Ora lo scenario cambia, secondo gli sciacalli (qualcuno li chiama falchi, ma lo stile del falco non si addice a certi squallidi prsonaggi): "finalmente anche gli sciocchi pacifisti si rendono conto della guerra".
Con il rapimento delle due ragazze di "Un ponte..." si è tornati al triste berciare delle solite cornacchie. Occorre sempre un portavoce di qualcosa o di qualcuno, oggi ogni singolo in grado di esprimere sentimenti, umanità e (non guasta mai) un pizzico di intelligenza, deve poter dire la sua.
Ora credo debbano essere chiare alcune cose:
1. avevamo capito che di guerra trattavasi, non eravamo noi a dire che i militari italiani (armati e con regole d'ingaggio precise)erano laggiuù per portare la pace; 2. nessuno si è mai sognato di definire i rapimenti, le decapitazioni e altri sfoggi di bassa macelleria attribuibili alla "resistenza", d'altronde gli elettrodi nelle palle e le ammucchiate di prigionieri nudi, non ci sono parsi sfoggio di grande eleganza da parte lei civilissimi soldati americani, oltre che i massacri di civili con la guerra chirurgica; 3. non abbiamo mai eletto gli irakeni e Saddam a simbolo della riscossa del terzo mondo contre i paesi ricchi, abbiamo detto piuttosto che l'assurdo ruolo preso dagli USA a gendarme della terra, ci sembrava indelicato e antidemocratico nei confronti dell'ONU (cioè il resto della terra), in America gli sceriffi sono eletti mi sembra, e io non ho mai dato il voto allo sceriffo Bush; 4. le ONG come "Un ponte per Bagdad", Enzo Baldoni e tanti nostri amici e compagni che si trovano lì, immagino siano a testimoniare con pratiche di pace che esiste una possibilità di pace, nessuno di loro ha pensato o pensa di avere "salvacondotti" o "sconti", quando neanche la croce rossa sa di averli, (non hanno mai sparato gli americani sulle ambulanze della croce rossa?) sono sereni e convinti di agire con giustizia, ma non fessi, le ragazze, Baldoni e chissà quanti altri, sanno benissimo i rischi che corrono, le "vacanze intelligenti" non sono ancora arrivate a quel livello di sofisticazione, quando ci arriveranno, saremo felicissimi di proporle a Feltri e Farina; 5. l'informazione così come il prodigarsi per la rinascita in Iraq di una società civile, fanno parte nel nostro bagaglio morale e culturale, le rozze ironie dei pennivendoli di cui sopra, sono fuori luogo e un tantino sconce, se un "giornalista della domenica" porta e trasmette verità: abbiamo un "GIORNALISTA", livello a cui Feltri e Farina non arriveranno mai; 6. noi che scriviamo sul web e nei vari blog siamo "giornalisti della domenica", qualcuno di noi ha anche avuto il coraggio e la forza di partire e vivere e vedere la verità, è morto.
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