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*disobbedire alla politica di guerra*
by i/le Disobbedienti Wednesday, Jun. 02, 2004 at 3:23 PM mail:

*disobbedire alla politica di guerra*

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Hic sunt leones.

Ritirare le truppe di occupazione italiane, disobbedire alla politica di guerra.

Da Bologna verso Roma.



Oggi centinaia di donne e uomini si sono opposti all'occupazione militare di Piazza Nettuno dove il potere si autocelebrava facendo marciare rappresentanti delle truppe che stanno occupando l'Iraq e l'Afghanistan.

Così come le forze armate italiane occupano militarmente i territori dell'Iraq contro i civili iracheni stessi, nello stesso modo le medesime forze armate hanno pensato stamattina di poter occupare militarmente uno spazio pubblico e civile della nostra città.

Tra fanfare e batter di tacchi il sottosegretario alla guerra Berselli parlava di fronte a una piazza deserta: Bologna forse si ricorda ancora che il due giugno si celebra la vittoria della Repubblica contro una monarchia alleata del fascismo, non le forze armate.

Abbiamo portato in quella piazza parole di resistenza e diserzione alla guerra, abbiamo violato il divieto di manifestare intimatoci solo ieri dal questore Fulvi. In questo momento di difficoltà e di perdita di consenso sulla guerra (nessuno crede più alla tragica favoletta della missione di pace di fronte all'invio dei carri armati e alle migliaia di morti) e a soli due giorni dalla visita dell’imperatore Bush a Roma volevano far tacere il dissenso.



Non ci sono riusciti.



Siamo invece riusciti noi a disturbare per tutta la sua durata la squallida celebrazione che si svolgeva sotto i nostri occhi: abbiamo gridato insieme ad una moltitudine di coscienze indignate le nostre ragioni e coperto con le nostre voci i patetici inni e le marcette che accompagnavano i discorsi retorici.

Finita la pagliacciata patriottica, i reparti di carabinieri e polizia hanno continuato a presidiare una piazza vuota per impedirci di arrivare al sacrario dei partigiani.

A quel punto è bastato l’avvicinarsi del corteo a questa piazza vuota a scatenare un pestaggio a freddo. Non appena alcuni compagni hanno scavalcato le transenne, violando l'ennesima zona rossa gli agenti hanno reagito brutalmente: cariche violente, manganellate alla stampa, calci in faccia a due ragazzi finiti a terra.

Queste sono le pratiche di guerra in zone cosiddette di pace.

Contiamo diversi feriti con lesioni più o meno gravi, alcuni dei quali ancora in ospedale con prognosi da definire e molti contusi.

L'obiettivo era chiaramente quello di distruggere il dissenso. I due ingiustificati pestaggi consecutivi hanno dimostrato che gli ordini delle alte sfere dell’esercito e del governo, infastidite dalla contestazione subita, erano quelli di fare male, compiendo una vendetta nei confronti di centinaia di uomini e donne considerati veri e propri nemici.



Abbiamo resistito ai pestaggi e dopo circa mezzora siamo riusciti finalmente a liberare quella piazza che fino a prova contraria non appartiene alle forze armate, ma alla società civile e ai movimenti.

Ma il nostro disobbedire alla macabra logica della guerra globale non finisce oggi: saremo a Roma il 4 giugno da cittadini ribelli e non da sudditi, fin dalla mattinata per costruire una giornata dove ci conquisteremo il diritto al dissenso e agiremo il sabotaggio.



Appuntamento venerdì ore 1.30 AM in stazione centrale a Bologna: treno occupato per Roma.



Con la rabbia nel cuore e dalla parte di chi disobbedisce e resiste alla guerra globale permanente.



I/Le Disobbedienti

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Foto e video tra breve su: http://www.globalproject.info/index-it.html

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