Sono entrato a far parte del sindacato Fiom spinto da un amico sindacalista di cui ho particolare stima, mosso dal desiderio di poter migliorare concretamente le condizioni di lavoro dei miei colleghi. Era ed è il mio obiettivo, che ho cercato di portare avanti partecipando alle elezioni. Non conoscevo direttamente molti degli altri candidati e , a dire il vero neppure il segretario.Volevo cercare, forse utopisticamente, di creare insieme agli altri sindacalisti un rapporto più diretto e sincero con i miei colleghi operai , spazi dove si potesse esporre e condividere le problematiche inerenti al nostro impiego, ponendo come mio unico e principale scopo le difficoltà concrete dei lavoratori. Tutto questo non era “estremismo” anche se falcimente vengono appiccicate bandiere sulla schiena delle persone, ma solo chiarezza, eppure mi è sembrato di vedere un notevole cambiamento nel rapporto con gli stessi sindacalisti Fiom, avvertendo difficoltà nell’instaurare con loro un rapporto produttivo,talvolta anche un semplice dialogo, per il sindacato di cui facevamo parte e per gli stessi operai (anche se ci si chiama compagni!!!).Ci siamo battuti in cerca di verità , non contro il Sindacato ma per il Sindacato.Un sindacato per gli operai.
Ricordo un brano tratto dalla “Psicanalisi della società contemporanea” di Erich Fromm, che mi pare particolarmente adatto a quanto da me esposto:
Ma nella nostra epoca di conformismo, il metodo democratico è giunto sempre più a significare che una decisione di maggioranza è necessariamente giusta ed è moralmente superiore a quella di minoranza, e per tanto la maggioranza ha il diritto morale di imporre la sua volontà alla minoranza. Proprio come afferma la pubblicità di un prodotto lanciato su scale nazionale “dieci milioni di americani non possono aver torto” e per tanto la decisione di maggioranza è interpretato come una convalida della sua giustezza. Questo è evidentemente un errore; in effetti, sul piano storico tutte le idee “giuste”, sia in politica, sia in filosofia, nella religione come nella scienza, erano originariamente idee delle minoranze. Se si fosse deciso il valore di un’idea su base numerica , si vivrebbe ancora nelle caverne.
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