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OCCUPATA LA SEDE DELL'ATO 2 CONTRO LA DELIBERA DI PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA
by Centri sociali di napoli-Rete per il reddito Thursday, Jan. 13, 2005 at 2:09 PM mail:

Comunicato Stampa


Stamani oltre una cinquantina di attivisti dei centri sociali e della Rete per il reddito sociale e i diritti ha occupato per diverse ore la sede in via S. Lucia del consorzio ATO2 (Napoli-Caserta). Un azione contro il bando di privatizzazione (in forma totale o di società mista) dei servizi idrici per 138 comuni della Campania previsto per il 7 febbraio. Un'operazione passata quasi sotto silenzio e fatta sulla pelle dei cittadini, che invece tocca un bene primario come l'acqua.
La gestione privatistica di questo servizio fondamentale è stata ovunque disastrosa sul profilo delle garanzie sanitarie, dei costi sociali e dell'accessibilità del servizio. Su vicende tanto strategiche per il futuro di noi tutti chiediamo (come del resto i comitati civici per l'acqua che stanno sorgendo) la riconvocazione dell'Assemblea ATO per annullare la delibera e predisporre una gestione totalmente in House (cioè pubblica) come già fatto in tante altre regioni e province d'Italia.
La nostra campagna di iniziative proseguirà, nè ci faremo intimidire dal tentativo di azzittirci con attacchi repressivi come quelli che stiamo subendo contro i centri sociali o di assurda criminalizzazione delle iniziative di denuncia del carovita.


Centri Sociali Napoletani
(Officina 99, Ska, Terra Terra, Damm, Tnt, Insurgencia, Centro per i diritti sociali di via Rosaroll, cs Carlo Giuliani da "rioccupare", Cerriglio da "rioccupare")

Rete campana per il reddito sociale e i diritti
(Movimento dei Disobbedienti, Area Antagonista, Coordinamento di lotta per il lavoro, Movimento Precari autorganizzati Rdb)

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volantino distribuito durante l'iniziativa
by a impiegati e passanti Thursday, Jan. 13, 2005 at 2:11 PM mail:

I DIRITTI NON SONO IN VENDITA:
VOGLIAMO BERE SENZA AFFOGARE !

Il 23 novembre 2004, con una scellerata decisione, il consorzio ATO 2 (Ambito Territoriale Ottimale…) di Napoli e Caserta ha deliberato la privatizzazione dei servizi idrici per 138 comuni della Campania. La delibera dovrebbe trovare attuazione con un bando per la privatizzazione previsto per il 7 febbraio prossimo.
La decisione del consorzio ATO 2 rispecchia le forme autoritarie e verticiste con cui, in questo modello di liberismo sfrenato, si prendono decisioni sulla pelle dei cittadini. Il diritto all’acqua e la sua gestione infatti sono un bene primario e irrinunciabile per tutta la comunità, e non può quindi mai essere vincolato al profitto privato. Del resto gli esperimenti tentati in tal senso hanno fornito risultati disastrosi a partire dalla qualità dei controlli sanitari per finire ai costi sociali e all’accessibilità del servizio.
Non è difficile immaginare come questi rischi siano addirittura amplificati in regioni come la nostra dove la vita pubblica è ancor più inquinata dalle commistioni tra mafia, imprenditoria e politica. Nessun consorzio può prendere quindi una decisione del genere e men che meno sottacendola all’opinione pubblica:
finora il processo di privatizzazione dell’acqua ha sollevato resistenze importanti tra associazioni e sensibilità democratiche, ma la gran parte delle persone è stata tenuta sostanzialmente all’oscuro di questa operazione e delle sue possibili conseguenze.
Il fatto che il consorzio ATO sia costituito da rappresentanti politici, a partire dai sindaci “bipartisan” dei comuni interessati, non risolve ma semmai amplifica le gravi responsabilità per il merito e il metodo della decisione.
Con l’azione di oggi la “Rete campana per il Reddito” e i “centri sociali napoletani” lanciano una campagna di iniziativa diretta e di informazione per bloccare la delibera prima dell’indizione del bando. L’assemblea ATO deve perciò riconvocarsi (come richiesto anche dai comitati civici a difesa dell’acqua) e ribaltare questo processo promuovendo una gestione totalmente in “house”, cioè pubblica, dei servizi idrici. Se tutti ci mobilitiamo possiamo vincere!
Abbiamo vissuto purtroppo settimane di grave criminalizzazione dei movimenti: da un lato si attaccano i centri sociali e il diritto a un utilizzo senza fine di lucro degli spazi abbandonati (in una città per altro priva di spazi aggregativi), dall’altro si descrivono come criminali le iniziative contro il carovita concluse con pubbliche distribuzioni di pasta e pomodoro fuori i supermercati. E’ il riflesso locale di tensioni repressive che attraversano tutto il paese. C’è il tentativo di aggredire e azzittire i movimenti che hanno riempito in questi anni le piazze del mondo contro la guerra e la globalizzazione autoritaria.
La rete per il reddito non intende però farsi intimidire e continuerà con azioni volte a denunciare l’attacco alla qualità della vita delle fasce popolari, a rivendicare il reddito/lavoro e i diritti fondamentali per tutti.
Noi ci chiediamo e vi chiediamo chi sono i veri criminali: chi privatizza un diritto primario rispedendoci nel medioevo (quando i signorotti feudali gestivano l’acqua come privato strumento di potere) o chi occupa centri di aggregazione sociale e si batte per dire che “i diritti non sono in vendita”!?

- RETE CAMPANA PER IL REDDITO SOCIALE E I DIRITTI -
-CENTRI SOCIALI NAPOLETANI –

Per informarsi e partecipare alle prossime iniziative: http://www.noglobal.org

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