprivazioni del sonno e minacce.

Set fotografici adatti alla resa in stampa, con tagli e inquadrature professionali, ma completamente assenti di "contractors".
A rimanere invischiati nello scandalo sono ragazzetti e ragazzette di 18-20 anni, gli stessi che tornano a casa distesi sotto la bandiera senza che nessuno se ne accorga. Pischelli appena usciti dalle superiori ed ex clandestini attratti dalla certezza della cittadinanza USA, e da due soldi.

Ma c'è un ingrediente che risulta più sospetto degli altri in questa messinscena: il riferimento sessuale esplicito, che non si può non cogliere.
Gli USA sono andati avanti mesi e mesi a parlare del caso Monica Lewinski, non perchè fosse particolarmente interessante, ma perchè era stato un caso sessuale.

Di sesso malato è intrisa la società globalizzata, che ha sempre più bisogno di stimoli distruttivi per godere di una cosa semplice come il sesso.
Si massacrano bambine di tre anni, si stuprano e si uccidono donne, e purtroppo anche gli animali devono sopportare la loro parte di silenziose e tristi vittime di un fiorente mercato economico. Nessuno fa mai i conti sul mercato del sesso, ma forse è ancora più fiorente di quello della guerra. Chi riceve profitti da uno riceve profitti anche dall'altra, non cambia nulla. Oltre che dalla droga, dagli psicofarmaci e da un sacco di altre cose dannose che confondono e schiavizzano sempre di più l'essere umano.

Sotto una specie di appartenenza, anche questa solo di facciata (religione, razza, famiglia, ecc) se la ride la rete mondiale che controlla la finanza del pianeta: quelli che armano un dittatore e al tempo stesso i suoi oppositori. Perchè non interessa avere un motivo per fare una guerra, l'importante è ARMARE.

Lo scopo di creare conflitti è guadagnare, e per crearli bisogna conoscere bene una parte e l'altra, sapere su che leve spingere affinchè gli eventi vadano in una direzione piuttosto che in un'altra. Molti sono i pupazzi che si prestano ad essere manovrati dal potere e dagli ampi guadagni: il povero cocainomane Bush, continuamente tenuto a balia e controllato dal suo vice, ne è un esempio.

Se nel mondo occidentale queste foto hanno avuto un impatto scabroso, si può lontanamente immaginare quale si ipotizzi che sia l'impatto nel mondo arabo, dove queste sceneggiate sex-splatter sono molto lontane dal vivere quotidiano.
I tromboni mondiali si sono affrettati a dire che l'odio antiamericano dopo queste foto ha raggiunto livelli inimmaginabili.
C'è invece chi si immagina che sia l'ennesima "operazione pubblicitaria preventiva" per preparare il terreno al prossimo grosso attentato anti-USA o anti-coalizione. Quello che sbarrerebbe il passo a ogni tentativo di intervento ONU (blah!) o ancora meglio a un passaggio di poteri a un governo iracheno.

La pace non fa male alla religione, al lavoro, alle aspirazioni politiche. La pace fa male unicamente al mondo della finanza internazionale. Ricordiamocelo quando vedremo ancora stupidi capri espiatori venire usati come bersagli mondiali. Questi stupidi sono ragazzini e ragazzine che abitano in baracche come questa, non nelle ville costruite sulle isole che acquistano o nei palazzi da sogno dei loro burattinai.


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