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Alcune considerazioni sul FSE di Londra
by vari Friday, Oct. 22, 2004 at 7:25 AM mail:

di Piero Bernocchi, Marco Bersani, Raffaella Bolini, Salvatore Cannavò, Roberto Giudici, Maurizio Gubbiotti, Piero Maestri, Alessandra Mecozzi, Felice Mometti, Luciano Muhlbauer, Alfio Nicotra, Anna Pizzo, Franco Russo

ALCUNE CONSIDERAZIONI
SUL FORUM SOCIALE EUROPEO DI LONDRA

Abbiamo lavorato per un anno alla preparazione del Forum Sociale Europeo di Londra. Sapevamo quanto fosse complessa la situazione in Gran Bretagna, dove a una grande capacità di mobilitazione -contro la guerra soprattutto- e a una partecipazione sociale diffusa non corrispondevano adeguate relazioni unitarie.

La preparazione del FSE ha prodotto l’allargamento del comitato preparatorio inglese ai sindacati e a grandi coalizioni, ma non è riuscita a superare conflitti e tensioni che si sono evidenziate lungo tutto il percorso, in particolare per la difficoltà di relazione fra organizzazioni politiche e sindacali e strutture di base in Gran Bretagna, mentre è stato incluso nel comitato preparatorio una rappresentanza istituzionale diretta della GLA.

Come “Gruppo di lavoro italiano per il FSE”, abbiamo in questi mesi cercato di dare un contributo positivo. E anche da questa esperienza ricaviamo una conferma che la pratica dell’inclusione democratica è condizione vitale per il movimento dei movimenti, e deve essere la base essenziale per proseguire il percorso che ci porterà ad Atene nella primavera del 2006.

Ci siamo impegnati, insieme ad altre delegazioni nazionali, per evitare che le tensioni producessero fratture ingestibili e per far sì che le differenze trovassero modalità di convivenza, convinti di dover salvaguardare lo spirito del Forum come spazio pubblico aperto e accogliente. In questo senso avevamo salutato positivamente gli accordi dell’assemblea preparatoria di Berlino, che tra l’altro aveva istituito lo spazio autonomo come parte del Forum.

Il grande risultato di partecipazione, con più di ventimila persone -in gran parte giovani- provenienti da tutta Europa che per tre giorni hanno affollato plenarie e seminari conferma che questo percorso ha un senso, e che vale la fatica di costruirlo.

Anche durante lo svolgimento del Forum, ci siamo impegnati a fondo per una gestione positiva e politica delle situazioni di conflitto che si sono prodotte. Insieme alle altre delegazioni europee siamo così intervenuti affinché il Forum aprisse le sue porte al centinaio di persone che, sabato pomeriggio, ha organizzato l’interruzione della plenaria dove era originariamente prevista la partecipazione del sindaco Livingstone.

Nella stessa serata, la riunione preparatoria dell’assemblea dei movimenti sociali ha concordato una dichiarazione di condanna dell’operato delle forze dell’ordine -che avevano caricato i manifestanti appena fuori dell’Alexandra Palace e fermato alcuni di loro- e si è impegnata a intervenire per il rilascio dei fermati.

Riteniamo tuttavia necessario riflettere attentamente sul fatto che per la prima volta in un Forum sociale europeo dei dibattiti programmati collettivamente non sono potuti realizzarsi. È successo in due occasioni, nel caso del dibattito dov’era previsto l’intervento di Livingstone e, precedentemente, in quello della plenaria sull’Iraq. Si è trattato di due fatti diversi, con motivazioni di natura molto diversa e ad opera di gruppi diversi. Nel primo caso d’altronde l’assemblea ha ripreso il suo corso, mentre nel caso della plenaria sull’Iraq ha dovuto essere annullata. Tuttavia, quando all’interno di uno spazio aperto, qual è il Forum, le differenze si trasformano in impossibilità di comunicazione, allora c’è un problema.

Nella mattinata di domenica, all’inizio dell’Assemblea dei Movimenti Sociali ci sono stati due interventi che hanno spiegato le ragioni della contestazione del giorno prima e di nuovo tutta l’assemblea ha espresso solidarietà ai compagni fermati.

Il buon esito dell’Assemblea, da cui è emerso un lungo e impegnativo documento che ribadisce l’unità del movimento contro la guerra, il liberismo e il razzismo, dandosi appuntamento in diverse giornate di azione europee, è anche e soprattutto il frutto del clima positivo creato da una gestione europea ed unitaria dell’assemblea, tenendo così aperti gli spazi alla partecipazione democratica e al rispetto delle differenze.

La manifestazione di domenica pomeriggio è stata al contrario interamente gestita dal comitato organizzatore britannico. A differenza di Firenze e Parigi, le delegazioni europee non sono state coinvolte in alcun modo nella sua organizzazione: né nella costruzione della sua composizione, né nella sua gestione politica, né nella definizione del palco e degli oratori, tra i quali infatti non figurava nemmeno una voce non britannica. L’unico coinvolgimento si era dato in occasione dell’ultima riunione europea di preparazione di Bruxelles, nella quale era stata definita dopo lunghe discussioni la piattaforma, peraltro successivamente oscurata dalle parole d’ordine decise al comitato organizzatore britannico.

Ricevuta la notizia degli arresti e del blocco dei manifestanti avvenuti in mattinata presso la stazione di Kings Cross, siamo intervenuti immediatamente sul comitato britannico e direttamente -anche con l’aiuto dei parlamentari europei presenti- sulla polizia inglese per la rimozione dell’accerchiamento di polizia ed il rilascio dei fermati.

I successivi avvenimenti sotto il palco dimostrano ancora una volta che l’assenza di comunicazione e di gestione politica dei conflitti non producono nulla di buono per i movimenti. E riteniamo grave per tutti e tutte che sia potuto avvenire l’arresto di un compagno impegnato sin dall’inizio nella costruzione del Fse di Londra in una piazza del movimento.

Il nostro impegno perché il FSE sia uno spazio pubblico aperto, inclusivo e multiculturale esce rafforzato dall’esperienza di questi giorni. Porteremo questa convinzione nell’assemblea europea di riflessione che si terrà a dicembre, dove dovremo affrontare una discussione di fondo sull’esperienza fatta in questi due anni e sul futuro del nostro processo.

La grande partecipazione spontanea al Forum di Londra dimostra che il processo dei Forum è vivo e che risponde a un bisogno diffuso. Il movimento sempre più diventa davvero un “movimento di movimenti”, con proprie aggregazioni unitarie, proprie piattaforme e proprie agende -che il Forum deve rispettare, valorizzare, mettere in comunicazione e in collegamento. Le strutture preparatorie del Forum devono sapersi aprire e allargare, costruire il Forum con un metodo maggiormente partecipativo, avere la capacità di prevenire e, se no, gestire i conflitti al proprio interno.

La democrazia nei movimenti è tema complesso e non ci sono ricette semplici, ma c’è un’esperienza collettiva accumulata in questi anni . Siamo plurali e le nostre differenze sono tante, ma condividiamo un comune spazio politico e sociale basato sulla lotta alla guerra, al liberismo e al razzismo. Affinché la nostra pluralità possa essere arricchimento e crescita e non problema e ostacolo, occorre che non venga mai meno l’inclusione, l’ascolto e il rispetto reciproco.

21 ottobre 2004

Piero Bernocchi, Marco Bersani, Raffaella Bolini, Salvatore Cannavò,
Roberto Giudici, Maurizio Gubbiotti, Piero Maestri, Alessandra Mecozzi,
Felice Mometti, Luciano Muhlbauer, Alfio Nicotra, Anna Pizzo, Franco Russo

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gestione politica del conflitto?
by wb Friday, Oct. 22, 2004 at 9:34 AM mail:

non e' gestione politica del conflitto far arrivare la voce di una bella fetta di movimenti che sono tenuti oculatamente fuori dai giochi? anche dagli stessi giochi del gruppo dei "capi" dei fori sociali italiani che agiscono a prescindere dai segnali che il popolo buono solo per scendere in piazza ogni volta che viene chiamato a farlo da'? non e' gestione politica del conflitto oltreche' doveroso il prendere le distanze da una gestione cosi' penosamente verticistica e "vecchia" dell'ESF? non lo e' ancora dire che anche a parigi c'era uno strafottuto servizio d'ordine a cura dei partiti di sinistra che ha fatto cordone dando bastonate e provocando l'intervento della polizia contro lo spezzone anarchico numerosissimo e altri schifati da tutto cio'? e non lo e' dire che a firenze il servizio d'ordine della CGIL e tutti i destrorsi socialforumini stavano li' a tenere a bada tutti coloro che indossavano una maglietta nera perche' i "violenti" dovevano stare "fuori" dallo schema ordinato che i fori sociali con poca fantasia e in un processo costante di rimozione del conflitto (altro che comunicazione e gestione politica dello stesso) si erano dati?
io mi ricordo tutto questo e mi ricordo perfettamente ogni frase pronunciata dai "portavoce" dei fori sociali nella commissione parlamentare che si e' occupata del g8 di genova. mi ricordo delle singole parole dette in ogni trasmissione televisiva. perche' gestione politica del conflitto non puo' essere un processo di rimozione collettiva e non puo' neppure essere la negazione di tutto quello che e' avvenuto e di cio' che avviene ancora. la gestione politica del conflitto, e lo ripeto ancora, non puo' essere basata sullo schema divisorio tra buoni e cattivi perche' lo schema allora varra' per tutt* e dunque anche per chi accusa i fori sociali di istituzionalizzazione e di inutilita' rispetto alle esigenze dei movimenti in questo momento storico.
in ogni caso i segnali di sconforto e di disapprovazione dei fori sociali italiani nei confronti dell'operato della polizia inglese non devono poi essere arrivati tanto bene dato che nessuno ne sa nulla. ma non c'era un gruppo di comunicazione fantastico che riesce a piazzare le parole di agnolotti e vari in ogni lancio d'agenzia possibile? com'e' che questa cosa non e' stata ripresa da nessuna parte?
ci sara' pure una gestione politica della comunicazione oltre che dei conflitti? :)

arrivederci alla prossima campagna elettorale, tanto vi vedro' nelle liste di rifondazione e affini, giusto?
e il brutto e' che potreste essere il meno peggio....
in questo momento i fori sociali sono solo contenitivi dei conflitti che con vostra grande sorpresa andrebbero "affrontati" "discussi" e non "gestiti". la gestione e' per le aziende e per i servizi d'ordine e non per quello che ama definirsi "IL MOVIMENTO dei movimenti".

peace & love

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opinione flessibile
by precario devoto al santo Friday, Oct. 22, 2004 at 10:17 AM mail:

ho letto con interesse il comuniato inviato dai compagni, anche perchè, a mio avviso, il sequestro degli hard disk ha causato come danno principale proprio la non copertura del fse e soprattutto della discussione parallela che questo ormai da tre anni genera. è infatti da firenze che una parte del movimento, per me la migliore, esprime i grandissimi limiti del carrozzone sf, proponendo e non negando (vedi la nascita del progetto global piuttosto che l'hub progect), ponendosi il problema di restare all'interno della società ma fuori da schemi di compatibilità con il Potere (quello con la P maiuscola, quello che vede la morte come un possibile "effetto collaterale").

Ma non tutti i mali vengono per nuocere....

oggettivamente il social forum non è mai stato questo grande spazio di partecipazione, almeno per me, militante precario, diviso fra la pulizia del mio cso e le bollette, ma l'avevo sempre inteso come un momento in cui sentire le idee di chi, di gran lunga più vecchio di me, e sottolineo vecchio, aveva da condividere. ma da un pò di tempo a questo parte mi sa che si è passato il segno. il dialogo di cui si parla sopra non è dato e alle volte l'unità e il bisogno di inclusione si traduce in corruzione. di che cazzo dovete ancora discutere quando non si riconoscono come fondamentali e imprescindibili i punti venuti fuori dal mondial forum, neanche di quest'anno ma di due anni fa? per intenderci no pregiudiziale a guerra e neo liberismo. Mi si potrebbe rispondere che il mondo è cambiato da allora, ma io posso solo squotere la testa e chiedermi se tanti discorsi "complicati" servono solo a giustificare la mancanza di coerenza. anche perchè, la gente normale, quella che per voi sono le masse da addestrare, non ha il tempo di stare dietro ai grandi discorsi, e quando non ha niente di pratico da dirsi fa altro, consapevole che il mondo e più in particolare la propria vita vive di contraddizioni alle volte non immediatamente risolvibili, e non di psicodrammi e grandi dissidi filosofici.

Amici e compagni che amate la vostra voce ogni tanto imparate a tacere e ad ascoltare quello che la "società civile" ha da dire. scoprireste un mare di conflittualità, idee, gioia, rabbia, resistenze. perchè le idee volano libere nel cuore di chi le accoglie.



lunga vita al santo.

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problemi tra sindacati di..
by devoto a Satana Friday, Oct. 22, 2004 at 10:33 AM mail:

..polizia.

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Già, ci deve essere un problema
by Osservatore Friday, Oct. 22, 2004 at 12:41 PM mail:

<<Riteniamo tuttavia necessario riflettere attentamente sul fatto che per la prima volta in un Forum sociale europeo dei dibattiti programmati collettivamente non sono potuti realizzarsi. È successo in due occasioni, nel caso del dibattito dov’era previsto l’intervento di Livingstone e, precedentemente, in quello della plenaria sull’Iraq. Si è trattato di due fatti diversi, con motivazioni di natura molto diversa e ad opera di gruppi diversi. Nel primo caso d’altronde l’assemblea ha ripreso il suo corso, mentre nel caso della plenaria sull’Iraq ha dovuto essere annullata. Tuttavia, quando all’interno di uno spazio aperto, qual è il Forum, le differenze si trasformano in impossibilità di comunicazione, allora c’è un problema. >>

Molti, che non erano presenti alla plenaria sull'IRAQ, per capire meglio vorrebbero avere qualche chiarimento in più sull'entità della contestazione e sul suo oggetto, il ruolo dell'IFTU. Per quanto mi pare di capire L'IFTU sarebbe l'unica federazione sindacale riconosciuta in IRAQ, sia da Pachachi che da Allawi (come indicano per eesempio gli stralci del comunicato riportato di seguito). La vicenda non pare per nulla marginale e meriterebbe qualche approfondimento.



[...]
http://www.uslaboragainstwar.org/article.php?id=4687
On January 28, 2004 the Iraqi Governing Council -IGC passed resolution
number 16, signed by Mr. Adnan Pachachi , president of IGC which endorses
the executive bureau of the Iraqi Federation of Trade Unions-IFTU as the
official and legitimate representative of labour movement in Iraq. This
means that all other trade unions and labour organisations, which came as
the result of free election by workers, are illegal and unofficial. This
decision is in sharp contradiction with the international principles set by
ILO, article 87 and 98 of ILO conventions which declare that establishing
labour unions is the right of the workers themselves, and that governments
must not intervene in this issue.
[...]
Decree No 16 2004 (28 January), issued by IGC President Adnan Pachachi,
says that the IFTU and its President, Mr Rasem Hussein Abdullah are "the
legitimate and legal representatives of the labour movement in Iraq."
[...]
This decision is the extension of the Baathist tradition, which regarded
unions a tool in the hands of the state to subject workers. This
contradicts all efforts aimed to establish a civil society in Iraq free
from oppression and discrimination.

Aso Jabbar
In Charge of Federation of Workers Councils and Unions in Iraq-FWCUI
Union of Unemployed in Iraq -UUI

19.04.2004

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forma e contenuto
by nowar Friday, Oct. 22, 2004 at 3:54 PM mail:

Eh, già oltretutto mentre tale organizzazione sindacale viene "riconosciuta" dal governo fantoccio di Allawi come "legittima" le altre federazioni devono inventarsi "clandestine" come dimostrano gli arresti e le chiusure di sedi sindacali della Federazione degli Operai dell'Iraq denunciate persino dai rappresentanti greci della centrale sindacale europea.
Oltretutto il Partito "Comunista" dell'Iraq siedeva nella Coalzione Provvisoria di Paul Bremer ed ora collabora con Allawi. Ma d'altronde un partito sedicente "antimperialista" che per anni ha sede ufficialmente in una delle capitali dell'imperialismo più aggressivo (Londra, appunto)...
Forse non è proprio vero, come dice invece il comunicato di Bernocchi & co., che sono di natura diversa gli episodi della contestazione dell'iniziativa sull'Iraq e di quella che vedeva la presenza del sindaco Laburista di Londra Ken Livingston (nonché "padrino" di questo ESF con 400.000 sterline versate). Aldilà dei metodi di contestazione utilizzati (la forma), forse queste cose andrebbero analizzate meglio e investigate un po' di più (il contenuto).

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Il Patatrac
by Campo Antimperialista Friday, Oct. 22, 2004 at 8:52 PM mail:

La Resistenza irachena irrompe nel Social Forum Europeo

Abbiamo letto la dichiarazione intitolata ³ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL FORUM
SOCIALE EUROPEO DI LONDRA² a firma di di Piero Bernocchi, Franco Russo,
Marco Bersani, Raffaella Bolini, Salvatore Cannavò, Roberto Giudici,
Maurizio Gubbiotti, Piero Maestri, Alessandra Mecozzi, Felice Mometti,
Luciano Muhlbauer, Alfio Nicotra, Anna Pizzo. Questa dichiarazione ha un
merito indiscutibile: non ha alcuna sostanza e non chiarisce le ragioni del
patatrac del Forum di Londra, le cui responsabilita¹ fa ricadere
esclusivamente sulle spalle degli inglesi. Troppo comodo.

Ma cos¹e¹ successo a Londra? E¹ successo che ci sono state durissime
contestazioni alla burocrazia socialforumista, fino al punto che dibattiti e
plenarie sono saltati, con autentici tafferugli. Alcuni hanno protestato per
i costi (30 sterline per il biglietto d¹ingrsso ai lavori del Forum, 10
sterline per dormire in sacco a pelo); altri per le esclusioni di alcuni
gruppi antagonisti (alcuni compagni antimperialisti che volevano partecipare
alla manifestazione di domenica sono stati diffidati dal farlo dalla polizia
londinese la quale avrebbe affermato che avrebbero potuto partecipare al
corteo solo se glielo avesse confermato la direzione del Social forum - e
questa avrebbe detto no). Gira un volantino dei contestatori: «Come i
governanti europei si incontrano in fortezze isolate, protette da forze
private e statali, così i delegati del social forum europeo a Londra si
incontrano in palazzi lontani dove guardie private decidono chi può entrare
e chi no, chi ha pagato e chi no». Succede anche che alcuni disobbedienti
che avevano preso parte alle contestazioni di venerdì e sabato sono stati
arrestati a latere del corteo di domenica. Volano accuse gravissime:
L'impressione che il Social forum abbia chiesto alla polizia di intervenire
e arrestare chi li aveva contestati - circolata già domenica pomeriggio -
rimane. Tanto più che nessuno tra gli organizzatori dell'Esf ha speso parole
di solidarietà in favore dei fermati o lanciato appelli per la loro
liberazione. «C'è un problema politico più generale - dice il disobbediente
bolognese Gianmarco De Pieri - il Social forum europeo sta diventando un
palcoscenico ad uso e consumo delle socialdemocrazie europee». (il
manifesto del 19 ottobre). Sabato 16 ottobre la situazione è incandescente:
«Un gruppo di manifestanti butta via sedie e tavoli, srotola uno striscione
su cui è scritto «another world is for sale», «un altro mondo è in vendita»,
e prende il microfono. Altri salgono sulle transenne attorno al palco per
srotolare striscioni, uno in particolare contro Livingstone, accusato di far
parte del partito laburista, il «partito della guerra». (il manifesto del 17
ottobre).
Ma il casus belli che ha fatto scoppiare il Social Forum c¹e¹ stato il
venerdì, quando e¹ andata all¹aria la plenaria sull¹Iraq.
Indovinate chi erano gli iracheni invitati dal Social Forum? Partigiani?
Esponenti della Resistenza? Guerriglier? Macché! Fanno parlare Subhi
Meshadani della Federazione Sindacale Irachena (Iraqi Federation of Trade
Unions ­ IFTU), ovvero il solo sindacato riconosciuto, prima dal Consiglio
di Governo di Bremer e oggi da Quisling-Allawi. Poco prima che la plenaria
inziasse l¹infame ha raggiunto il palco scortato da due gorilla vestiti di
nero. A quel punto e¹ partita la contestazione degli antimperialisti, tra
cui alcuni delegati dei Comitati Iraq Libero. I compagni si sono alzati in
piedi gridando ³Fuori i collaborazionisti!², ³Vergogna!². Il parapiglia e¹
aumentato quando le facce di bronzo degli organizzatori del Social Forum
hanno insistito affinché Meshadani parlasse per primo invitando poi i
contestatori a uscire dalla sala. Apriti cielo! Stessa storia la mattina,
a un dibattito sulla globalizzazione. Una donna irachena che sosteneva di
essere la presidentessa dei lavoratori dell´elettricitá e dell´energia di
Bassora ha letto una dichiarazione. All´incontro è giunta accompagnata da un
noto membro del cosiddetto Partito Comunista Iracheno notoriamente facente
parte del governo provvisorio designato dagli Stati Uniti.
A quel punto il prof. Kamal Majeed, ingegnere accademico in pensione e
veterano della campagna contro la guerra americana in Irak, si è recato al
palco dove ha espresso la sua convinzione che la donna non fosse affatto una
rappresentante dei lavoratori iracheni, ma piuttoso del governo fantoccio e
che
probabilmente il suo discorso era stato scritto dai collaboratori di Allawi.
Ha anche contestato la presenza di gruppi sionisti al Social Forum. La
denuncia di Majeed degli impostori che cercano di ottenere legittimità dal
movimento contro la guerra soltanto per servire gli scopi di Blair e di
George Bush è stata salutata da applausi entusiastici. Ma la cosa non e¹
finita lì: un sacco di compagni ha improvvisato una protesta, obbligando i
collaborazionisti pro-USA a lasciare la sala.
Insomma la Resistenza irachena ha fatto irruzione nel Social Forum, mettendo
a nudo le ambiguita¹ del pacifismo che non osa sostenere la lotta di
liberazione, dando così la stura alla rabbia dei settori piu¹ radicali, i
quali non accettano la normalizzazione socialdemocratica del¹ESF. Ci
chiediamo: cosa accadra¹ a Porto Alegre?
Davanti ad un simile patatrac dei portavoce che si rispettino dovrebbero
fare dei ragionamenti seri, dare delle spiegazioni politiche, invece che
chiamarsi fuori come Ponzio Pilato. Dovrebbero spiegare il perché della
burocratizzazione del Social Forum, il suo verticismo e leaderismo, invece
tacciono, illudendosi di cavarsela a buon mercato. Se la prendono con I
trotskysti inglesi del SWP ma non dicono una parola sulle responsabilita¹
nefaste dell¹amministrazione laburista e del sindaco Livingstone (detto ³Ken
il rosso² ma dirigente del partito laburista della guerra) dato che il Forum
di Londra si e¹ svolto sotto il ferreo patrocinio laburista. I portavoce
italiani dovrebbero prendere atto della fine di un modus vivendi e operandi,
della chiusura di un intero ciclo, invece niente, giocano a nascondino con
la verita¹. Cosi facendo, pero¹, non fanno che rafforzare la sensazione che
essi siano ormai al tramonto.

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campo? no campeggio!
by rusty Friday, Oct. 22, 2004 at 9:07 PM mail:

Meno male che c'è il campo antimperialista che ci da la linea.
A questo punto si dovrebbe organizzare un vero forum sociale promosso dal campo Antimperialista e la fiamma tricolore.Ovviamente ad Assisi con inviti estesi a tutta l'estrema destra europea

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Perchè
by il Campo Friday, Oct. 22, 2004 at 9:10 PM mail:

antimperialista non organizza un forum alternativo con i suoi simili in europa e cioè i neo nazisti? Mi prenoto per le contestazioni e i tafferugli

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Non c'è solo il campo
by Osservatore Friday, Oct. 22, 2004 at 11:36 PM mail:

A parte gli insulti al Campo però non si riesce ad avere uno straccio di risposta alternativa al loro resoconto sui gravi fatti denunciati. Le considerazioni di Bernocchi e gli altri sono semplicemente elusive e sommarie.

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deliri anarcoidi
by enver Tuesday, Nov. 02, 2004 at 4:36 PM mail:

la critica al servizio d'ordine dell'fse di londra dimostra ancora una volta come il "movimento dei movimenti" non ha un volto e un'identità chiara ed è dominato solo da folli anarcoidi piccolo-borghesi coi quali è impossibile arrivare a qualcosa di serio. la loro è una sterile teoria che si ferma di fronte alla minima possibilità che essa diventi reale, o almeno realistica. con gente di questa risma, "cani sciolti" incapaci di concepire la socialità, individualisti fino all'osso e in realtà controrivoluzionari e conservatori come neanche il peggiore dei borghesi, non si può fare nulla. le loro sono semplici chiacchiere vuote. il "movimento" ha fatto il suo tempo e deve finire, va abbandonato. vanno rialzati gli steccati. il movimento è servito: ha innalzato il livello dello scontro, ha risvegliato vecchie idee sopite, ha dato la carica a tutti, ha allargato le fila dei veri rivoluzionari comunisti. le file dei compagni veri si sono ingrossate grazie all'opportunità di ribalta che il movimento offriva. ora basta. prendiamo quello che il movimento ci ha dato e continuiamo la lotta da soli, lasciando da parte i folli anarcoidi, coi quali è impossibile dialogare. certa gente è fra i nemici peggiori del comunismo e della rivoluzione.

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