33a udienza con un teste rilevante, Gaggiano.
Oggi trentatreesima udienza a Genova. Attesa e interesse per un teste importante: Angelo Gaggiano, funzionario PS e responsabile di piazza il 20 luglio per il corteo delle tute bianche e il 21 in piazzale kennedy.
Gaggiano, ridondandante quanto il suo cognome, si conferma come un po' tutti se lo aspettavano: deciso, perentorio ma allo stesso tempo macchietta di se stesso nel rincorrere le contraddizioni in cui cade, poco sfruttate a pieno - forse - dagli avvocati difensori.
Gaggiano - superbo e arrogante - prende la prima ora e mezza di udienza come una passeggiata, grazie alle domande del pm canepa, ma si ritrova poi in ben altre situazioni quando e' la difesa a porre le questioni... Specifica per ben quattro volte di non ricordare assolutamente gli orari delle sue comunicazioni, come se bastasse per giustificare amnesie poco credibili per chi come lui ricopriva un ruolo di tale importanza nelle giornate genovesi.
Gaggiano, responsabile di piazza in quelle giornate, riesce a non riconoscere via tolemaide in una ripresa dei vigili ("ci sono stato dalle 8 del mattino", dice a giustificare la stanchezza, con cui ripara alle dimenticanze..), dice che il 20 i manifestanti si stavano armando ma non sa dire chi glielo avrebbe detto, non ha idea di chi avesse i tonfa o i manganelli normali (eppure il reparto mobile di Roma e' con lui il 21...)
Degna di un moviolista di lungo corso la sua ricostruzione della carica: guardando i filmati, prima dice di vedere davanti a se dei giornalisti. un minuto dopo decide per la carica. "Erano armati", sentenzia. Chapeau, non c'e' che dire. A quest'ora probabilmente avra' gia' ''dimenticato'' di essere stato per 6 ore in un'aula di tribunale...
Poco dopo riesce anche a fare meglio: guarda un video e descrive la situazione come ''normale'', calma. Un secondo dopo si vede partire un lacrimogeno, segnale della carica...Per Gaggiano sono i cinque minuti piu' lunghi dell'udienza: risponde con domande, tossisce fino a che si risiede e ricomincia a parlare col tono di voce di chi e' beccato con le mani nella marmellata. Poi per riprendersi...gran finale con un po' di sano machismo sbirraiolo: ''quando si carica si carica'', '' non si sta a vedere chi si carica'', ''si i feriti li ho visti, ma non potevo mica fermarmi'', fino al capitolo infermeria, dove traballa ancora. Il 21 luglio a un certo punto Gaggiano comunica via radio che deve andare in infermeria perche' colpito a una spalla. Dice di non esserci stato, anzi poi si, un minuto (e lo dice dopo aver ascoltato le comunicazioni radio...inequivocabili) ma un minuto solo (ma dalle comunicazioni radio sono almeno otto)... Il minuto dopo che la carica e' partita, il responsabile di piazza, in piazza non c'e'.
Troppo astuto per passare da ingenuo, Gaggiano dovra' chiedere ancora qualche pausa caffe' all'improvviso (oggi ne ha chiesto tre), quando martedi' prossimo si dovra' ancora presentare in tribunale: continuera' il controesame della difesa, l'accusa presentera' nuovi video e ancora controesame. A la prochaine. [segue trascrizione sommaria]
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