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Dal campo profughi di Deheishe
by agila Friday, Aug. 20, 2004 at 11:33 PM mail:

La vita nel campo profughi sembra apparentemente normale, i negozi sono aperti, la vita scorre apparentemente tranquilla, la gente esce, i bambini giocano per le strade.

Dal campo profughi d...
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Dopo piu' di due anni torniamo al campo profughi di Deheishe, vicino a Betlemme.
Avevamo lasciato l'area, nella Pasqua del 2002, un cumulo di macerie e desolazione dopo l'ennesima occupazione dell'esercito israeliano.

La trasformazione ora e' sorprendente e ce ne accorgiamo subito. Le strade sono completamente asfaltate la dove il passaggio dei carri armati e dei bulldozer le aveva rese impraticabili.

Arriviamo a Ibdaa, il centro culturale che ci ospita di nuovo.
La vita nel campo profughi sembra apparentemente normale, i negozi sono aperti, la vita scorre apparentemente tranquilla, la gente esce, i bambini giocano per le strade.
Ma questa normalita' e' solo una patina sotto la quale e' celata l'angoscia e lo sconforto provocati da una occupazione snervante che si protrae ormai da troppi anni.

Infatti, addentrandoci nel campo ci fanno notare le case abbattute la settimana scorsa dall'IDF. Spesso gli israeliani fanno delle incursioni mirate per colpire le case dei combattenti palestinesi, punendo sommariamente le loro famiglie, demolendone le case con la dinamite.

E' la settimana in solidarieta' con i prigionieri politici detenuti nelle carceri israeliane.
I detenuti sono quasi 8000 e vivono in condizioni disumane, fuori da ogni diritto internazionale, non essendo ritenuti prigionieri di guerra.

Con tutti i bimbi e le bimbe di Ibdaa ci rechiamo a Betlemme dove, nella sede della croce rossa e' stata messa una delle tante tende allestite in tutta la Palestina, in solidarieta' con lo sciopero della fame iniziato dai detenuti qualche giorno fa.

Siamo tanti e sul pullman si canta Bella ciao in italiano, ed incredibilmente, soprattutto le bambine, la sanno tutta a memoria.
Arriviamo al sit-in e sfiliamo davanti alle numerose fotografie portate dai familiari dei detenuti.
Gli uomini parlano, i bambini cantano e danzano balli di liberazione e di pace.
L'atmosfera e' abbastanza distesa e sembra ormai lontana da quella di qualche anno fa.
A ricordarci che le restrizioni e l'oppressione israeliana non sono finiti, e' il pensiero che i presenti dedicano ai 28 uomini che furono deportati a Gaza nel giugno 2002.
Deportati perche' cercarono di resistere all'invasione israeliana e come ultimo gesto si serrarono dentro la chiesa della nativita' portando in salvo molte famiglie di Betlemme.

Gli anni sono passati, le strade ricostruite ma loro a Deheishe non ci possono tornare, di loro per ora rimangono solo quelle foto attaccate ad un muro.

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non ci sono campi profughi
by la voce del buon senso Saturday, Aug. 21, 2004 at 6:30 AM mail:

non esistono campi profughi palestinesi.
esistono normail citta' fondate da profughi 50 anni fa', dove ormai non si vive in tenda ma in case. allora anche tel-aviv e' un campo profughi, perche' fondata da pprofughi.
chiamare le citta' palestinesi "campi profughi" e' un modo per mantenere vivo il rancore per una cosa successa nel 1948.

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esistono i campi profughi
by luca Saturday, Aug. 21, 2004 at 3:11 PM mail:

purtroppo invece siamo tornati ai campi con le tende ad esempio a Rafah (sud della striscia di Gaza) dove l'IDF continua a demolire case per, a suo dire, allargare la "terra di nessuno" al confine con l'Egitto

Ora le demolizioni sono diventate numerose e l'UNRWA ha dovuto mettere su anche delle tendopoli perche' le solite soluzioni non bastavano piu' (alberghi, case dei parenti etc.)

Vorrei far riflettere un po' tutti sul fatto che Israele decida di allargare il confine e quindi prende e demolisce le case buttando tutti in mezzo alla strada

Se avvenisse in qualsiasi altro paese tutto cio' sarebbe uno scandalo e quanto meno lo stato dovrebbe provvedere ad una sistemazione alternativa

Oltretutto Israele e' una potenza occupante ed allo stato di Israele spetta un compito di protezione e cura della popolazione civile che vive nei territori occupati. Certo e' vero che Israele disattende in moltissime parti le Convenzioni di Ginevra, ma e' anche vero che non dobbiamo mai smettere di denunciare tutto cio'

Venga rispettato il diritto umanitario e di guerra

per le foto delle tende e delle demolizioni:

http://www.rafahtoday.org/details/homeless.htm

http://www.rafahtoday.org/details/demolitions.htm

sic!

:-((


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raziocinio assente!
by brd Sunday, Aug. 22, 2004 at 10:35 AM mail:

non credo che chi si è firmato " voce del buo n senso " sia mai stato in ,medio oriente....cioè in palestina, in giordania, in libano, in syria....
io ho avuto imodo di girare quel bel pezzo di mondo...dheheishe è un campo profughi, non è definibile in un altro modo, così come sabra, chatila , yarmouk camp e così via, centinaia di nomi di campi, ancora vivi, ancora in lotta....ancora CAMPOI PROFUGHI in tutto e per tutto. nel sud del libano ci sono piscine e campi da tennis...i campi palestinesi non hanno fogne se non a cielo aperto con i bambini che ci giocano dentro, morendo a decine per le malattie della pelle causate da fogne, da mancanza di raggi del sole nei piani bassi degli strettissimi vicoli di shatila....
non parlate se non avete visto con i vostri occhi...soprattutto se vi firmate BUON SENSO, perchpè quella che hai scritto è una cosa senza senso.
te ne accorgeresti in 5 secondi se mettessi piede in quella terra.
dheheishe mi ha catturato il cuore n quella pasqua 2002, col suo amore , con la sua vita, col suo dolore che da campo profughoi ti trasmette e alscia dentro.

si chiama DHEHEISHE CAMP non perchè fa romantico scrivere camp dopo il nome, non perchè nasce coi profughi del '48...ma perchè è un campo, lo è ora come prima: ti invito ad andarci e poi a fare un salto a tel aviv...anzi....ti invito ad andare a sabra a pochissimi chilometri ( è un quartiere ormai) della lussuosa e modernissima beirut...vai e poi parleremo di buon senso.

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